Una perdita incommensurabile - di Giancarlo Erasmo Saccoman

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Caro Domenico, abbiamo seguito con grande apprensione la tua malattia, dall’intervento che sembrava riuscito fino all’improvviso aggravamento con un ulteriore intervento d’emergenza, la lunga riabilitazione che ti aveva riportato alla normalità e risvegliato il tuo interesse per la nostra comune vita politica e sindacale, in un dialogo quotidiano, con un continuo scambio di idee, opinioni, proposte, appuntamenti. Ma tutto purtroppo s’è concluso, brutalmente, con la tua fine improvvisa.

È una perdita incommensurabile: ci manca enormemente, proprio in questo momento di difficoltà e di crisi, il tuo stimolo, il tuo giudizio sempre saggio e preciso, la tua immancabile presenza da protagonista. La tua storia è la nostra storia, di tutti noi, perché ci hai accompagnato, da protagonista, con modestia e senza esibizionismi, in tutte le vicende della sinistra politica e sindacale dalla seconda metà del ‘900 fino ad oggi.

Come militante nel contempo sindacale e politico, hai sempre ritenuto che, pur nella loro reciproca autonomia, questi due aspetti dovessero essere ricomposti in un orizzonte di valori ed obiettivi comuni. Dopo aver militato nello Psiup e nel Pdup, ci avevi raggiunto in un percorso comune nell’esperienza libertaria di Democrazia Proletaria, profondamente impegnata nel mondo del lavoro, nell’ambiente, la salute, la democrazia.

Hai sempre partecipato attivamente a quel Dipartimento Lavoro che è stato soggetto fondamentale dell’azione di Dp. Sei stato uno dei principali protagonisti delle assemblee operaie del “Lirico”, in cui Dp divenne il punto di riferimento dell’opposizione operaia alla politica di concertazione di Cgil, Cisl, Uil. Sei stato un protagonista fondamentale, a partire dalla raccolta delle firme fino all’organizzazione delle assemblee, di tutte le iniziative referendarie e delle leggi di iniziativa popolare promosse da Dp, per l’estensione dell’articolo 18 alle piccole aziende, per il recupero della contingenza nella liquidazione (per cui oggi esiste il Tfr), contro il nucleare, la caccia, l’installazione dei missili, gli sfratti, l’uso dei pesticidi, per l’equità fiscale per lavoratori e pensionati, per il garantismo e per far pagare i danni agli inquinatori.

Dopo lo scioglimento di Dp hai militato in Rifondazione Comunista e in Sinistra Italiana, ma nella ferma convinzione della necessità di ricostruire un nuovo orizzonte alternativo unitario per la sinistra di classe, ambientalmente e socialmente impegnata, superando l’attuale frammentazione con un nuovo radicamento sociale.

La tua storia sindacale ti ha visto protagonista, come operaio “capofabbrica” militante alla Nardi, della nascita del “Sindacato dei Consigli” sostenuto dal protagonismo delle lotte dei lavoratori. Come delegato sei entrato nel Comitato Centrale della Fiom e hai partecipato da protagonista alle imponenti manifestazioni e agli scioperi dei delegati “Autoconvocati”, contro il taglio della scala mobile nel 1984, che hanno dato vita alla nuova componente programmatica di “Democrazia Consiliare”, che si proponeva il superamento delle componenti partitiche tradizionali, richiamandosi all’esperienza dei Consigli di Fabbrica. E ha segnato la nascita della nuova “sinistra sindacale” nelle diverse forme che si sono poi succedute, da “Charta ‘90” a “Essere sindacato” ad “Alternativa Sindacale”.

Come rappresentante della sinistra sindacale sei divenuto funzionario della Camera del lavoro di Milano e poi segretario lombardo dello Spi e membro del suo Direttivo nazionale. Allo Spi sei stato un instancabile organizzatore dell’area nazionale. Hai organizzato e assunto la presidenza di tutte le assemblee nazionali dell’area della sinistra dello Spi, da quella di Isola delle Femmine a quelle di Torino e Milano.

Ricorderemo sempre il tuo impegno politico-sindacale, con un attivismo continuo, dinamico e senza riserve, caratterizzato da una forte intransigenza morale, contro ogni compromesso o lassismo, disinteressato all’affermazione personale e impegnato in un lavoro intenso per il successo dell’azione collettiva.

Il tuo lavoro, prezioso e decisivo, non ha mai avuto quella evidenza pubblica che avrebbe meritato. Hai sempre lavorato, caparbiamente, per una ricomposizione unitaria della sinistra sindacale, e di una più vasta sinistra politica radicata socialmente, ambedue essenziali nell’attuale situazione di disgregazione politica, sociale e del lavoro.

La tua ininterrotta assidua militanza, missione irrinunciabile di tutta la vita, è un esempio decisivo per tutti noi. Ci lasci un impegno ed una testimonianza: continuare, con assiduità e coerenza, nella battaglia per la libertà, la democrazia, la difesa dei diritti e il protagonismo sociale del mondo del lavoro, che occorre riunificare in un comune progetto di alternativa sociale.

Ciao Domenico, è stato un privilegio averti come compagno ed amico, e sarai sempre con noi per proseguire la nostra battaglia comune per costruire un’alternativa egemone di lungo periodo, un progetto di futuro solidale. Grazie, Domenico.

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