Un po' di giustizia sulla strage di Viareggio - di Riccardo Chiari

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“Non siamo delusi, le condanne ci sono”. Anche se negli anni hanno dovuto ingoiare tanti rospi, i familiari delle vittime della strage di Viareggio hanno accettato con serenità le decisioni della corte, nel secondo processo d'appello sulla più grande tragedia mai avvenuta sulla rete ferroviaria della penisola. Una strage innescata dal deragliamento all'altezza della stazione di un treno merci da 14 cisterne cariche di gpl che andava a più di 100 km/h. Con l'immane esplosione che ne seguì, e che cancellò l'intera via Ponchielli.

Quella notte del 29 giugno 2009 morirono 32 persone, e quasi un centinaio subirono ustioni anche gravissime, con pesanti danni permanenti. La prescrizione del reato di omicidio colposo plurimo è stata vissuta come una nuova ferita dai familiari della vittime. Ma le imputazioni residue di disastro ferroviario colposo, incendio e lesioni colpose hanno portato comunque a sancire le responsabilità dei vertici del Gruppo Fs, in primis l'ex numero uno Mauro Moretti, di Rfi e di Trenitalia, e della multinazionale del trasporto merci su ferro Gatx Rail Austria e Gatx Rail Germania, oltre che dell'Officina Jungenthal di Hannover. Perché una corretta manutenzione dei carri merci avrebbe evitato la strage. Così come l'avrebbe evitata l'assenza di ostacoli – il picchetto di segnalazione delle curve, sostituito con segnalatori ottici sulle sole linee ad alta velocità - ai fianchi della massicciata.

La dettagliatissima inchiesta della magistratura requirente, che ha evidenziato le carenze nella intera catena di sicurezza nel trasporto ferroviario di merci pericolose, dovrà ora affrontare un nuovo giudizio in Cassazione. Ma la sentenza d'appello bis che conferma le condanne ai vertici del gruppo Fs e delle multinazionali straniere potrebbe questa volta diventare definitiva. Anche se rimarrà incancellabile la decisione della Cassazione di non considerare il rischio lavorativo, cancellando di fatto il reato principale di omicidio colposo plurimo.

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