Francia, la lotta si moltiplica! - di Lorenzo Battisti

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La società civile insorge contro lo strappo democratico di Macron che impone la controriforma pensionistica senza il voto del Parlamento.

L’approvazione della riforma delle pensioni senza il voto del Parlamento (non è un errore, la Costituzione francese lo permette), invece di spegnere gli scioperi e le manifestazioni, ne ha aumentato la portata. All’insopportabilità di una riforma che allontana l’età della pensione, si è aggiunto un atto percepito di disprezzo democratico da parte di un presidente eletto più per battere la Le Pen che per il suo programma e privo di maggioranza parlamentare. Il successivo voto di censura, bocciato per soli 9 voti, ha mostrato la fragilità di questo governo.

Gli scioperi, iniziati a gennaio con grandi numeri, sono aumentati progressivamente, specialmente a partire da marzo, quando il voto si avvicinava. Ma a partire dall’approvazione si sono moltiplicate manifestazioni e scioperi. Subito dopo l’approvazione, la camera bassa francese è stata “assediata” da una manifestazione di giovani e dei sindacati a Place de la Concorde. E da quel momento non si contano le azioni messe in campo. Scioperi locali, blocchi e barricate su autostrade e tangenziali, il blocco dei porti, delle zone industriali, di dighe e depositi del gas, di centrali elettriche nucleari.

Alle mobilitazioni dei sindacati si sono aggiunte le azioni spontanee dei giovani, spesso provenienti dalle periferie francesi: ogni sera le città francesi sono occupate, parti intere di città bloccate da cassonetti in fiamme, e scontri che durano ore e sono molto duri. Queste azioni tengono occupate le forze di polizia che faticano a mantenere l’ordine davanti al loro moltiplicarsi. La pressione continua ha purtroppo portato al suicidio di un poliziotto con l’arma di servizio: sebbene il governo sia di fatto responsabile della condizione di lavoro di queste persone e abbia ignorato la pressione a cui li sottopone, non un solo ripensamento è venuto dal governo davanti a questa tragedia.

L’attitudine della polizia, inizialmente discreta durante gli scioperi, è cambiata da quando la riforma è stata approvata. Si assiste ora a ingiustificati attacchi ai lavoratori in lotta, o aggressioni a studenti che vanno a sostenere gli scioperi a oltranza e le occupazioni dei luoghi di lavoro. Si assiste ad arresti massivi di decine e a volte centinaia di persone, con la sola colpa di manifestare. Arresti ingiustificati, tanto che, grazie all’intervento del Saf, il sindacato di sinistra degli avvocati (anch’essi in sciopero con i lavoratori), si giunge presto al rilascio.

È difficile dare conto di tutte le azioni e gli avvenimenti, perché da qualche settimana sono talmente tanti e talmente diffusi che anche chi, come me, fa parte della Cgt e vive in Francia, non riesce ad avere una visione generale. Ci sono però decine di video sui social che possono aiutare a comprendere la situazione francese, così come è importante la solidarietà internazionale.

Per chi, come me, ha vissuto la maggior parte della vita in Italia, quello a cui assisto qui è un sommovimento generale della società francese, che oltrepassa i sindacati e che coinvolge tutti gli strati sociali. Sebbene Parigi sia di fatto bloccata dagli scioperi e dalle manifestazioni continue, dai cassonetti bruciati e dai mezzi pubblici spesso bloccati, non si sente un solo lamento da parte dei cittadini: 9 lavoratori su 10 rigettano la riforma e sostengono gli scioperi. La riforma e le lotte contro di essa coagulano uno scontento che si è accumulato negli anni, frutto della precarietà e della disoccupazione durante la pandemia, dell’inflazione successiva alla guerra in Ucraina, e al non riconoscimento del lavoro di chi in pandemia ha rischiato la vita.

Per la prima volta da anni si assiste a una mobilitazione massiva del settore privato. Bisogna dirlo piano ma bisogna dirlo: c’è la possibilità di vincere. La mobilitazione e la sua crescita, nonostante il processo legislativo sia di fatto terminato, assomigliano a quanto avvenuto nel 1995 e nel 2005 (quando la riforma delle pensioni e la riforma dei contratti di lavoro per i giovani furono bocciati e ritirati). Una vittoria in Francia, una prima sconfitta dopo decenni di politiche antisociali, rappresenterebbe un punto di appoggio per le lotte in tutto il continente. Una vittoria in Francia, come ha imparato da tempo il movimento operaio, facilita le lotte altrove.

La Cgt ha aperto una raccolta on line per sostenere la lotta di chi, da settimane, occupa il proprio posto di lavoro. Settimane in cui si dorme all’aperto, davanti a fuochi improvvisati e a presidiare l’entrata bloccata, minacciata di sgombero dalla polizia, spesso con i propri figli e la propria famiglia. Pur conoscendo lo stato dei redditi in Italia, chiedo a tutti di supportare questa lotta, anche con cifre simboliche. Un euro dato da un precario può valere molto più di cifre più importanti.

 

(questo il link: https://www.leetchi.com/c/solidarite-cgt-mobilisation)

 

 
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