“Fermiamo la strage nei luoghi di lavoro” - di Paolo Righetti

Stella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattiva
 

Buona partecipazione alla manifestazione regionale del 20 luglio a sostegno della vertenza unitaria in Veneto su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.  

Fermiamo la strage nei luoghi di lavoro, un’esigenza fondamentale per una società civile, un valore irrinunciabile e un obiettivo primario per il sindacato, principi che purtroppo dobbiamo periodicamente ribadire e riproporre.

I numeri parlano chiaro, con la ripartenza delle attività economiche hanno ripreso la corsa anche gli infortuni e gli incidenti mortali per le lavoratrici e i lavoratori. I recenti dati veneti sulla sicurezza nei luoghi di lavoro sono molto preoccupanti, e inaccettabili. Nei primi cinque mesi del 2021, secondo l’ultimo rilevamento dell’Inail, le denunce di infortunio hanno raggiunto quota 27.177 (+17,6% rispetto allo stesso periodo del 2020), quelle con esito mortale sono state 35 (+ 25%), le denunce di malattia professionale 1.439 (+55,9%).

Certo, nel confronto pesano il lockdown e le restrizioni subite da tante attività economiche e commerciali durante la primavera dello scorso anno, particolarmente estese nella nostra regione. Ma sono comunque numeri che ci riportano ai livelli del 2019 e per alcuni aspetti li peggiorano, soprattutto se rapportati alla riduzione delle ore lavorate che ancora caratterizza complessivamente il tessuto produttivo.

Negli ultimi 15 mesi, tra marzo 2020 e maggio 2021 la pandemia ha inciso significativamente sul totale degli infortuni: le denunce per contagio da Covid 19 in occasione di lavoro sono state in Veneto 18.540 (il 10,6% del totale nazionale), di cui 28 con esito mortale. Il 74,3% dei contagi ha riguardato le lavoratrici, a testimonianza di quanto le donne siano state decisive durante i mesi più duri per garantire non solo le prestazioni sanitarie, ma tutti i servizi considerati essenziali che non si sono mai fermati.

La progressiva ripresa delle attività e dei volumi produttivi non può e non deve tradursi in un allentamento delle misure di prevenzione e in minori investimenti nella sicurezza e nella formazione. Così, per pretendere una svolta e cambiare le priorità e il modello di sviluppo, martedì 20 luglio Cgil Cisl Uil del Veneto hanno organizzato una manifestazione regionale a Vicenza, con l’obiettivo di sostenere la Piattaforma nazionale e la vertenza regionale su salute e sicurezza, con la partecipazione di centinaia di delegate, delegati, Rls e Rsu delle aziende.

Alla Regione chiediamo la riapertura del tavolo sul Piano strategico regionale su salute e sicurezza, che abbiamo conquistato con una forte mobilitazione nel 2018 e che ora va rinnovato, aggiornato e soprattutto fatto applicare: a partire dal rafforzamento dei dipartimenti di Prevenzione e degli Spisal, gli organismi di prevenzione e vigilanza in Veneto, che invece si stanno progressivamente indebolendo. Perché gli impegni definiti dal Piano strategico non sono stati finora rispettati, né per quanto riguarda l’incremento netto degli organici e delle professionalità necessarie, né per gli interventi relativi ai progetti per rafforzare le misure di prevenzione e la formazione.

Alle associazioni datoriali e alle aziende chiediamo di assumersi le loro responsabilità, di non considerare la salute e la sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici un costo opzionale e un vincolo superabile dalle esigenze produttive e competitive, di garantire adeguati livelli di sicurezza, di investire in formazione e in strumenti e misure di prevenzione.

Un salto di qualità che riguarda anche noi, la nostra attenzione continua su questa priorità, la nostra capacità di rafforzare l’inclusività della contrattazione, rivendicando adeguate misure di prevenzione, formazione e sicurezza anche per tutte le lavoratrici e i lavoratori a termine, precari, dipendenti dalle aziende degli appalti e dei subappalti, di intervenire a monte delle cause, mai fatali, degli infortuni gravi e mortali e della crescita spaventosa delle patologie sanitarie e delle malattie professionali.

Tutto questo significa riappropriarsi di spazi di contrattazione vera sull’organizzazione, i tempi e i ritmi di lavoro, rafforzare il sistema di sorveglianza sanitaria, rivendicare la riduzione e il superamento dell’utilizzo di sostanze tossiche e nocive nei processi produttivi, promuovere a tutti i livelli la transizione green e la riconversione ecologica del sistema industriale.

©2024 Sinistra Sindacale Cgil. Tutti i diritti riservati. Realizzazione: mirko bozzato

Search