La sinistra sindacale per la Cgil del futuro - di Giacinto Botti e Maurizio Brotini

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La grande manifestazione di Reggio Calabria ha dato una risposta di massa alla secessione dei ricchi e alla macelleria sociale insita nella flat tax, per l’unità del paese. E ha aperto la strada al possibile sciopero generale in autunno, se il governo non cambierà radicalmente la sua politica economica e sociale. Il problema non è lo sfondamento degli “stupidi” parametri europei: contano le misure da prendere sugli investimenti pubblici, per un’occupazione di qualità e uno sviluppo sostenibile. La mobilitazione unitaria è anche il risultato della positiva conclusione del congresso: la conferma della linea degli ultimi anni e l’elezione di Maurizio Landini hanno creato una forte aspettativa verso la Cgil.

Di questo percorso è parte integrante la sinistra sindacale. Ne abbiamo discusso il 25 giugno nel coordinamento nazionale di “Lavoro Società per una Cgil unita e plurale”. E, con un documento che sarà diffuso nei prossimi giorni, vogliamo avviare un percorso aperto e un confronto in tutta l’organizzazione, da concludere con un’assemblea nazionale in autunno per tirare le fila di una rinnovata sinistra sindacale.

La “nostra” sinistra sindacale ha una lunga storia di collettivo organizzato dentro alla maggioranza e all’interno delle regole democratiche della Cgil. Abbiamo dato e vogliamo continuare a dare il nostro contributo di idee, di proposte e di impegno, con la lealtà e il senso di appartenenza di sempre.

Vogliamo oggi un confronto aperto per dare vita ad una sinistra sindacale che vada oltre noi e che, nelle forme che decideremo insieme, concorra a far navigare tutta la Cgil in mare aperto, avendo certo l’approdo comune.

Il pluralismo programmatico rimane il collante che rafforza il senso di appartenenza alla Cgil. E’ una ricchezza e la caratteristica fondante in un’organizzazione democratica, complessa e articolata come la nostra. Difendiamo il pluralismo costituito collettivamente in aree congressuali o programmatiche, normato dal nostro Statuto, mentre riteniamo distorcente e dannosa la formazione di gruppi di potere, di aggregazioni di strutture non costituite su base programmatica.

Serve alla Cgil un’aggregazione collettiva di confronto, di formazione e di cultura diffusa, un luogo collettivo di un sentire plurale. Non luogo di distinzione, ma di ricchezza e appartenenza alla Cgil. Un collettivo di idee e di pratiche, di proposte e di valori, non alternativo ma plurale, diverso ma uguale. C’è bisogno di un pensiero alto, di scelte radicali che ripropongano ideali, e quotidiana lotta politica e valoriale, per far avanzare chi è senza voce né diritti. Per fermare l’onda nera che avanza nel nostro paese. Per rinsaldare un sentire comune in difesa della collettività, dei beni comuni e della democrazia. Per ricostruire un orizzonte di cambiamento reale, un’utopia del possibile. Noi siamo con e per la Cgil del futuro.

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