Sicurezza e diritti sul lavoro: la piazza degli edili il 13 novembre di Giorgio Carnicella

Stella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattiva
 

Idati, come i fatti, hanno la testa dura. Gli ultimi dati dell’Inail sul settore edile purtroppo parlano chiaro: ai primi di ottobre 2021 nelle costruzioni si è registrato un numero di infortuni mortali pari quasi al totale dell’intero anno precedente, una vittima ogni 48 ore, una strage che continua. Con un problema in più, legato agli infortuni dei lavoratori con un’anzianità elevata: il 30% degli infortuni ha coinvolto lavoratori over 50, il 13% over 55; il 70% delle malattie professionali colpisce lavoratori tra i 50 e i 64 anni e l’11% gli over 65; un incidente mortale su quattro riguarda gli edili over 55.

Sicurezza sul lavoro, lotta alla precarietà del lavoro, regole negli appalti, pensioni nel settore delle costruzioni: quattro temi che si tengono fra loro e sono al centro dell’iniziativa della Fillea e della Cgil.

Da un lato abbiamo investimenti importanti nelle opere pubbliche e nelle infrastrutture, anche con le significative risorse del Pnrr, dall’altro i provvedimenti fiscali, dal bonus facciate e ristrutturazioni, fino al bonus del 110% sull’efficientamento energetico.

Il lavoro è ripartito, le ore di lavoro sono in aumento, dopo anni le imprese edili cercano nuovi lavoratori da assumere e spesso non li trovano già professionalizzati, mettendo in evidenza le difficoltà già registrate nelle scuole Edili, con meno iscrizioni e quindi meno risorse e progettualità. Permangono vecchi e pericolosi vizi, il proliferare di subappalti, l’utilizzo di contratti di lavoro che nulla hanno a che fare con l’edilizia e con le regole sulla sicurezza sul lavoro, permane la frammentazione aziendale e il nanismo delle imprese.

La manifestazione nazionale dello scorso 13 novembre a Roma, #BastaMortiSulLavoro, organizzata da Fillea Cgil, Feneal Uil e Filca Cisl, con gli interventi dei segretari generali delle confederazioni, ha confermato le richieste e gli obiettivi della categoria.

Si tratta di accelerare sugli impegni presi dal governo per introdurre l’immediata sospensione dell’impresa a fronte di una segnalazione di mancata sicurezza; istituire una banca dati unica sugli infortuni; assumere immediatamente ulteriori ispettori e tecnici della prevenzione. Servono almeno 8mila assunzioni, tra Ispettorati del Lavoro, Aziende sanitarie territoriali e Medicina del lavoro. Poi introduzione della patente a punti sulla sicurezza nel settore delle costruzioni, prevista già dall’articolo 27 del Testo unico sulla sicurezza; un Piano straordinario dell’Inail specifico per i cantieri con assunzioni mirate e collaborando con gli enti bilaterali del settore come i Cpt e con gli Rlst del settore. Infine riconoscere la pensione anticipata ai lavoratori delle costruzioni e dell’industria estrattiva e delle lavorazioni più pesanti, perché “i lavori non sono tutti uguali”; e garantire l’applicazione del Ccnl edile a tutti i lavoratori in cantiere, con le specifiche che il contratto prevede su salute e sicurezza.

La partecipata manifestazione di Roma, con un eco significativa sui media, ha rilanciato la piattaforma, ma dovremo tutti tradurla in pratica a partire dalle normali condizioni di lavoro, e dal controllo dell’organizzazione del lavoro e degli orari nei cantieri.

E’ un percorso, il nostro, che si tiene con altri risultati realizzati in questi mesi nel settore. Nel nostro Paese il problema spesso è l’applicazione di tutele già definite: infatti dal primo novembre scorso è in vigore il “Durc di congruità”, già previsto dalla legge 120/2020 e dal Codice degli appalti. Uno strumento forte, che potrà fare emergere salari e contributi previdenziali tanto nell’edilizia pubblica che in quella privata. La Fillea ipotizza circa 2 miliardi di euro per oltre 75mila lavoratori all’anno. Sarà obbligatorio per tutte le imprese che parteciperanno ad appalti e gare di lavori pubblici per qualsivoglia importo e per tutte le opere edili private oltre 70mila euro.

Il Durc di congruità, semplificando, è la certificazione con cui l’azienda dichiara - per uno specifico lavoro e per uno specifico importo - il numero minimo e “congruo” di lavoratori impegnati, definiti dal decreto ministeriale che ha recepito l’accordo tra i sindacati e tutte le associazioni datoriali del settore. L’intento è quello di coerenza tra gli appalti di opere e i dati occupazionali: quante volte abbiamo visto appalti milionari aggiudicati con la logica del massimo ribasso e dove sulla carta erano impegnati un pugno di lavoratori regolari. 

Si ampliano le disposizioni sul sub appalto (decreto semplificazioni 2021) che riconoscono parità di tutele economiche e normative, e applicazione dello stesso Ccnl tra lavoratori dell’appaltatore e lavoratori del sub appaltatore.

Due tappe importanti, che la Fillea ha convintamente condiviso e praticato sul versante delle regole che dovremo presidiare con attenzione per far vivere i diritti nel settore edile, fragile e sempre a rischio sul versante dei diritti e della sicurezza del lavoro.

©2024 Sinistra Sindacale Cgil. Tutti i diritti riservati. Realizzazione: mirko bozzato

Search