Caro Beniamino

Il tempo scorre velocemente. Apri gli occhi alla vita e un attimo dopo sei alla fine della tua e di quelli che ami. Ed è in questi anni, in età matura, che capisci il vero senso di questa avventura che per qualcuno Dio, e per altri il “fato”, ti ha dato la possibilità di vivere. Capisci l’importanza dei tuoi incontri, delle persone con le quali hai condiviso questo percorso e del perché lo hai condiviso con alcune e non con altre. Si giunge così ai tempi dei ricordi di momenti e di persone che hanno segnato ed inciso, con maggior forza, le fibre più intime della tua anima. Riaffiorano, vividi e chiari, con il loro enorme carico di memorie, dolori, paure, illusioni, disillusioni e attimi di gioia, prove d’amicizia e d’affetto, solitudine e speranze.

Anche se in questi ultimi venti anni, si è voluto ridicolizzare coloro che avevano ideali, bollarli di “vecchio da rottamare”, ci sono quelli come te Beniamino che hanno resistito e riportato nell’azione sindacale la propria integrità di persona, la propria generosità, lealtà, i propri ideali di sinistra, senza temere di farlo e senza piegarsi ai fattori ambientali di natura politica o di convenienza personale “tout court”.
Tu Beniamino credevi nelle persone e coglievi sempre, in tutte, degli aspetti positivi perché sapevi ascoltare gli altri, cercavi di capirli e non ti affrettavi mai nel dare dei giudizi. Amavi le persone e amavi il tuo prossimo. Inoltre, credevi profondamente nell’amicizia, quella vera, quella che dura per sempre e che non si piega mai ad altre logiche, “pour le meilleur et pour le pire”.

Con te Beniamino ho condiviso molti anni di segreteria nazionale FLC Cgil e sei stato, aldilà delle tue competenze professionali che spiegano la tua lunga carriera nel sindacato, un grande mediatore con una grande intuizione politico-sindacale, un compagno leale, affidabile e rispettabile.
Per me sei stato prima di tutto un compagno d’area, un “capo” con un grande carisma e con le capacità necessarie per unire e tenere insieme compagni di esperienze diverse che condividevano lo stesso percorso politico. Sei stato colui che, come pochi, sapeva ascoltare e fare sintesi, creando armonia e fratellanza. Non professavi buone parole o buoni propositi a vuoto. Le tue parole rispecchiavano ciò che tu eri, la tua onestà intellettuale, la tua umanità, quella onestà e umanità che oggi, in questo mondo barbaro, pochi hanno.
Sapevi mettere da parte il tuo EGO, Beniamino, e meravigliarti ogni giorno della vita come se fosse la prima volta. Il tuo volto s’illuminava quando ricordavi gli anni passati o quando, suonando la tua chitarra, ripercorrevi attraverso le canzoni la tua militanza e i valori per i quali anche oggi, tu eri convinto che valesse ancora la pena di lottare e sacrificarsi.

Eri gioioso e giocoso Beniamino e amavi la vita. Quando ti lasciavi andare ai sentimenti, sapevi essere critico verso te stesso e parlavi dei tuoi “errori” di vita, dei tuoi limiti come persona. Chi non ne ha Beniamino! Ma il fatto solo di rifletterci e di parlarne insieme, mi faceva capire che non eri un uomo superficiale ma uno di una profondità estrema.
Credo che siano questi aspetti della tua personalità, questo amore per la vita e questa gioia di vivere ad essere stati all’origine di quella scintilla che si è accesa fra te e Rosanna tanto da farti decidere di proseguire il tuo percorso di vita insieme a lei, fino alla fine.

Già, fino alla fine dicevamo, ma non pensavamo certo a questa fine e mentre stavamo vivendo la frenesia dei progetti di vita della vostra coppia, così affiatata da farci invidia per quanto vi dedicavate l’uno all’altro con amore, ecco che lo stesso “fato” della scintilla di vita iniziale, si presenta alla tua porte per riportarti via nonostante che tutti noi si cercasse di far capire alla sorte che voi due avevate ancora tanti progetti e tante cose da fare e da dire insieme e da condividere, e noi con voi. Ti ricordi Beniamino, abbiamo perfino pensato di celebrare il matrimonio in ospedale, tutti in pigiama, dicevamo, tanto la tua e la nostra voglia di stare ancora insieme nel futuro era grande.

Non ce l’hai fatta Beniamino. Non ce l’abbiamo fatta. Siamo impotenti davanti al nostro destino.
Oggi, ti voglio ricordare Beniamino ma non dirti addio. Addio è un parola difficile da pronunciare specie quando in ballo ci sono gli affetti che invadono gli animi. Inoltre nella parola “addio” vi è qualcosa di definitivo che non corrisponde a quello che tu sei stato e sei per me e per molti di noi. Dirti addio sarebbe perderti definitivamente mentre voglio che tu rimanga per sempre nei miei ricordi, belli e brutti, nei miei sentimenti profondi, nei miei ricordi di vita.

La tua eredità non farà litigare nessuno perché appartieni a tutti i compagni d’area che ti hanno conosciuto e anche a coloro che non hanno avuto questa fortuna, a tutta la CGIL. “Impegno, bontà, generosità, onestà, coerenza ed etica” permeati da tanto altruismo, questi sono i tuoi insegnamenti che sono indispensabili per far vivere nel tempo un sindacato. Il nostro sindacato: la CGIL.
La tua è stata una vita di straordinaria ricchezza sociale, umana e culturale. Nascondevi una estrema sensibilità d’animo e il tuo approccio mentale alle cose, la gentilezza ed il buon senso del tuo comportamento, un po’ fuori tempo, davano l’idea che nelle relazioni umane era ancora possibile mettersi nei panni degli altri, ed aiutarli.

So che sei sempre stato pronto a cogliere il meglio degli altri e so che hai avuto parecchie delusioni, specie in questi ultimi anni, ma sappi che siamo in tanti qui perché tutti ti dobbiamo qualcosa. Guardaci sempre con occhio benigno Beniamino perché, a modo nostro, siamo in molti ad averti voluto bene e tanto te ne vogliamo e te ne vorremo ancora.
Ti ricorderò sempre Beniamino e con ogni singolo mio pensiero riattiverò in te la fiamma della vita eterna, quella della memoria. Come ti ho detto tante volte “Ti voglio bene, Beniamino e mi mancherai”. 

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