Rinnovato il contratto del comparto industria chimico-farmaceutica - di Luca Abardo e Mauro Bellucci

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Lo scorso 13 giugno è stato rinnovato il contratto nazionale di lavoro per gli addetti del comparto industria chimico-farmaceutica, che per la Filctem copre oltre 170mila addetti, dalle grandi multinazionali del farmaco, alle piccole realtà della manifattura chimica. Rinnovo che ha nei fatti segnato l’avvio della stagione dei rinnovi contrattuali di categoria, per il settore dell’industria, aprendo, speriamo, al rinnovo già nel corso delle prossime settimane anche per gli altri contratti aperti.

Il rinnovo del contratto chimico consegna alcuni elementi di novità importanti e soluzioni, per la parte salariale, che possiamo definire positive nella fase che stiamo vivendo. Nello specifico, viene data nuova importanza e maggiore rilievo agli ambiti di contrattazione coperti dagli osservatori, dal livello aziendale a quello nazionale di comparto, confermando la centralità del sistema delle relazioni industriali di settore, aumentando il livello di partecipazione e di coinvolgimento delle rappresentanze sindacali presenti, rimandando a questi luoghi di confronto la necessità di trovare sintesi e soluzioni ai problemi e alle nuove sfide del cambiamento tecnologico, della transizione ecologica ed ambientale, dei modelli organizzativi e di lavoro, oltre alle ricadute su figure professionali particolari, quali gli Informatori Scientifici del Farmaco.

Il compito affidato a questi osservatori è quello di costruire, nel corso di questa vigenza contrattuale, gli scenari e le soluzioni migliori per rispondere a queste nuove sfide cui saremo chiamati. Vengono previsti interventi sulle nuove sfere di fragilità, della malattia e degli infortuni, e soluzioni sulle politiche di genere con il superamento delle differenze ancora presenti, dovute a vecchie logiche di pensiero, attraverso una riscrittura degli articoli nei capitoli dei Diritti e delle Tutele.

Si avvia una fase di raccolta e di studio dei molti accordi sui nuovi modelli organizzativi e sulla remotizzazione del lavoro, così da costruire delle linee guida a supporto delle future contrattazioni. Definendo questi stessi perimetri dentro il contratto nazionale, accompagnando le nuove definizioni del lavoro agile, oltre la sola remotizzazione della prestazione, ma allargando la sfera della contrattazione e dei suoi ambiti a rendere flessibile il lavoro, i modelli organizzativi, così da ridurre la cesura fra lavoratori che già oggi vivono queste nuove modalità e lavoratori che ne rimarrebbero esclusi. L’attenzione si dovrebbe spostare sul governo dei cambiamenti tecnologici, delle innovazioni a supporto del lavoro e delle produzioni, così da limitare la frattura fra mondi che rischierebbero di allontanarsi fra loro.

Capitolo che torna ad essere centrale è quello della formazione, attraverso un aumento delle giornate dedicate, riportandole dentro gli strumenti già a disposizione per la sua gestione di questa, il Libretto Formativo e l’Organismo Bilaterale per la Formazione, con la certificazione delle competenze maturate e la costruzione di percorsi formativi adatti a rispondere alle sfide nuove di questo settore particolare.

Viene implementato il capitolo Sicurezza ed Ambiente, inserendo nuovi strumenti per la crescita e la promozione di una cultura maggiormente consapevole della sicurezza, con uno sguardo importante alla remotizzazione dei luoghi di lavoro e ai nuovi rischi collegati a questo processo.

Vengono introdotte nuove forme di attivazione delle piattaforme di Welfare Contrattuale (Fonchim e Faschim, previdenza ed assistenza sanitaria integrativa) per i lavoratori non iscritti ai fondi, avvicinandoli alla loro conoscenza e costruendo percorsi di iscrizione consapevole, soprattutto per i nuovi assunti.

Sulla parte economica, aspetto su cui spesso si concentra il giudizio sui rinnovi contrattuali, si è registrato l’adeguamento rispetto alle nuove percentuali Ipca fornite dall’Istat nelle scorse settimane, attestando l’aumento salariale attorno al 9%, 204 euro sui minimi per il prossimo triennio, concentrando le voci di aumento sulla sola valorizzazione del Trattamento Economico Minimo, con la costruzione di un montante complessivo di 4.750 euro nei prossimi 36 mesi. Soluzione che ha assorbito la ridefinizione degli scostamenti inflattivi sullo scorso contratto e la necessaria rimodulazione fra i minimi contrattuali e la voce di Edr, nata come camera di compensazione per gli scostamenti.

Possiamo sicuramente parlare di un rinnovo positivo, diverso da modelli sperimentati nelle tornate precedenti che avevano aperto discussioni e giudizi critici, e capace di adeguare le proposte della piattaforma alle nuove condizioni della situazione attuale.

L’adeguamento della percentuale di aumento economico, l’attenzione alla formazione continua e al mondo della scuola per la costruzione delle nuove professionalità, le novità in materia di fragilità e politiche di genere, e dei nuovi bisogni espressi dai lavoratori, rappresentano un punto di partenza per la complessiva stagione contrattuale, a partire dai prossimi rinnovi aperti nell’energia e non solo.

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