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DOCUMENTO DI RICONOSCIMENTO NEL PERCORSO DELL’AGGREGAZIONE PROGRAMMATICA LAVORO SOCIETA’ PER UNA CGIL UNITA E PLURALE - di compagne e compagne della Cgil di Catania

Lo scenario che si configura dinnanzi a noi con l’esplosione di un conflitto che potrebbe assumere dimensioni globali è uno scenario non solo di morte e disperazione per tutti i soldati e i civili coinvolti nelle atrocità della guerra, ma rappresenta anche l’ennesimo attacco alle famiglie economicamente più deboli. Il governo nazionale decide, infatti, di innalzare a 104 milioni di euro al giorno le spese militari privando, di fatto, l’intero Paese degli investimenti di cui ci sarebbe realmente bisogno come quelli in infrastrutture, sanità, istruzione, formazione, riconversione energetica.
Nel quadro di un’Italia sempre più ingiusta e ineguale, colpiti dalla pandemia e dalla crisi economica e democratica di sistema che ha intaccato le condizioni di vita e di lavoro in particolare delle donne e dei giovani, che ha accentuato le differenze tra Nord e Sud, tra le classi sociali e all’interno del mondo del lavoro, che ha aumentato i dislivelli sociali, culturali e morali; in presenza di una destra sovranista, oltranzista e violenta; in una fase storica nella quale il mondo del lavoro ripiega sui diritti e sulle condizioni di lavoro e sugli spazi di contrattazione, riteniamo che sarebbe un errore rinchiuderci all’interno del nostro perimetro camerale.

Dinanzi alla globalizzazione dell’economia, alle scelte strategiche delle multinazionali e dei centri di potere del capitalismo finanziario ed economico nazionale e internazionale, pensiamo che bisogna tornare a battersi perché la politica riprenda a condizionare e indirizzare le scelte programmatiche avendo come riferimento il bene e la salute pubblica, la difesa dell’occupazione e dell’ambiente.

Occorre avere una visione generale e non corporativa e una prospettiva che ridisegni radicalmente il modello sociale ed economico e indichi contemporaneamente la nostra idea di Paese e di futuro, per noi e per le future generazioni.
Con questo approccio e attraverso una riflessione condivisa intendiamo intervenire, come compagne e compagni della Cgil, all’interno del nostro territorio per contrastare il degrado e la marginalizzazione sociale, sempre più diffusi a Catania e in Sicilia.
Il peso delle mafie, del lavoro nero e grigio, la disoccupazione, lo sfruttamento dei giovani, delle donne e dei migranti, rendono necessario un percorso di rafforzamento e unione all’interno della nostra organizzazione sindacale affinché si riesca ad ascoltare i bisogni e le esigenze dei lavoratori e delle lavoratrici, dei giovani precari, dei disoccupati, dei pensionati, di tutti coloro che vivono in una condizione sociale e di vita non degna di un paese civile.

Nel corso degli ultimi decenni il già modesto tradizionale tessuto economico e produttivo del nostro territorio è entrato in crisi così come l’agricoltura. I leader della grande distribuzione organizzata, da Carrefour ad Auchan per finire con Coop, dopo aver ricoperto il territorio di cemento e dopo aver approfittato di ogni tipo di ammortizzatore sociale, hanno abbandonato l’isola. Perfino una multinazionale come Pfizer, che dalla pandemia ha tratto solo ricavi, ha recentemente comunicato l’intenzione di licenziare 130 dipendenti e di non riconfermare circa 70 contratti a termine.

Permangono, nonostante tutto, importanti opportunità di sviluppo nel settore del turismo, dell’enogastronomia e nel campo della microelettronica, con aziende come la ST Microelectronics.
Il tasso di occupazione a Catania nel corso della pandemia è sceso al 39%, e quello femminile al 28%; quello dei giovani con meno di trenta anni al 16% e quello delle ragazze al 12%. Nelle regioni del Nord la media del tasso di occupazione femminile è del 59%, quello della regione autonoma del Trentino Alto Adige del 63%. Il lavoro delle donne, grande risorsa per la crescita economica del territorio, risulta, dunque, senza alcuna giustificazione al di sotto di qualsiasi parametro.

Uno dei principali fattori di disincentivazione degli investimenti e dello sviluppo è la presenza di una diffusa criminalità mafiosa e di istituzioni e partiti politici disinteressati a svolgere correttamente la loro funzione di contrasto alle cosche e incapaci di una proposta per la crescita economico-sociale e democratica del nostro territorio.
La criminalità organizzata non è dedita esclusivamente al traffico della droga da cui ricava ingenti guadagni, ma tende a inserirsi all’interno delle economie legali in quasi tutti le attività, dai cantieri edili alla grande distribuzione. La mafia, che è un peso per tutta la Sicilia, inquina e soffoca la buona economia e le buone attività imprenditoriali, diffonde un tasso insostenibile di illegalità in tutti i comparti a partire da quelli strategici come quello della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti.
In questo quadro la Sicilia ha bisogno non solo di una nuova classe politica dirigente ma anche di un forte Sindacato Confederale radicato nei posti di lavoro e nel territorio, autonomo dai partiti e dai governi, portatore di una forte carica innovativa, dotato di una rinnovata capacità di cogliere l’evoluzione dei fenomeni sociali ed economici, in grado di raccogliere consenso e rilanciare la mobilitazione, un sindacato generale in grado di mettere in campo nuove soggettività e più incisive forme di lotta.
A Catania la Cgil attraversa una fase difficile non solo perché è difficile la situazione del mondo del lavoro ma anche perché rimangono al suo interno diversi nodi irrisolti. Siamo fermamente convinti che la Camera del lavoro di Catania debba ritrovare la sua autonomia dai partiti e dalle istituzioni, promuovendo la partecipazione e l’agire democratico libero, scevro da qualsiasi pregiudizio. L’autonomia non è indifferenza, si configura come libertà di pensiero e di azione, di poter decidere, agire e incidere sfuggendo da qualsiasi forma di subalternità alla politica che, in passato, ha condizionato la formazione e la costruzione del gruppo dirigente e dei quadri nella nostra organizzazione.

