Decine di miglia di persone, tanta Cgil, alla grande manifestazione nazionale di sabato 24 febbraio. Continua la mobilitazione per lo scioglimento delle organizzazioni neofasciste.

Un lungo serpentone di donne e uomini, piazza del Popolo piena: nonostante la pioggia e le inedite minuziose perquisizioni della polizia di Minniti ai pullman della Cgil e degli antifascisti, la manifestazione nazionale “Mai più fascismi, mai più razzismi” di sabato 24 febbraio è pienamente riuscita.

Alle quattro e mezzo del pomeriggio, sotto un’acqua che scende sempre più forte, la presidente nazionale dell’Anpi, Carla Nespolo, rivendica orgogliosa il successo della manifestazione, ringraziando le ventitré associazioni – Cgil e Arci in testa, oltre alla stessa Anpi – che hanno lanciato l’appello “Mai più fascismi” e che hanno organizzato la manifestazione.

Un appuntamento non del tutto semplice, per la distanza temporale dall’attentato terrorista di Macerata, gli errori politici, e le incredibili posizioni istituzionali che avevano portato alla non adesione alla manifestazione del sabato precedente nella città marchigiana.

Fin dalla partenza del corteo, alle 13.30 da piazza della Repubblica, si sono notate le assenze di alcuni politici ed esponenti del governo, che hanno fatto capolino, alla fine, solo per pochi minuti. In testa al corteo ci sono Anpi, Arci e sindacati, con una chiara predominanza delle bandiere rosse della Cgil. A fianco di Carla Nespolo c’è Susanna Camusso, poi l’ex presidente dell’Anpi, Carlo Smuraglia. Dall’altra parte il leader Uil, Carmelo Barbagallo, mentre Annamaria Furlan è a casa con la febbre. Dietro di loro sfilano le sezioni territoriali dell’Anpi, con tanti fazzoletti tricolori al collo di quei pochi ragazzi che fecero la Resistenza ancora rimasti.

Improvvisamente si materializzano i bambini, gli alunni della scuola primaria Di Donato Manin dell’Esquilino, una delle più multietniche di Roma. Portano uno striscione che dà speranza per il futuro: “Studiamo insieme, tutti i bambini, tutti cittadini”.

Il troncone dei pensionati dello Spi Cgil è colorato, pieno di capellini con una scritta che fa il verso a Trump: “Make Italia antifascista again”, e cartelli di una certa sagacia: “Le guerre tra i poveri le vincono i ricchi”, “Aiutiamoci a casa nostra”, “C’è solo una razza, quella umana”. Anche la Fp Cgil ha uno striscione fatto apposta per l’occasione: Fp come “Funzione partigiana”.

Mentre il lungo serpentone del corteo scende dal Pincio verso piazza del Popolo, sul palco l’attore Giulio Scarpati, contornato da una ventina di ragazzi, richiama “all’unità antifascista”. Ragazze dei licei romani leggono le lettere scritte dai partigiani ai loro figli. Il videomessaggio della neo senatrice a vita Liliana Segre, scampata ai campi di concentramento nazisti, scalda la piazza: “Faccio appello a tutti, politici e operatori dell’informazione, anche se non voglio illudermi che ascoltino una vecchia nonna che ne ha passate tante: non dividete gli esseri umani, non offrite facili nemici in pasto a chi ha paura”. Non usa mezzi termini: “La caccia all’uomo nero avvenuta a Macerata ci ha mostrato il baratro che abbiamo di fronte”.

E’ Carla Nespolo, prima donna alla guida dell’Anpi, prima anche della generazione che non ha fatto, per ragioni di età, la Resistenza, a chiudere la manifestazione con un comizio appassionato, mentre ancora il corteo scende dal Pincio sotto una pioggia a tratti scrosciante. “In queste settimane ci sono stati troppi silenzi. Il fascismo è nemico della conoscenza, è nemico delle donne”. E ancora: “ribadiamo la richiesta dello scioglimento immediato delle organizzazioni neo fasciste applicando la Dodicesima disposizione transitoria della Costituzione che vieta la riorganizzazione del partito fascista. L’escalation della violenza di queste settimane nasce anche dal ritardo nell’applicarla”. Una grande e bella manifestazione, che si conclude cantando tutti insieme “Bella ciao” con la musica dei Modena City Ramblers.

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