Non è cominciato bene il 2018. Si ripete la tragedia dei morti sul lavoro, nell’irresponsabilità di certi imprenditori e senza alcuna risposta concreta dal mondo padronale e dalle autorità pubbliche. Nella ricerca del profitto aumenta lo sfruttamento delle persone, e il diritto al lavoro si contrappone a quello alla vita e alla salute.

La campagna elettorale sta riproponendo il peggio delle promesse ingannevoli. La destra xenofoba e razzista lucra sulle paure e i problemi della gente, e lo squadrismo neofascista è in preoccupante espansione in tutto il paese. Per questo è fondamentale la scelta della Cgil di mobilitarsi, insieme all’Anpi, in difesa della Costituzione.

E intanto le Camere sciolte votano, con una maggioranza che include il centro destra, per la missione militare italiana in Niger. La guerra “ai trafficanti” è in realtà un nuovo capitolo, dopo la Libia, della guerra a profughi e migranti.
Ma il 2018 è anche l’anno del congresso della Cgil. Un congresso importante per gli iscritti, i lavoratori, i pensionati e per l’intero Paese.

La Cgil, pur con i suoi limiti, è la più grande organizzazione sociale del nostro Paese. Si fonda sulla difesa della Costituzione, dei diritti sociali e del lavoro, della democrazia.

Di fronte a partiti “liquidi” e a una crescente frammentazione sociale, frutto di aggressive politiche neoliberiste, delle diseguaglianze, della precarietà del lavoro, il radicamento, la proposta e le mobilitazioni della Cgil sono un punto di riferimento indispensabile per ricostruire, a partire dai luoghi di lavoro, l’unità del mondo del lavoro, la coesione sociale e una speranza per il futuro.

Occorre, tutti, avere consapevolezza della sfida e praticare, nel percorso congressuale, la proposta innovativa di ascolto condivisa nell’ultimo direttivo nazionale.

La radicalità delle nostre proposte, la fatica di ottenere risultati nonostante rapporti di forza non favorevoli, la difficoltà nel dare risposte ai bisogni di lavoratori, disoccupati, pensionati, nella contrattazione come nelle tutele individuali, ci obbligano ad alzare lo sguardo verso il carattere generale di uno scontro che reclama confederalità, pena il rinchiuderci, come la politica, in settorialismi perdenti o in corporativismi e populismi. Stiamo facendo la scelta coraggiosa di un congresso innovativo, unitario e plurale, che coinvolga tutto il corpo attivo dell’organizzazione nella costruzione del programma e dell’iniziativa per i prossimi quattro anni.

Partiamo da un patrimonio importante da riaffermare: la difesa e l’applicazione della Costituzione, il Piano del Lavoro, la Carta universale dei Diritti, la contrattazione nazionale di categoria e sociale, la riaffermazione del ruolo pubblico in economia e di uno stato sociale universale rinnovato.

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