I sindacati britannici vogliono rimanere a lottare nell’Ue. Unison così difende il Servizio sanitario nazionale contro i Conservatori, falsi paladini di servizi pubblici drasticamente tagliati dal loro governo.

Come segretario generale del più grande sindacato britannico della sanità, spendo molto tempo a pensare al futuro del Servizio sanitario nazionale (Ssn). Raramente c’è un’importante decisione politica che non abbia, in un modo o nell’altro, un impatto sul nostro formidabile Servizio sanitario nazionale. Questo è certamente il caso del prossimo referendum sull’Unione Europea. Il nostro sindacato è fermamente convinto che la ricaduta economica della cosidetta “Brexit” avrebbe il significato di mettere il Servizio sanitario nazionale di fronte ad ulteriori tagli.

Certo, quelli che guidano la campagna per far uscire la Gran Bretagna dall’Unione europea sostengono che ci sarebbero più soldi per il Servizio sanitario nazionale, se la Gran Bretagna lasciasse l’Europa. E’ una bugia pericolosa. Perché se la Gran Bretagna votasse per la Brexit il 23 giugno, nella speranza di un Servizio sanitario nazionale migliore, quello per cui il paese voterebbe davvero sarebbe per un servizio più debole, più povero e tirato all’estremo.

I fatti stanno diventando ogni giorno più chiari. La schiacciante maggioranza delle opinioni, tra economisti e politici, sottolinea che l’economia britannica sarebbe più debole, e un’economia più debole annuncia semplicemente una rinnovata stretta sulla spesa pubblica. Con i nostri servizi pubblici già al punto di rottura, non possiamo affrontare un tale rischio. Questa è una ragione del perché – nonostante le nostre diffidenze sull’Unione europea – gli iscritti a Unison vogliono che noi facciamo campagna per restare nell’Ue. Ci hanno detto che si sentono meglio dentro l’Europa a lottare per il cambiamento, piuttosto che stare seduti ai bordi a parlare tra noi.

Essere parte dell’Europa significa che possiamo stare e lavorare insieme ai nostri partner europei per un’Europa veramente sociale – con più forti diritti per i lavoratori nell’insieme del continente – e un accordo migliore sui trattati commerciali rispetto al TTIP. Raggiungere il miglior accordo per i lavoratori britannici significa lavorare con compagni e alleati in Europa, per lottare per il miglior accordo per tutti.

Lotta è una parola appropriata per i lavoratori della sanità britannica. Ogni diritto che hanno sul lavoro, ogni sterlina nel loro portafoglio e ogni servizio che provvedono sono stati conquistati con la lotta, visto che i pubblici dipendenti hanno affrontato il più duro impatto dell’agenda di austerità del governo conservatore. Allo stesso tempo, ministri conservatori come Michael Gove e Boris Johnson sono stati supporter sfrenati di tagli da far venire le lacrime agli occhi, mentre ora si mascherano da amici dei dipendenti pubblici e degli utenti dei servizi pubblici. Anche l’ex primo ministro conservatore John Major li ha attaccati recentemente, dicendo che “le loro promesse di spesa sul Servizio sanitario nazionale o altrove sono francamente fatue”.

Lo sgradevole opportunismo dei fautori della Brexit insulta l’intelligenza del popolo britannico, dato che pretendono di curarsi degli interessi dei lavoratori quando si sono fatti promotori di centinaia di migliaia di licenziamenti nel settore pubblico. Quello che conta per molti di quelli che fanno campagna per la Brexit è il loro personale tornaconto. Come se tutto il contendere fosse una battaglia per procura sulla prossima leadership del partito Conservatore.

Ma quello che conta per Unison sono i posti di lavoro pubblici, le condizioni di vita delle famiglie, e i servizi che questi scrupolosi individui forniscono alle nostre comunità. E anche se possono esserci argomenti a favore dell’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea, per quanto ci riguarda il voto per rimanere nell’Ue è di gran lunga la scelta migliore per chiunque abbia a cuore il futuro del nostro servizio sanitario nazionale. 

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