I buoni, i brutti, i cattivi. Questi ultimi nell’immaginario collettivo erano gli addetti di Equitalia. Raccontati nelle chiacchiere al bar come poiane, pronte a gettarsi in picchiata sul contribuente indifeso. Ora che il governo Renzi, con un’operazione gattopardesca, ha chiuso la società di riscossione, trasferendo tutti gli addetti all’Agenzia delle Entrate, di Equitalia non si sentirà più parlare. Naturalmente le tasse e gli altri tributi continueranno ad essere riscossi. Perché, gli Stati Uniti insegnano, essere contribuenti onesti è un dovere dei cittadini. Pena la galera, come successe nel secolo scorso al celebre gangster Al Capone, e come succede tutt’ora a chiunque negli States cerchi di frodare il fisco.

Per certo, l’annuncio del governo Renzi (‘aboliamo Equitalia’) ha fatto rumore. Silvano Righi, coordinatore nazionale degli esattori per la Fisac Cgil, tiene a puntualizzare: “Dovrà essere garantito il riassorbimento di tutti gli impiegati a condizioni di lavoro analoghe e non certo peggiorative”. Sul fronte della rottamazione, ovvero la cancellazione di sanzioni, interessi di mora e oneri di riscossione dalle cifre dovute al fisco, è ancora difficile quantificare l’impatto delle nuove norme. “Certo agli occhi di una buona parte dell’opinione pubblica, quella che paga regolarmente le tasse - spiega Righi - tutto questo potrebbe apparire il solito condono mascherato, per venire incontro a una categoria sempre assai numerosa in Italia come quella degli evasori”.

Tutte le lavoratrici e i lavoratori del settore riscossione hanno scioperato compatti. “Una mobilitazione straordinaria”. Righi punta il dito contro il clima di sfiducia verso Equitalia: “Stiamo parlando di lavoratori che applicano le leggi dello Stato, e che per questo vengono additati come usurai”. Il proclama del governo rende incerte, nel prossimo futuro, le condizioni dei poco più di 8.000 addetti. “La società sarà liquidata entro la prossima estate. Si tratta di personale esperto e specializzato, i più giovani hanno già dieci anni di servizio. Il codice civile sul punto è chiaro, il nostro posto di lavoro deve essere confermato per tutti. Hanno tentato di prevedere per legge preselezioni e prove da superare. Insomma ci hanno provato”.

Righi parla del suo lavoro con l’esperienza e il giustificato orgoglio di chi ha oltre trent’anni di anzianità di servizio. “Abbiamo sempre fatto il nostro dovere, nel pieno rispetto delle leggi. Non è il nostro compito fare i buoni o i cattivi a seconda delle circostanze”. Un passo indietro. “Lo svolgimento della funzione della riscossione dei tributi è stato per molti anni delegato ai privati - sottolinea Righi - ed è poi stato affidato in concessione ad istituti di credito. La penultima fase del lungo processo di riforma, realizzata nel 2006, ha reso pubblico il servizio. L’Agenzia delle Entrate e gli altri enti impositori realizzano l’accertamento e la liquidazione di imposte e tasse, Equitalia esercita la riscossione. Equitalia S.p.A. è una società a totale controllo pubblico, partecipata al 51% dall’Agenzia delle Entrate e al 49% dall’Inps”.

Un dato che non può essere trascurato mostra come, nel passaggio dal settore privato al settore pubblico, il volume delle riscossioni è triplicato. Con la riforma del governo Renzi, l’Inps cederà il suo 49% alla stessa Agenzia delle Entrate. “Negli ultimi anni - continua Righi - la politica fiscale è stata caratterizzata da molti condoni, dalla demonizzazione di imposte, tasse e di chi è chiamato ad esercitare la funzione della riscossione. Equitalia è stata dipinta come il diavolo, i suoi dipendenti come vampiri. Siamo stati addirittura fatti oggetto di attacchi personali, con attentati alle nostre automobili, lettere minatorie inviate negli uffici e addirittura a casa, in qualche caso aggressioni fisiche”.

Gli ultimi dieci anni di crisi hanno ampliato la platea dei contribuenti inadempienti, non raramente per necessità. “Se il contribuente non è in grado di pagare - segnala sul punto Righi - dopo le necessarie verifiche è possibile stilare un verbale di nullatenenza. Svolgiamo una duplice importante funzione. Insieme a cercare di garantire un importante volume di riscossione, chi lavora per Equitalia deve anche realizzare deterrenza, ovvero far comprendere a tutti i cittadini che devono assolvere spontaneamente ai loro obblighi fiscali. Fa parte di quel patto sociale per cui tutti dobbiamo contribuire ai servizi di interesse generale, ognuno secondo le proprie possibilità, come dice la stessa Costituzione”. Le temute cartelle per la riscossione di tasse e tributi non pagati continueranno ad arrivare. Ma non saranno più targate Equitalia. Con chi se la prenderanno in futuro i contribuenti inadempienti?

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