Dopo il criminale attacco terroristico al Bardo, il Forum Sociale Mondiale è una grande risposta democratica.
Ma deve anche continuare a ripensare se stesso…
Il Forum Sociale Mondiale, dal 24 al 28 marzo, torna a Tunisi, nel campus dell’Università Al Manar.
Il Comitato promotore tunisino, già nelle ore immediatamente successive al tragico assalto terroristico al Museo del Bardo, ha confermato l’evento e fatto appello a tutti i democratici del mondo per rafforzare impegno e presenza. Su un’area attrezzata di 5000 metri quadrati, si incontrano movimenti sociali, reti, Organizzazioni Non Governative e ambientaliste, sindacati e gruppi di donne e di studenti, Università, Fondazioni culturali ed organizzazioni della società civile provenienti da ogni parte del mondo.
Come in passato, l’appuntamento si caratterizza per la pluralità e la varietà dei protagonisti, uniti dall’opposizione al neoliberismo e ad un mondo dominato dal capitale e dalla finanza, che intendono confrontare esperienze, campagne e strategie. La conferma di Tunisi come sede del Forum, dopo la positiva esperienza del 2013, corrisponde al desiderio di vari movimenti regionali e internazionali di aiutare i processi di consolidamento dei cambiamenti democratici e sociali nella regione, nati dalla “rivoluzione dei gelsomini”. Ma è anche lo specchio di una complicata discussione nel nucleo “storico” brasiliano e tra le variegate espressioni del comitato internazionale, tutti alle prese con la necessità di dare maggiore inclusività al processo, di fronte alla sfide della crisi globale e a “nuove insorgenze”, i movimenti degli indignados o di blockoccupy, non immediatamente riconducibili ai Forum Sociali. Se in Tunisia la transizione politica ha segnato risultati positivi, tutta la regione del Maghreb-Mashrek - con i conflitti e le crisi che costellano l’area mediterranea, dalla Siria alla Libia, all’Iraq, dal dramma della Palestina alle repressioni in Egitto, ai massacri dell’Isis, ora giunti anche nel cuore di Tunisi - sta vivendo una fase allarmante. Al Forum sono iscritte alcune centinaia di reti, movimenti ed associazioni e sono previste molte attività seminariali. Tra i temi in discussione, oltre alla situazione della regione, le condizioni dei migranti, delle donne, dei giovani, i cambiamenti climatici. Un ampio spazio è dedicato ai temi del lavoro: il sindacato tunisino UGTT è impegnato nel coordinamento di questo spazio dove saranno presenti diversi sindacati europei, tra cui la Cgil.