Immobiliare.it: con le case, in vendita anche i lavoratori - di Frida Nacinovich

Stella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattiva
 

Vendo casa, cantavano i Dik Dik alla fine degli iconici anni ‘60. Vendono case anche quelli di Immobiliare.it, che sono ben conosciuti grazie ad un’efficace, massiccia campagna pubblicitaria. L’azienda numero uno di un settore che non conosce crisi è però finita sulle pagine dei giornali anche per una brutta storia di prevaricazioni. Una lista nera di dipendenti, quasi tutti attivisti sindacali, ma anche lavoratori ‘fragili’. Messi di punto in bianco di fronte a un drammatico aut-aut: o accettare un trasferimento dalla sede abituale di Milano a quella di Roma, o lasciare il lavoro. Né più né meno che una ritorsione, denunciano i diretti interessati. Anche perché lo stato di salute dell’azienda non sembra giustificare un provvedimento del genere. Immobiliare.it è infatti un’azienda florida, che nell’ultimo anno ha prodotto utili per 33 milioni di euro. E al di là delle complesse vicende societarie, che la vedono controllata al 100% da una casa madre lussemburghese, l’aspetto più inquietante della vertenza sta nel fatto che le lavoratrici e i lavoratori da trasferire erano già stati confinati in una riserva punitiva, al secondo piano di via Fabio Filzi, proprio di fronte al Pirellone.

Una vicinanza utile, visto che una delegazione sindacale e di lavoratori è stata subito ricevuta dall’assessorato al lavoro della Regione Lombardia. “Ci facevano già sentire dei discriminati”, racconta Francesco Cosco, uno di quelli finiti nella lista nera. Lui, trentasei anni, diventato da poco padre e con dieci anni di attività di servizio, con un mutuo da pagare, è un delegato sindacale per la Filcams Cgil. “Dei 37 iscritti alla mia categoria, ben 35 sono finiti in rampa di trasferimento, attesi a Roma a inizio novembre”. Se a pensar male si fa peccato ma quasi sempre si indovina, come ebbe a dire il sette volte presidente del consiglio Giulio Andreotti, il comportamento dell’azienda appare come una chiara ritorsione verso addetti ‘scomodi’.

L’azienda, che ha creato uno dei portali di riferimento per la ricerca immobiliare on line, si difende parlando di “un processo di riorganizzazione in atto, guidato dalle nuove esigenze di sviluppo del business in aree strategiche del paese”. Ma quale area è più strategica del milanese, un territorio che mostra un mercato immobiliare in perenne fibrillazione, e che ha casomai il problema di abbassare il costo esorbitante degli affitti e delle abitazioni in vendita? Una domanda a cui i manager di Immobiliare.it non danno né possono dare risposta.

Per giunta la peculiare organizzazione del lavoro slega di fatto gli addetti da una presenza fisica. “Lavoriamo dalla nostra scrivania ma in remoto. Senza alcun contatto con il pubblico, con cui interagiamo con cuffie e microfono”, precisa Cosco. Insomma si tratta di un licenziamento mascherato e mirato: oltre agli iscritti al sindacato, dovrebbero trasferirsi neo genitori, persone che usufruiscono della legge 104 per assistere parenti anziani e malati, e categorie protette. “Trattano quarantotto famiglie - tira le somme Francesco Cosco - come fossero appartamenti da piazzare”. Immobiliare.it ha proposto un contributo per pagare alcuni mesi di affitto a Roma, circa 7mila euro che però basterebbero solo per arrivare alla prossima primavera, oppure un incentivo in cambio delle dimissioni. “Entrambe le ipotesi sono state subito rispedite al mittente, perché i diritti a differenza delle case non sono in vendita”, sottolinea Cosco. “Hanno mandato la lettera di trasferimento a Roma anche a una collega protetta dalla legge 104, negandole lo smart working e costringendola a venire in ufficio accompagnata ogni giorno. Basta questo per capire a che punto sono arrivati”.

Il taglio del 25% del personale – nel capoluogo lombardo Immobiliare.it impiega circa 200 addetti - è ingiustificato e ingiustificabile. “Nessuno si aspettava che a Milano nel 2022 essere iscritti al sindacato potesse portare a simili ritorsioni”. Una logica da padroni delle ferriere, di fronte alla quale c’è stata una immediata reazione. “Da oggi chiunque cercherà sui motori di ricerca web Immobiliare.it si imbatterà in questa storia - scandisce al megafono nel corso di uno dei tanti presidi di protesta Lorenzo Masili, anche lui della Filcams Cgil - per sempre sarete l’azienda che tratta i lavoratori in modo così violento”.

Del resto il management si era già fatto conoscere negativamente nelle fasi più acute della pandemia: “Non abbiamo potuto utilizzare lo smart working, nonostante le nostre tecnologie e il tipo di lavoro che facciamo sembrino fatti apposta per lavorare da remoto. Ma questo avrebbe impedito all’azienda di giustificare i trasferimenti”, aggiunge Cosco. La lotta dei lavoratori non finirà presto, per certo i 48 della ‘lista nera’ non hanno intenzione di essere considerati dei pacchi postali. “Ho lavorato per anni interessandomi di tutto il territorio nazionale, negli ultimi tre mesi mi hanno assegnato solo le regioni del centro sud, così ora sostengono che sono un esperto e quindi mi dovrei trasferire a Roma”. Il sorriso amaro di Francesco vale più di altre parole.

©2024 Sinistra Sindacale Cgil. Tutti i diritti riservati. Realizzazione: mirko bozzato

Search