Pnrr e rigenerazione urbana: avanzamento del piano e azione sindacale - di Paolo Righetti

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La programmazione del Pnrr prevede importanti interventi per la rigenerazione urbana e la qualità dell’abitare, sicuramente utili a dare risposte a esigenze strutturali vecchie e nuove che le tante crisi economiche, sanitarie e ambientali di questi anni hanno ulteriormente accentuato.

Una programmazione che investe risorse straordinarie: per il recupero e la realizzazione di nuove strutture per l’edilizia residenziale pubblica e sociale; per l’efficientamento energetico e la connettività del patrimonio edilizio esistente; per la riqualificazione di aree e strutture urbane e periferiche degradate o inutilizzate; per il potenziamento dei servizi di prossimità educativi, culturali e sportivi; per l’incremento degli spazi verdi; per la messa in sicurezza degli edifici pubblici e del sistema idrico; per la mobilità sostenibile.

Sono interventi che dovrebbero essere realizzati dando priorità al riutilizzo dell’esistente, senza ulteriore consumo di suolo, e alla riduzione dei rischi e dell’inquinamento. Interventi che da anni stiamo proponendo e sollecitando nelle nostre piattaforme a tutti i livelli, perché necessari e improrogabili per garantire maggiore inclusione sociale e salvaguardia dell’ambiente e del territorio.

Certo, lo scenario è complesso, i meccanismi procedurali sono molto complicati, i tempi per la elaborazione e la presentazione dei progetti necessari per la partecipazione ai bandi e agli avvisi sono strettissimi, come lo sono poi i tempi di realizzazione.

Molti programmi e bandi sono già usciti, quelli per la qualità dell’abitare, per la riqualificazione dell’edilizia residenziale pubblica, per i piani urbani integrati nelle città metropolitane, per le periferie e per le aree interne, per il rinnovo ecologico del parco mezzi del trasporto pubblico locale (Tpl), per le infrastrutture idriche primarie, per gli asili nido, per le scuole dell’infanzia, per la messa in sicurezza nelle strutture scolastiche. Alcuni sono già scaduti, ma molti altri ne usciranno in tutto il 2022, molte risorse verranno assegnate con sovvenzionamento diretto per la realizzazione di programmi a carattere nazionale o regionale.

Come era prevedibile, uno dei problemi più evidenti è che la maggior parte degli enti locali e dei vari organismi territoriali non ha una capacità amministrativa e progettuale adeguata e molti di essi rischiano di non riuscire a elaborare, nei tempi richiesti, progetti idonei a partecipare ai bandi per accedere alle relative risorse. Che ruolo possiamo avere come organizzazioni sindacali di fronte a questo scenario? Come possiamo esercitare al meglio la nostra azione di contrattazione sociale e territoriale?

Ferme le critiche espresse sull’impianto complessivo del Pnrr - in cui ancora una volta prevalgono gli investimenti di carattere materiale e sulle “grandi opere” rispetto a quelle immateriali e sociali, e non sono stati inseriti come obiettivi e requisiti vincolanti l’incremento e la qualità del lavoro - possiamo e dobbiamo sviluppare azioni concrete.

Sollecitare le diverse amministrazioni pubbliche a cogliere, anche aggregandosi, le opportunità progettuali e le possibilità di finanziamento nei diversi ambiti della programmazione del Pnrr, evidenziando quelli più importanti per le specificità e carenze territoriali. Richiedere a tutte le amministrazioni o enti titolari di interventi a livello territoriale il nostro coinvolgimento in tutte le fasi di programmazione, progettazione, realizzazione e monitoraggio del Pnrr, rivendicando la piena applicazione del protocollo d’intesa sulla governance sottoscritto a dicembre, che ha forza di legge. Vigilare e rivendicare ovunque coerenza degli interventi assegnati con le finalità dei progetti e pieno rispetto dei vincoli, dei requisiti e degli obiettivi dichiarati e previsti.

Ad esempio, per la rigenerazione urbana, bisogna impedire che alla fine si facciano solo interventi di natura edilizia e immobiliare, magari ancora una volta di carattere speculativo e penalizzante per le fasce più deboli della popolazione, con qualche piccola spolverata di riqualificazione e inclusione sociale.

Occorre provare a fare contrattazione d’anticipo per la gestione degli affidamenti dei lavoratori e degli appalti, con intese e protocolli per il rispetto dei requisiti di legalità, della regolarità contrattuale, della tutela della salute e sicurezza sul lavoro. E poi continuare a ribadire la necessità di dare un carattere strutturale a questi interventi, garantendo continuità dei finanziamenti anche oltre la dimensione delle risorse del Pnrr, comunque limitata e transitoria, agendo sulla programmazione ordinaria dei bilanci e sull’integrazione con gli altri canali di finanziamento, dai fondi di coesione europei a quelli nazionali e pluriennali.

Per quel che possiamo, attiviamoci il più presto possibile e cerchiamo di incidere su questo percorso, complicatissimo ma importantissimo, per rafforzare le infrastrutture materiali e immateriali e la coesione sociale di questo Paese.

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