Basta morti sul lavoro! - di Stefano Ruberto

A Firenze 1.700 Rls, Rlst e Rsu di Cgil e Uil lanciano lo sciopero dell’11 aprile e la manifestazione nazionale del 20 aprile.

Il 22 marzo alla Stazione Leopolda di Firenze si sono riuniti in assemblea millesettecento Rls e Rsu della Cgil e della Uil per lanciare un messaggio forte al governo: le lavoratrici e i lavoratori vogliono che sia assicurata la salute e la sicurezza in ogni luogo di lavoro, e che sia riconosciuto il ruolo di chi rappresenta realmente i lavoratori. Le delegate e i delegati sindacali nei loro interventi hanno rappresentato l’urgenza di un cambiamento che riconosca a lavoratrici e lavoratori dignità e rispetto, quotidianamente negati.

Le parole pronunciate hanno descritto ritmi di lavoro insostenibili che espongono a danni permanenti la salute dei lavoratori; la necessità di garantire la formazione vera e adeguata; il riconoscimento del diritto a retribuzioni dignitose, e l’applicazione dei contratti collettivi nazionali sottoscritti dalle organizzazioni sindacali che rappresentano la maggioranza dei lavoratori.

A questi temi si aggiunge la necessità di restituire centralità al contratto a tempo indeterminato il superamento della legge Bossi-Fini e l’introduzione di nuove norme per la regolarizzazione dei migranti presenti in Italia, favorendone l’inserimento e l’emersione nel mercato del lavoro. L’applicazione del Codice degli appalti pubblici anche in quelli privati, e garantire la parità di trattamento economico e normativo a parità di lavoro e mansione per tutti i lavoratori e le lavoratrici occupati nel medesimo appalto, indipendentemente dall’impresa di cui sono dipendenti.

Sono tutti temi ripresi nel 'Patto per la salute e per la sicurezza' predisposto insieme alla Uil come piattaforma rivendicativa per una strategia nazionale di prevenzione e protezione nei luoghi di lavoro.

Il governo non intende assolutamente discutere le proposte contenute nella nostra piattaforma, e si mostra indifferente alle continue morti sul lavoro che colpiscono tutti i settori. Al contrario, mira a convertire in legge il decreto che introdurrà dal primo ottobre la patente a crediti per i soli cantieri edili, segnando tra l’altro un peggioramento rispetto al campo di applicazione previsto dal Testo Unico 81/2008.

Da parte dell'esecutivo di Giorgia Meloni non c’è alcuna volontà di agire sulla qualificazione delle imprese come prerequisito per poter svolgere le attività. Mancano meccanismi seri ed efficaci di recupero e penalizzazione dei punti, anzi ci sono proposte di emendamenti presentati dai partiti della maggioranza che prevedono crediti aggiuntivi tali da rendere praticamente impossibile l’azzeramento. Non c’è l’allargamento delle regole previste dagli appalti pubblici agli appalti privati nell’edilizia e tanto meno negli altri settori, totalmente esclusi dal provvedimento. Manca infine la parità di trattamento economico e normativo che ripristini la legislazione cancellata nel 2003, e mancano interventi per bloccare il sub appalto a cascata.

Per restituire dignità ai lavoratori devono essere rinnovati i contratti nazionali, garantire la sicurezza in tutti i luoghi di lavoro, e approvare una giusta riforma fiscale. Per queste ragioni è fondamentale il sostegno alla mobilitazione avviata insieme alla Uil a cominciare dall’adesione allo sciopero generale di quattro ore in tutti i settori privati, otto in quello dell’edilizia, con manifestazioni e iniziative territoriali giovedì 11 aprile. La mobilitazione proseguirà sabato 20 aprile con una manifestazione nazionale a Roma per garantire il diritto alla salute dei lavoratori e per tutti i cittadini, in difesa e per il rilancio della sanità pubblica.

Il 25 Aprile a Milano per l'80° anniversario della Resistenza e della Liberazione sarà necessaria una grande partecipazione, perché oggi più che mai il governo fascista mette in discussione la libertà, l’uguaglianza, la giustizia sociale e i diritti conquistati con il sacrificio durante la lotta di liberazione dal nazifascismo. Sarà una grande occasione per dimostrare che lavoratrici, lavoratori, cittadini, migranti antifascisti credono nelle ragioni della pace e non si riconoscono con chi crede invece nella guerra, rivendicando quindi un cessate il fuoco immediato.

 

 
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