“Mettiamo il Turismo SottoSopra” - di Marta Melelli

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Pensiamo a una cameriera ai piani con straordinari non pagati e lo stipendio legato alla quantità di stanze sistemate, parliamo di cottimo. Immaginiamo un addetto di sala bar o ristorante, con gli straordinari e qualche giornata o serata di lavoro pagati in nero, poi voucher e lavoro a chiamata. Lavoro per una manciata di ore e spesso in appalto e con il contratto multiservizi anche per cuoche, sporzionatrici, addetti delle mense. Oppure aiuto cucina inquadrato con contratto agricolo.

Immaginiamo operatori e guide museali altamente qualificati, con lauree e master, in appalto, con contratto intermittente, inquadrati senza rispetto della loro specializzazione. Come succede anche a tecnici audio-video, grafici e personale dell’industria culturale e creativa. Contratto e mansioni di addetti alle pulizie anche per gli operatori della filiera turistica stagionale: bagnini, guide culturali, addetti all’accoglienza e al facchinaggio in hotel, campeggi, strutture ricettive varie.

Sono solo alcune delle tante storie che varcano le nostre Camere del Lavoro, e rappresentano la quotidianità dell’offerta di lavoro nel settore del turismo. Part-time involontari, iper flessibilità, svalorizzazione delle professionalità e della formazione: il turismo vissuto e costruito come laboratorio di ultra precarietà, dove la maggioranza degli occupati è donna.

“Mettiamo il Turismo SottoSopra”, campagna lanciata dalla Filcams nazionale giunta alla seconda stagione, significa ribaltare modelli occupazionali insostenibili e capovolgere narrazioni false sulla mancanza di disponibilità lavorativa lamentata dalle controparti.

Quello che manca è la qualità del lavoro proposto e prestato! Lo confermano le indagini a campione dell’Ispettorato nazionale del lavoro: in Italia il 76% delle aziende controllate nel turismo e nei pubblici esercizi risulta irregolare, 4 imprese su 5, il 26% degli addetti lavora in nero. Irregolarità retributive e contributive e violazione delle norme di sicurezza anche nella provincia di Perugia: di recente l’Itl ha trovato irregolari 3 locali su 4, sospendendo 21 attività, il 75% di quelle controllate.

Le rilevazioni del Sistema informativo Excelsior ci parlano di assunzioni in Umbria sopra la media nazionale per i settori culturale, turistico e creativo: a luglio 2023 le assunzioni programmate segnano +140% (35% del totale regionale) sullo stesso mese del 2022, e nel trimestre luglio-settembre le assunzioni effettuate nella filiera del turismo crescono del 120% circa, e rappresentano più del 32% degli avviamenti totali regionali.

Ma queste figure professionali, spesso altamente specializzate, difficili da trovare come lamentano le imprese, come vengono formate e assunte? Per l’Inps i lavoratori dell’industria turistica sono tra i più precari e sottopagati. In effetti, il Ccnl del Turismo Confcommercio-Federalberghi è scaduto nel 2018, insieme a Turismo Confesercenti e a Turismo Confindustria, quello dei Pubblici Esercizi nel 2021, per un totale di un milione e 200mila persone. Poi abbiamo Turismo Agenzie di Viaggio (Confcommercio) scaduto nel 2020. Già questo connota quanto la realtà sia frammentata, disordinata, a rischio di dumping contrattuale. La scomposizione datoriale, le spinte verso nuovi perimetri associativi e contrattuali sono una minaccia per la costruzione di realtà aziendali produttive, solide e di qualità. L’assenza di norme che regolino la rappresentatività degli attori negoziali è un ostacolo per le corrette relazioni industriali, per i diritti dei lavoratori, per la corretta concorrenza tra imprese.

Per l’Istat il settore sconta redditi medi tra i più bassi. Il comparto del turismo però cresce esponenzialmente rispetto agli altri settori e produce oltre cento miliardi di Pil. Anche l’Umbria del turismo religioso e spirituale, storico-artistico, ambientale, culturale, enogastronomico, agrituristico, ha visto buoni risultati in termini di presenze nel primo semestre.

Lo sforzo comune a cui tendere è quello di costruire un nuovo e più forte modello di industria turistica, sostenibile e responsabile, superando precarietà e irregolarità, tutelando i lavoratori stagionali con formazione e ammortizzatori, mirando ad un turismo attivo tutto l’anno così da limitare spopolamento, sottosviluppo, emigrazione. Investire nel turismo in questo modo significa anche dare prospettive e futuro ai tanti giovani che fuggono dalla nostra regione, laureati e non, (2mila in 10 anni), e dare un orizzonte ai tanti giovani che rimangono.

Chiediamo alle Associazioni datoriali un salto in avanti per costruire un turismo attivo e sostenibile tutto l’anno. Anche la politica ha un ruolo importante, nell’agire sulle asimmetrie territoriali dei comprensori umbri e nel costruire percorsi rispettosi delle norme, della continuità occupazionale e nell’esigere la corretta applicazione contrattuale, a partire dai tanti appalti con committenza pubblica.

L’impegno della Filcams Cgil è quello di far uscire il settore dalla marginalità e di costruire insieme a tutti i soggetti in causa dei percorsi virtuosi.

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