Sono l’ammortizzatore sociale più importante del paese: fanno da baby sitter ai nipoti, che quando crescono diventano ospiti fissi a pranzo (e cena), perché i nonni cucinano divinamente bene. Fanno gli autisti nei tanti borghi dove i servizi pubblici arrivano poco e male, per riprendere i ragazzi da scuola, per accompagnarli in palestra e alle prime feste con i compagni di classe. Evviva gli alfieri della terza età, sempre pronti a dare una mano, infaticabili operai dell’istituzione che il Censis di Giuseppe De Rita definisce la più importante del paese, la famiglia.
Sono un esercito, in buona parte con pensioni che non arrivano a mille euro al mese, eppure senza di loro gli under venti non avrebbero i dieci euro da spendere nel fine settimana per il cinema o la pizza con gli amici. E non si dica che sono dei privilegiati: figli e figlie, specialmente negli anni di questa lunghissima crisi, hanno dovuto chiedere loro una mano spesso e volentieri. Economica, s’intende. E i governi, a partire da quello di Lamberto Dini del 1995-96, su di loro hanno fatto cassa. Dice che ce lo chiedesse l’Europa, per entrare nel club dei grandi del continente. Loro hanno subito per alcuni lustri. Poi si sono arrabbiati, e ora rivendicano pensioni meno misere.
Antonio Amoruso è segretario del sindacato pensionati italiani (Spi-Cgil) della lega di Quarto Oggiaro. “Le leghe - spiega - sono le strutture di base dello Spi, operano sul territorio di propria competenza. Io e i miei compagni siamo impegnati in quella zona del milanese che si affaccia sull’area dell’Expo. La nostra lega non è molto grande, abbiamo circa 1.800 iscritti, nacque durante le prime grandi ristrutturazioni all’Alfa Romeo”. Molti tesserati sono ex operai della casa del Biscione, del resto Quarto Oggiaro è stata storicamente e resta territorio simbolo di insediamento e di lotte operaie.
Amoruso ricorda che, quando diventò segretario, “la lega si occupava soprattutto di servizi per gli anziani: attività di assistenza, compilazione del 730, modello Red, patronato Inca. Ho subito cercato di fare anche qualcosa di più ‘politico’. Abbiamo organizzato un convegno sulla Resistenza insieme all’Associazione nazionale partigiani. Perché a Quarto Oggiaro e nei quartieri limitrofi, ancora oggi, risiedono uomini e donne che hanno contribuito alla lotta di liberazione e alla crescita democratica di Milano e del paese. Valga per tutti il nome di Lina D’Ambrosio, che ha più di novant’anni ed è conosciutissima in città”.
La storia e la memoria da trasmettere ai più giovani, anche questo fa parte della vita quotidiana della lega di Quarto Oggiaro. Poi, va da sé, la lega fa da interfaccia con il comune di Milano per organizzare i servizi agli anziani e agli invalidi, specialmente in ambito socio-sanitario e per i trasporti. Le leghe sono dei veri e propri punti di riferimento per gli over settanta. “Lo Spi Cgil fa welfare. Ad esempio si è occupato di un aspetto poco pubblicizzato ma molto importante per la vita della terza età. Quello dell’alimentazione, che non riguarda solo cosa si mangia e cosa si beve, ma anche dove acquistare i generi alimentari per spendere meno e come evitare gli sprechi. Perché sai, noi pensionati in grandissima parte non siamo certo ricchi”.
La lega Spi di Quarto Oggiaro è in rete con altre associazioni di volontariato, che si occupano degli anziani ma non solo. “Insomma ci diamo da fare – tira le somme Amoruso - il nostro non è un luogo propriamente politico. Il nostro primo compito è quello di affrontare i problemi dei nostri coetanei, di discutere e di trovare le migliori soluzioni”. Ma perché Amoruso ha scelto lo Spi Cgil? “Ero delegato Filcams alla Postalmarket, poi sono finito in cassa integrazione e anche in mobilità. Sono stato funzionario Fiom per due anni, a Rozzano. Raggiunta la pensione ho continuato a fare attività sindacale con lo Spi”. Postalmarket, quanti ricordi. Con i cataloghi colorati che arrivavano nelle cassette della posta degli italiani, pronti ad acquistare in un grande magazzino virtuale, che ha tanti punti di contatto con gli odierni giganti del commercio a domicilio.
Come facilmente intuibile, la lega di Quarto Oggiaro opera in una zona operaia e non certo ricca. “Un segretario di lega deve essere duttile, e sapersi destreggiare fra cento richieste diverse, burocratiche, amministrative, anche politiche. Quando ero delegato di fabbrica, dovevo rendere conto direttamente ai miei compagni di lavoro. Ora devo rendere conto a cittadini e cittadine che hanno avuto vite lavorative anche molto diverse dalle mie”. È la forza del Spi, che non per caso è la più numerosa categoria della Cgil, con circa tre milioni di iscritti.