Beniamino Lami era un compagno amato e stimato, con una lunga militanza nella CGIL.
Nonostante il cognome riveli tutt’altra origine, Beniamino nacque a Malles Venosta (BZ) nel 1947 in una famiglia di tradizioni protestanti (il nonno – ci raccontava spesso - era stato contemporaneamente pastore evangelico e segretario della locale sezione socialista in quel di Scicli, in Sicilia). Crebbe a Milano, dove frequentò l’istituto per geometri e si diplomò. Si trasferì poi in Piemonte nelle valli del pinerolese, seguendo la tradizione religiosa di famiglia ispirata alla religione valdese. In questo ambito fuse la sua militanza politica di sinistra (che lo porterà ad aderire a Democrazia Proletaria) con quella religiosa, dimorando e svolgendo attività per un certo periodo nel noto centro comunitario valdese di Agape.
Messa su famiglia, si stabilì nei pressi di Pinerolo dove cominciò ad insegnare Educazione Tecnica nelle scuole medie della zona. Contemporaneamente cominciò ad interessarsi al sindacalismo scolastico aderendo alla Cgil Scuola, negli anni in cui questa era impegnata in particolare in una delle grandi lotte per la stabilizzazione dei precari che sfociarono nella legge 270/1982. Si collocò allora politicamente in una delle correnti della sinistra sindacale, la cosiddetta Terza Componente. La sua collocazione a sinistra nella compagine sindacale sarebbe rimasta sino alla fine attraverso le esperienze successive di Democrazia Consiliare, Essere Sindacato, Alternativa Sindacale e Lavoro Società Cambiare Rotta.
Con l’organizzazione del sindacati in comprensori (1980-81) fu eletto segretario della CGIL Scuola del comprensorio di Pinerolo. Nella seconda metà degli anni ottanta fu eletto nella segreteria regionale della CGIL Scuola del Piemonte. Fu eletto anche nei comitati direttivi nazionali del sindacato scuola partecipando attivamente al dibattito che animava in quegli anni la vita sindacale in merito a contrattazione, professionalità e democrazia sindacale. Non mancò la sua partecipazione diretta all’organizzazione delle azioni sindacali contro il blocco dei contratti e i tagli agli organici successivi alla stagione di Tangentopoli, nonché alle prime avvisaglie della politica scolastica berlusconiana. Ma, anche per le sua appartenenza ad una minoranza religiosa, i temi che gli furono sempre particolarmente cari e congeniali furono quelli dei diritti, della laicità e della battaglia contro la privatizzazione della scuola.
Nel 1998 fu eletto nella segreteria nazionale della CGIL Scuola. Qui si occupò di svariati argomenti, soprattutto in relazione al vivace dibattito che si accese intorno al contratto del 1998 e alle sue conseguenze successive. Dopo il ritorno al potere della destra nel 2001 fu, come tutti noi, impegnato nell’organizzare la resistenza alle politiche scolastiche della Moratti e della Gelmini. Si occupò poi in particolare dell’educazione interculturale e degli alunni figli di immigrati. Tra il 2004 e il 2006 gestì insieme al resto della segreteria la fusione del sindacato scuola con il sindacato dell’università e della ricerca e la conseguente nascita della Federazione Lavoratori della Conoscenza.
Nel 2011, ormai prossimo alla pensione, fu eletto nella segreteria del Sindacato Pensionati Italiani dove si occupò inizialmente di previdenza e successivamente di welfare, abitazioni e sicurezza contro le truffe ai danni degli anziani.
Una malattia breve ma inesorabile ce lo ha portato via.