ASSEMBLEA REGIONALE TOSCANA - Firenze 11 maggio 2023 - Introduzione di Andrea Montagni

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Compagne e compagni!

Grazie di essere qui.

Sono passati 5 mesi dall’ultima riunione di Lavoro Società che si è tenuta il 2 dicembre alla SMS di Rifredi. Da allora molto è cambiato in CGIL Toscana.  Siamo qui per fare un bilancio del congresso nazionale e regionale, che non abbiamo ancora fatto e per confermare – se saremo d’accordo - gli impegni assunti in quella occasione: confermare anche in CGIL Toscana, la presenza di una sinistra sindacale di maggioranza; sostenerne una direzione che tenga la barra a sinistra sia rispetto al quadro nazionale che a quello regionale, contribuire al governo unitario e plurale dell’organizzazione.

Ma prima di iniziare, fatemi ricordare quattro nostri compagni di lotta e impegno che ci hanno lasciato in questi mesi: Francesco Giacomelli, Floriano Frosetti, Valter Bartolini, Enzo Celotto. E in loro ricordo vi chiedo un minuto di silenzio anche per ricordare le decine di migliaia di giovani che sono morti e che muoiono ogni giorno nella guerra ucraina, quelli che scompaiono nei flutti del nostro mare di morte e di speranza o muoiono lungo le rotte balcaniche, e i morti sul lavoro che ogni giorno ci ricordano, anche in Toscana, la barbarie e la crudeltà, dello sfruttamento capitalistici e del lavoro senza regole.

(Pausa di un minuto)

Come avete visto, alla Presidenza di questa nostra riunione ci sono delle novità. Tania Benvenuti e il sottoscritto siamo i due compagni toscani che sono entrati negli organismi nazionali che hanno sottoscritto il documento di ri-organizzazione di Lavoro Società per una Cgil unita e plurale, come deciso nel coordinamento regionale toscano di dicembre all’unanimità.

Per motivi che non sono mai stati comunicati in nessuna sede né formale né informale (ma l’unica sede giusta per noi è quella della discussione e del confronto collettivo, aperto e fraterno, tra compagne e compagni) chi doveva riconvocarci non ci ha più riconvocato né prima, né dopo il congresso regionale, né dopo il congresso nazionale.

Inutile negare, questo ha creato qualche problema e tanto disorientamento e, per la prima volta, in un percorso oltre 40 anni di vita sindacale, la sinistra sindacale si è presentata in tanti congressi di categoria e confederali come un’armata Brancaleone, le cui sorti sono state nelle mani della burocrazia e non del rapporto vivo con le iscritte e gli iscritti.

Il Congresso nazionale della CGIL ha confermato la linea e gli orientamenti che abbiamo sostenuto lungo tutto il percorso congressuale, dalla stesura dei documenti e delle proposte statutarie; ha consolidato una leadership che persevera sulla linea della lotta contro la precarietà, per il diritto al salario, al reddito, al lavoro e che individua in più forte legame, luogo di lavoro per luogo di lavoro, strada per strada, la forza del sindacato.

Ma le difficoltà sono enormi! La destra al governo, finita la demagogia elettorale che è utile per raccogliere voti popolari, ha gettato la maschera e ha ancor più accentuato le politiche liberiste e antipopolari del governo Draghi. I poveri, i giovani, le donne, i pensionati sono il nemico di questo governo. Sfruttatori, evasori fiscali, ricchi sono la loro vera base di consenso.

La manomissione della Costituzione e la democrazia autoritaria sono gli strumenti con i quali vogliono consolidare per sempre il loro potere. La militarizzazione securitaria della società, con il pretesto della guerra, lo strumento per garantirsi il consenso.

La CGIL, con il nostro quadrato rosso della solidarietà, dell’unità di uomini e donne, di operai e impiegati, di lavoratori pubblici e privati, di precari e strutturati, di lavoro povero e ceto medio produttivo, è per la destra di governo una minaccia, ma anche una promessa di riscatto per il lavoro.

Il 6 maggio siamo stati in piazza con una grande prova di mobilitazione. Non basta! Ma ci dà grande forza. Siamo tornati da Bologna pieni di entusiasmo.

Assumiamo oggi impegni chiari per il prosieguo del nostro lavoro.

Occorre consolidare la battaglia per l’occupazione anche in regione. Gli operai della GKN e la FIOM fiorentine ci hanno indicato finalmente una strada non nuova, ma da tempo considerata impercorribile quando una azienda decide di delocalizzare e smantellare, ma valida anche per le aziende in crisi che abbiano mercato: usare l’intervento pubblico per sostenere il lavoro, rifiutando che l’esito della lotta sia solo quello di allungare, con il ricorso più lungo possibile agli ammortizzatori sociali, il passaggio ad un nuovo possibile lavoro.

Bisogna difendere metro per metro la Sanità pubblica!

La Regione sbandiera i “risultati”, veri, delle eccellenze, frutto della capacità, della bravura e della dedizione degli operatori sanitari – che avevamo già sperimentato assai bene durante la pandemia – ma non può nascondere che le giunte regionali una dopo l’altra hanno contribuito a smantellarla favorendo la privatizzazione, i percorsi assicurativi. Le lunghe liste di attesa ce lo ricordano tutti i giorni.

La vicenda Kieu ci ricorda che il governo e la difesa del territorio sono una priorità. A qualcuno interessa una Toscana da campagna promozionale alla Santanché, a noi servono politiche di salvaguardia che diventino anche occasione di lavoro buono in agricoltura, nell’edilizia di recupero, nel turismo.

Niente tattica di melina, sui beni pubblici essenziali. L’acqua è di tutti. La sua estrazione, canalizzazione e distribuzione non possono essere fatte da società con finalità di profitto, non soltanto non devono essere quotate in borsa.

E ci ricorda anche che la lotta alla mafia e alla criminalità organizzata non è soltanto questione meridionale, ma nazionale.

La Regione Toscana dica parole chiare sull’autonomia differenziata, su questo strumento di divisione e di impoverimento del Paese. Scelga apertamente la Repubblica unica e indivisibile!

Lavoro Società per una CGIL unita e plurale è un collettivo di uomini e di donne. Non siamo stati e mai saremo l’autobus su cui salire e da cui scendere secondo necessità per fare carriera sindacale, anche se talvolta cambia per strada pure di dover cambiare conducente.

E per mantenere il paragone con i mezzi di trasporto, siamo passeggeri consapevoli del treno CGIL, ma vogliamo la sicurezza che anche con il nostro concorso la locomotiva di testa non deragli lungo la tratta!

Buon lavoro

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