Vorremmo che l’azione sindacale della Cgil a Catania fosse più inclusiva e rappresentativa, nel rispetto della PLURALITA’ delle idee e della DIVERSITA’ di opinione che ognuno dei suoi militanti e iscritti esprime. Per cambiare la società occorre sapere cambiare anche noi stessi. Se non impariamo noi stessi, all’interno del nostro sindacato, ad accogliere i diversi punti di vista e le differenze, non possiamo pensare di far divenire tolleranti e inclusive le nostre società e i luoghi di lavoro.
È necessario impegnarsi maggiormente nell’ascolto dei lavoratori e delle lavoratrici, tutti/e, a stare loro accanto, ad accoglierli e a non lasciarli soli con i loro problemi, a sostenerli nell’affermazione e nell’esercizio dei loro diritti, favorendo la loro partecipazione alla vita dell’organizzazione e il tesseramento all’organizzazione.
Solo così possiamo sperare di coinvolgerli attivamente nel sindacato poiché, è bene ricordarlo, la Cgil è il sindacato non ‘per’ ma ‘delle’ lavoratrici e ‘dei’ lavoratori.

Bisogna ritornare a far crescere i nostri quadri, a riconoscere e formare le nostre delegate e i nostri delegati. Ritornare con più determinazione nei luoghi di lavoro, affinché siano sempre di più i lavoratori e le lavoratrici consapevoli dei loro diritti e pronti a mobilitarsi per difenderli collettivamente con la Cgil.
Intendiamo partecipare attivamente al percorso congressuale valorizzando il confronto libero, l’ascolto e la ricerca unitaria di nuove e più efficaci risposte politiche e sindacali rispetto alla nuova e difficile situazione in cui si troverà il Paese e l’Europa; miriamo al coinvolgimento dei lavoratori e delle lavoratrici anche attraverso la promozione delle elezioni delle Rsu nei luoghi di lavoro quale strumento di democrazia diretta da parte di iscritti e non iscritti al fine di valorizzare e rafforzare il ruolo del sindacato nel confronto con le aziende.

Crediamo che la Cgil rappresenti un “bene comune da preservare e rinnovare costantemente”, attraverso la collaborazione e il dialogo costante tra la Camera del Lavoro e le categorie.

RIMARCHIAMO CON FORZA la nostra contrarietà a qualsiasi visione padronale e proprietaria dell’organizzazione, a una pratica che selezioni sulla base della fedeltà a qualcuno e non invece in base alla preparazione, all’esperienza maturata nei luoghi di lavoro e alla rappresentanza.

Con questi valori, con questo senso di appartenenza e di lealtà verso la nostra organizzazione, ci riconosciamo e condividiamo il percorso confederale di ‘Lavoro Società per una Cgil unita e plurale’, così come indicato e formalizzato ufficialmente nel Direttivo nazionale Cgil a ottobre del 2020. Un percorso aggregativo che vuole rafforzare e innovare la natura plurale e democratica della confederazione per applicare coerentemente la linea politica e sindacale decisa nel congresso.

Dopo l’incontro di venerdì 17 dicembre presso la Camera del lavoro di Librino e con questa prima assemblea alla Camera del lavoro di Catania in presenza dei compagni Giacinto Botti, referente nazionale di Lavoro Società e Federico Antonelli, coordinatore nazionale Filcams di Lavoro Società, formalizziamo ufficialmente, come compagne e compagni della Cgil catanese, il nostro riconoscimento all’aggregazione programmatica Lavoro Società per una Cgil unita e plurale.

Catania, 7 aprile 2022

 

Prime adesioni:

Valentina Ruffino, lavoratrice Coop - Radenza
Claudio Longo, dirigente Cgil Catania
Carmen Mangiagli, segretaria Fiom Cgil Catania
Salvatore Siracusa, pensionato Spi Cgil
Eleonora Di Marco, insegnante precaria
Tuccio Cutugno, pensionato Spi Cgil 
Marcello Failla, insegnante
Loriana Borbone, lavoratrice Coop - Radenza
Paolo Modica, dirigente Fiom Cgil Catania
Carlo Veutro, dirigente Fillea Cgil Catania
Davide Cannone, lavoratore multiservizi
Cristina Pappalardo, apparato tecnico Filcams Cgil Catania
Alessandro Cannavò, edile disoccupato
Concetto Russo, dirigente Fillea Cgil Catania
Antonio Veutro, dirigente Fillea Cgil Catania
Alberto Nicolosi, lavoratore ristorazione
Giuseppe Giardina, dirigente Fillea Cgil Catania
Antonino Ponzo, edile disoccupato

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