La Cgil per Cuba: 200 metri cubi di solidarietà! - di Sergio Bassoli

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La mobilitazione della Cgil a favore di Cuba nasce per rispondere al gesto di solidarietà dei sanitari cubani della Brigata Henrì Reeve che, nel corso della prima ondata della pandemia, sono venuti in Italia, precisamente a Crema e Torino, fornendo un preziosissimo aiuto sul come gestire questo tipo di emergenza, vista la loro decennale esperienza sul fronte delle pandemie. E straordinaria è stata la mobilitazione delle compagne e dei compagni della Cgil che, nel bel mezzo dell’estate, hanno messo in campo un’organizzazione capace di risolvere i mille problemi che si debbono saper affrontare e risolvere rapidamente, i problemi che ad ogni tappa si sono puntualmente presentati, fino ad arrivare al 26 agosto, la data prevista per imbarcare sull’aereo il carico di dispositivi e materiali sanitari da donare alla popolazione cubana.

Una corsa contro il tempo che abbiamo fatto in buona compagnia con l’Associazione di Interscambio Economico e Culturale (Aicec), con l’Ambasciata di Cuba in Italia, con il Comitato dei Cubani in Italia, con la Central de Trabajadores de Cuba (Ctc) e tante altre associazioni e gruppi che hanno collaborato a riempire la pancia dell’aereo oltre le sue normali capacità, arrivando a contenere oltre 200 metri cubi di dispositivi sanitari e farmaci.

Siamo insomma partiti con l’obiettivo di accompagnare il carico di aiuti fino alla destinazione finale dei centri sanitari, ma anche per testimoniare al popolo cubano la nostra solidarietà, vicinanza e sostegno politico. Perché, e questo è già un elemento di valutazione, senza l’embargo imposto dagli Usa, Cuba non avrebbe bisogno del nostro aiuto, avendo infrastrutture sanitarie adeguate ed efficienti, personale sanitario preparato, una medicina di base e presidi medici presenti in ogni angolo del paese. E ciò che abbiamo visto ed ascoltato, durante la nostra permanenza sull’isola, è qualcosa di straordinario.

Sul piano organizzativo, in poco meno di sedici ore dall’atterraggio, i materiali erano già in distribuzione nelle province e nei centri ospedalieri. Il carico è stato preso in consegna dal ministero della Salute e ripartito in modo capillare a 75 strutture sanitarie di tredici diverse province. Abbiamo potuto assistere con i nostri occhi alla consegna nella capitale, La Habana, nelle province di Ciego de Avila e di Santiago de Cuba. Ad oltre mille chilometri di distanza. Tutti mobilitati e coordinati, tra centro e periferia, tra ministeri e governi locali, tra operatori sanitari, logistica, sindacato, studenti e Istituto Culturale di Amicizia tra i popoli.

Non abbiamo visto controlli o censure di alcun tipo. Anzi, il clima sociale e di partecipazione è stato sempre aperto ad ogni tipo di presenza e di critica. Abbiamo ricevuto molto affetto, espressioni di amicizia e tanti ringraziamenti da parte del personale sanitario, di tutte le lavoratrici e lavoratori incontrati. I materiali acquistati hanno fatto centro. Abbiamo avuto conferma, da parte di tutti i direttori dei centri sanitari ed autorità del ministero della Salute pubblica, della qualità dei materiali ricevuti e della priorità che rappresentano per potenziare e migliorare l’assistenza ai malati di Covid. In particolare, ventilatori, respiratori e il farmaco Atracurio permettono di assistere i malati in terapia intensiva.

La Ctc, il nostro partner cubano in questa gara di solidarietà, per nome del suo segretario generale, Ulises Guilarte de Nacimiento ringrazia la Cgil per l’impegno e la solidarietà a favore del popolo cubano, una iniziativa unica che, lo stesso presidente cubano Miguel Diaz Canel ha definito “un riferimento per la solidarietà internazionale”. Ritorna, quindi, sul ruolo del sindacato nella società cubana, fondato sull’autonomia e sulla difesa dei diritti del lavoro, e nello stesso tempo con piena condivisione del modello di società socialista “made in Cuba”, insistendo sul fatto che l’esperienza cubana non è una copia di altri modelli di società ma ha la sua originalità, di cui vanno fieri ed orgogliosi, e la difenderanno fino all’ultimo respiro. Una società, prosegue Ulises, “che ha come fine ultimo la promozione della ricchezza attraverso il lavoro e agisce con grande partecipazione popolare”.

La campagna di solidarietà continua. Cuba non va lasciata sola. La popolazione sta affrontando una crisi alimentare a causa delle difficoltà di rifornimento dall’estero di sementi e materie prime. Il piano di vaccinazione procede spedito, ma anche in questo campo il problema dei rifornimenti di farmaci, dispositivi e componenti per la produzione dei vaccini rappresenta un altro ostacolo alla lotta contro il Covid-19.

In questa emergenza, come in tutti i casi, non vi è confine con la politica, per cui la solidarietà e l’impegno per salvare vite e per difendere il diritto di autodeterminazione di un popolo è anche azione politica.

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