Cuba: il nuovo codice di famiglia - di Federico Mei

Stella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattiva
 

Al passo con i tempi e specchio delle trasformazioni della società cubana.

In un quadriennio che possiamo definire terribile per la più grande delle Antille, il governo cubano, guidato dal presidente Diaz Canel, ottiene uno dei più importanti risultati positivi da quando è in carica portando a casa l’approvazione del Nuovo Codice di Famiglia, nel referendum popolare tenuto il 25 settembre, con il 67,87% di Sì.

Il giovane ingegnere, che ha raccolto l’eredità dei Castro e che avrebbe dovuto traghettare il paese verso un nuovo corso, ha infatti dovuto subito affrontare innumerevoli difficoltà in un cammino fatto di disgrazie (maggio 2018 incidente aereo, maggio 22 esplosione Hotel Saratoga, agosto 2022 incendio base Mega-container di Matanzas), una pandemia mondiale (Covid) che ha azzerato per più di due anni il turismo nel paese e provocato una crisi economica durissima, un presidente americano, Trump, tra i più intransigenti che ha alzato al massimo le restrizioni dell’embargo, e scelte alquanto discutibili, almeno nella tempistica, come la ormai famigerata riforma monetaria che ha sì portato ad abolire la doppia moneta (il Cuc, una moneta creata già nel ’94 per il turismo), ma che ha generato un processo inflazionistico che crea enormi difficoltà alla popolazione.

Il cammino verso l’approvazione del nuovo Codice, che pone Cuba all’avanguardia nel panorama latino americano rispetto alla gestione delle relazioni parentali, non è stato certo facile, e ha suscitato molte polemiche non solo da parte delle frange tradizionali della popolazione.

Da un lato la chiesa cubana che si è fortemente opposta, attraverso dichiarazioni al vetriolo della sua Conferenza episcopale, come del resto era già avvenuto con il progetto della nuova Costituzione, approvata nel 2019. In quell’occasione si tentò di inserire un riferimento legislativo diretto che riflettesse le trasformazioni della società cubana e le relazioni personali in tutta la loro diversità, ma il tentativo naufragò a causa della polemica sollevata dalle varie chiese cristiane sul riconoscimento del matrimonio ugualitario.

Dall’altro, l’aver fortemente vincolato la vittoria del Sì alla difesa del modello politico socialista ha scatenato, sia dentro che fuori il paese, un acceso dibattito politico tra i sostenitori e i detrattori, quest’ultimi chiamando al boicottaggio come forma di protesta contro l’attuale governo, accusato di non affrontare la crisi che vive il paese con le necessarie riforme strutturali.

I numeri alla fine hanno dato ragione all’attuale mandatario, ma non è passato inosservato il dato sulle astensioni (30%) mai registrato nelle precedenti consultazioni popolari sia referendarie che per la scelta dei rappresentanti dell’Assemblea Nazionale (il parlamento cubano).

Va tuttavia riconosciuto il grande sforzo, come già accaduto con la promulgazione della nuova Costituzione del 2019, per far comprendere ai cittadini il nuovo Codice in tutti i suoi aspetti e non solo in quelli più eclatanti, mettendo in piedi un imponente processo consultivo che ha visto la realizzazione di 79mila incontri popolari coinvolgendo più di 6,5 milioni di cubani.

Se i punti più rilevanti delle misure incluse nel testo legislativo, e le più criticate, sono sicuramente il riconoscimento del matrimonio omosessuale e la maternità surrogata, che nel testo viene denominata gestazione solidale, in realtà il codice affronta innumerevoli questioni come l’unione affettiva, le famiglie multiparentali, la responsabilità genitoriale, l’adozione, la discriminazione e la violenza in famiglia, la divisione del lavoro di cura, l’affiliazione assistita.

Si tratta quindi di un Codice di Famiglia al passo con i tempi che riflette l’eterogeneità e la complessità delle famiglie cubane, e che rinnova una legge del lontano 1976, ormai datata e inadeguata a stare al passo con le trasformazioni della società.

Di certo c’è il fatto che non c’è stato neanche il tempo di festeggiare il successo referendario che una nuova disgrazia si è abbattuta sull’isola. Questa volta si è trattato dell’uragano Ian che, oltre a distruggere case e piantagioni nelle province occidentali, ha anche causato il collasso dell’interno sistema elettrico nazionale, già duramente provato dall’obsolescenza, lasciando per giorni al buio intere provincie e non ancora del tutto ristabilito.

©2024 Sinistra Sindacale Cgil. Tutti i diritti riservati. Realizzazione: mirko bozzato

Search