Una mobilitazione culturale per una giusta narrazione dell’immigrazione. E’ necessario uno sforzo finale per raggiungere le 50mila firme.
Nel mese di maggio è partita in tutta Italia la raccolta di firme per la legge di iniziativa popolare dal titolo “Nuove norme per la promozione del regolare permesso di soggiorno e dell’inclusione sociale e lavorativa di cittadini stranieri non comunitari”. Sono 50mila le firme di cittadini italiani da raccogliere in sei mesi (quindi entro la metà di ottobre), per sottoporre la legge all’attenzione del Parlamento.
Anche la Cgil aderisce alla campagna “Ero straniero - l’umanità che fa bene”. Una campagna che si propone inoltre di cambiare il racconto pubblico sull’immigrazione, ostaggio di pregiudizi, luoghi comuni, e vere e proprie bugie che, invece di contrastare, la politica sceglie spesso di cavalcare per guadagnare consenso. Ne sono dimostrazione gli ultimi provvedimenti adottati dai ministri Orlando e Minniti, che hanno deciso di firmare l’apartheid giudiziaria per richiedenti asilo e migranti, e di colpire, poveri, tossicodipendenti, clochard e persino i writers, nel nome della sicurezza urbana.
Ancora, la mancata calendarizzazione per il mese di settembre in Senato del provvedimento sulla cittadinanza ai figli di migranti nati e cresciuti in Italia rappresenta una grande miopia da parte delle forze politiche, che rischiano di minare la tenuta democratica nonché la coesione sociale nel paese. Meno male che nel paese vi sono numerose associazioni laiche e religiose, che hanno a cuore il bene e il futuro dell’Italia e hanno deciso, attraverso la campagna “Ero straniero - l’umanità che fa bene” di mettere in campo una grande mobilitazione culturale, di opposizione sociale contro la deriva razzista e xenofoba, con l’obiettivo di scongiurare il rischio che nel nostro paese prevalga il fronte dei muri e delle chiusure. Un fronte che alimenta un racconto fatto di paure e menzogne, aiutato da una legge, la Bossi-Fini, che ha prodotto solo illegalità, clandestinità e sfruttamento.
Occorre cambiare la narrazione e restituire al paese un’immagine diversa dell’immigrazione, spiegando agli italiani quali sono le verità; perché la coesione sociale va vantaggio dell’intera società. Il modo migliore per uscire dalla grande crisi attuale - che è globale ma si riflette in modo particolarmente pesante su paesi come l’Italia, devastati da politiche neoliberiste e dalla debolezza e incoerenza dei sistemi di protezione sociale - è quello di implementare le politiche di solidarietà e di coesione sociale, di incremento dei diritti dei più deboli, di difesa delle minoranze. Il contrario di quelle finora portate avanti a discapito dei diritti delle persone migranti, sperando così che rancori e conflitti orizzontali permettano a una classe politica screditata di restare in sella. E’ accaduto più volte nel corso della storia. Ma il fatto che sia uno schema classico non significa che non sia destinato a fallire.