La manifestazione unitaria dei pensionati rivendica i diritti previdenziali per i pensionati di oggi e per quelli di domani. Profonde modifiche della legge Fornero per dare flessibilità di uscita, pensioni dignitose e far entrare i giovani al lavoro.

Sarà un giorno importante per lo Spi e per i sindacati pensionati confederali, che con una manifestazione nazionale porteranno a Roma, in piazza del Popolo, migliaia di persone. La piazza non è stata scelta a caso: è quella delle grandi occasioni, quella delle mobilitazioni importanti, come sarà quella del 19 maggio.

Abbiamo cercato nei mesi scorsi, attraverso il tavolo aperto con il ministero, di avere un luogo vero di confronto. Ma, a parte pochi e parziali risultati, abbiamo visto che quel tavolo non decolla. Dunque la parola passerà alle pensionate e ai pensionati e alla loro determinazione.

Ormai non passa giorno senza che qualche esponente del governo, per non dire del presidente dell’Inps, parli o sparli di pensioni. Sembrerebbe il “problema” del paese e ci piacerebbe che fosse al centro delle riflessioni politiche, se non scadesse sempre nella demagogia, e nella malcelata voglia di far pagare ai pensionati un prezzo via via più pesante, attraverso una campagna che cerca di trasformare le pensioni, derivanti da decenni di lavoro e contribuzione, a una sorta di privilegio che danneggia i giovani.

Noi sappiamo che non è così. Sappiamo che le forbici sul sistema vogliono ancora utilizzarle, senza tener conto di quanto le pensioni siano state penalizzate nel corso degli anni. Come se non bastasse, l’ultima nuova è stata l’idea, contenuta nel disegno di legge delega relativa alle norme per il contrasto alla povertà (numero 3594), che, con la previsione di una forma di “razionalizzazione della normativa in materia di prestazioni di natura assistenziale o comunque sottoposte alla prova dei mezzi”, legherebbe le pensioni di reversibilità all’Isee e quindi al reddito familiare e non personale.

Questa opzione ha in sé la volontà di trasformare una previsione di tipo previdenziale in una legata all’assistenza. Il fatto è grave sia dal punto di vista economico che della filosofia del sistema. Lo Spi ha detto “no” e ne ha chiesto, insieme agli altri sindacati, lo stralcio dalla legge delega. Ora il governo, dopo aver rassicurato inutilmente a parole e dopo le nostre prese di posizione, ha deciso di fare un emendamento al disegno di legge. Ma vogliamo vedere le carte. Altrimenti, per dirla con uno slogan dello Spi, “non siamo sereni”.

I pensionati chiedono da tempo dei provvedimenti: la tutela del potere d’acquisto, attraverso il ripristino del sistema di rivalutazione precedente alla legge Fornero; uguali detrazioni fiscali per lavoratori e pensionati; estensione degli 80 ero alle pensioni più basse; separazione della spesa previdenziale da quella assistenziale; maggiori risorse per l’invecchiamento della popolazione, e una legge quadro per la non autosufficienza; cambiare la legge Fornero per rendere flessibile l’età pensionabile e dare una prospettiva previdenziale certa ai giovani.

Questi sono alcuni obiettivi della nostra piattaforma e delle nostre lotte. La manifestazione unitaria del 19 maggio segna un passo nuovo nell’azione dei sindacati pensionati Spi, Fnp, Uilp. Vogliamo garanzie per gli anziani, chiediamo possibilità per i giovani. L’allungamento dell’età per accedere alla pensione e l’aspettativa di vita, che influisce pesantemente, tolgono la possibilità ai giovani di accedere al mercato del lavoro. Occorre modificare le regole. Non ci sono contrapposizioni fra anziani e giovani, ma un comune interesse per cambiare la legge Fornero e i danni da essa causati. Piazza del Popolo sarà colma di pensionate e di pensionati e noi speriamo anche di lavoratrici e lavoratori, di studenti e di giovani. Di coloro che hanno un interesse nel difendere i diritti di chi li ha acquisiti con una vita di lavoro e di chi al lavoro ancora non accede e che vorrebbe poterlo fare.

 

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