L’assemblea generale della Cgil del 7 ottobre ha votato a grande maggioranza due documenti che esprimono una posizione netta sulle guerre e il bisogno di Pace subito, e sulla situazione sociale, economica e politica del nostro paese, guidato da un governo di destra neoliberista, classista, autoritario, contrario ai valori della nostra Costituzione.
Lavoro Società ha votato a favore, in considerazione del merito sindacale e dell’attacco cui è sottoposta la nostra organizzazione da parte del potere politico e finanziario, delle forze padronali e lobbistiche.
Contro le guerre, per il cessate il fuoco e la Pace subito siamo impegnati a partecipare alla giornata nazionale di mobilitazione di sabato 26 ottobre, indetta da un vasto fronte sociale e politico. E, nella grave situazione del paese, nel quadro della crisi globale di sistema che investe l’Europa, indichiamo - come punto di partenza, non di arrivo - lo sciopero generale!
Le lotte in corso delle categorie sono parte della mobilitazione generale confederale, con l’obiettivo di costruire nei luoghi di lavoro le condizioni per lo sciopero generale, e le alleanze necessarie nella società. Una sfida, visti la frammentazione e l’arretramento culturale del mondo del lavoro. I rapporti di forza vanno ricostruiti, la consapevolezza e la partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori allo sciopero generale vanno conquistati, tenendo insieme le diverse generazioni, i giovani e i pensionati, che rischiano di pagare ancora il prezzo della crisi.
Lo scontro generale rimane ancora tra capitale e lavoro.
Occorre far vivere la nostra confederalità: per noi non è un’astrazione del passato ma un’idea, un modello di sindacato di rappresentanza generale, di classe. La confederalità va esercitata e rinnovata coerentemente in tutta la nostra azione.
La Cgil è un corpo vivo fondamentale nella società italiana. Come aggregazione di sinistra sindacale di maggioranza, da sempre indichiamo la necessità di una Cgil unita, che fa del pluralismo e del libero confronto la propria ricchezza e forza, antidoto al burocratismo e all’autoreferenzialità, letali per un’organizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori, della contrattazione e della partecipazione.
C’è bisogno di radicalità e coerenza nell’azione di opposizione alle politiche governative, di un programma concreto, spendibile tra le persone e riconosciuto dalla classe, sempre più priva di rappresentanza politica.
Occorre ricostruire un tessuto solidale nel paese, riunificare il mondo del lavoro attorno a una mobilitazione generale, anche sul piano dei valori, rimettendo al centro dello scontro con governo e padronato la condizione del cittadino-lavoratore, del pensionato, dei giovani e delle donne, la precarietà di vita e di lavoro di milioni di persone.
Per affrontare le sfide del domani, nel nostro Paese c’è sempre più bisogno della Cgil.