Con la consegna delle firme, e la festa in Piazza del Popolo a Roma il 29 settembre per i 110 anni della Cgil, si conclude il viaggio di 40mila chilometri del Pullman dei Diritti. Lavoratori e cittadini che non si rassegnano chiedono alla Cgil di rappresentarli con un’azione forte e coraggiosa.
Con l’ultima tappa in Sardegna, e con il rientro in nave da Cagliari a Civitavecchia fino a tornare a Roma, si è concluso il lungo tour del pullman dei diritti della Cgil. Dal gennaio scorso il pullman ha accompagnato prima la campagna di consultazione, e poi le iniziative finalizzate alla raccolta delle firme per la legge di iniziativa popolare, che definisce un nuovo, più avanzato, universale e inclusivo “Statuto delle lavoratrici e dei lavoratori - Carta dei diritti universali del lavoro”, e i tre referendum per la cancellazione del lavoro accessorio (voucher); la reintroduzione della piena responsabilità solidale in tema di appalti; e la nuova tutela reintegratoria nel posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo, per tutte le aziende al di sopra dei cinque dipendenti.
Si è trattato in realtà di un doppio tour, che ha interessato almeno per due volte tutte le regioni e la grande maggioranza delle principali città del paese, nelle diverse fasi di consultazione e poi di raccolta delle firme, per un totale di oltre 40mila chilometri percorsi. Personalmente ho fornito un contributo, nell’ambito di questa straordinaria iniziativa, dal maggio scorso, collaborando con il dipartimento organizzazione Cgil che ha gestito la lunga marcia del pullman.
Ho avuto modo di conoscere ed apprezzare tantissimi compagni e compagne, di tante regioni e Camere del Lavoro territoriali che, con grandi energie, convinzione e spirito di militanza, si sono prodigati per la riuscita di tantissime iniziative, svolte sia nelle piazze che davanti ai luoghi di lavoro.
Penso di aver registrato, durante questa esperienza, la volontà dei dirigenti e dei militanti della nostra organizzazione, in ogni territorio, di aderire all’urgente necessità sottolineata dal segretario generale Susanna Camusso che, proprio nella conferenza stampa nella quale veniva annunciata la “campagna straordinaria”, aveva affermato: “Abbiamo bisogno tutti di avere la forza di reagire a una stagione che ha generato un po’ di rassegnazione”.
Scrollarsi di dosso la rassegnazione, la sensazione frustrante di essere a volte irrilevanti, e recuperare la speranza rappresenta l’indispensabile precondizione dalla quale ripartire per riconquistare i diritti, e per riaffermare il lavoro come valore fondante della Repubblica Italiana, coerentemente con la nostra Costituzione. Da questo punto di vista, la campagna ha rappresentato un’importante iniezione di fiducia, non soltanto per l’eccellente risultato conseguito con il milione e centomila firme raccolte su ognuno dei tre referendum, e per la quantità di firme che verranno depositate nei prossimi giorni a sostegno della legge di iniziativa popolare.
La speranza nel possibile cambiamento deriva soprattutto da quanto ho avuto modo di vedere in questi ultimi mesi, accompagnando le iniziative del pullman dei diritti da Treviso, Varese, Milano, Padova e Piacenza, a Pesaro, Rieti e Latina, fino a Enna, Catania, Sassari, Nuoro e tantissime altre città. In tutti i luoghi dove abbiamo sostato, esibendo la mostra fotografica che abbiamo trasportato con il pullman e che racconta la storia, l’aspirazione e le idee per un futuro migliore della Cgil, intorno alle iniziative sostenute dai compagni e dalle compagne delle Camere del Lavoro, ho verificato l’interesse e la partecipazione di lavoratori e cittadini, di tantissime persone che ripongono nella nostra organizzazione fiducia e speranza. Lavoratori e cittadini che non si rassegnano, e che chiedono alla Cgil di rappresentarli attraverso un’azione forte e coraggiosa.
Ecco, questa è l’iniezione di fiducia più grande. E, insieme, deve essere per la Cgil una forte spinta per andare avanti, e imporre quel cambiamento non più rinviabile, non deludendo milioni di persone che credono nella nostra organizzazione.