Nella Giornata internazionale contro Le discriminazioni razziali dell’Onu, la manifestazione promossa dal comitato “21 marzo - Torino mano nella mano contro il razzismo”.

In questi anni donne e uomini si sono mobilitati per rivendicare diritti e uguaglianza nei luoghi di lavoro e nei territori con l’idea di contrastare ogni forma di intolleranza, discriminazione e diseguaglianza (razzismo, xenofobia, omo-transfobia, sessismo, islamofobia). A Torino un comitato molto ampio di associazioni, organizzazioni sindacali confederali, cittadine e cittadini, nell’ultimo anno, ha ripreso la lunga battaglia affinché, anche nel nostro paese, venisse approvata una legge che riconoscesse la cittadinanza e i diritti a bambine e bambini, ragazze e ragazzi nati e cresciuti in Italia.

Il comitato ha presidiato, 24 ore su 24, per due settimane, la piazza principale della città per informare, confrontarsi e raccogliere firme a favore della calendarizzazione del voto in Senato della proposta di legge per lo ius soli temperato e lo ius culturae. Purtroppo, nonostante la forte mobilitazione a Torino e in tutta Italia, la legislatura si è chiusa senza che il disegno di legge sia stato posto in votazione, rimandando a un futuro non a portata di mano il riconoscimento dei diritti di cittadinanza per quasi un milione di cittadine e cittadini già italiani nella sostanza.

Nuovamente le forze politiche in primis, ma anche alcune forze sociali e culturali, hanno continuato a strumentalizzare il fenomeno delle migrazioni e delle diseguaglianze per trasformare in colpevoli le vittime delle guerre e dello sfruttamento economico e ambientale. Gli Stati dell’Unione europea preferiscono proteggere le frontiere e le merci, anche in questi giorni, e non le persone, girandosi dall’altra parte di fronte alle contraddizioni del Mediterraneo, storicamente crocevia di culture, diventato oramai un cimitero senza nomi.

Oggi quindi la consapevolezza delle persone è ancora sotto attacco. La falsa sicurezza dei cittadini viene costruita sulla pelle delle persone, soprattutto quelle migranti, portandoci dalla legge Bossi-Fini, sempre in vigore, a quella Minniti. Non si affrontano le criticità e le forti diseguaglianze, che permangono e si accentuano in grossa parte del mondo, ma si preferisce continuare in una narrazione confusa e fuorviante che sovrappone strumentalmente le migrazioni, i rifugiati richiedenti asilo e protezione internazionale, la sicurezza delle frontiere e dei cittadini.

Per questi motivi il comitato “21 marzo - Torino mano nella mano contro il razzismo” ha continuato a confrontarsi in questi mesi, portando anche le proprie elaborazioni e proposte al confronto con tutte e tutti i candidati locali alle recenti elezioni politiche. E come ogni anno, pacificamente e con immensa speranza che una società migliore è possibile, Torino celebra la Giornata internazionale contro le discriminazioni razziali con un corteo cittadino, appunto mercoledì 21 marzo 2018. Siamo scesi in piazza pacificamente e con le nostre parole d’ordine: democrazia, libertà, Costituzione, antifascismo e antirazzismo.

Nel 1966, l’Assemblea generale dell’Onu ha istituito la Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale”, in ricordo del grave fatto di sangue del 21 marzo 1960, quando a Sharpeville, in Sud Africa, la polizia aprì il fuoco su una manifestazione pacifica contro il regime di apartheid allora vigente, uccidendo 69 persone.

Pensiamo sia ancora più importante oggi essere collettivamente e pacificamente nelle piazze delle nostre città e prendere parola, perché in Italia si continuano a verificare episodi di intolleranza, discriminazione e razzismo in molti contesti della società. E’ per questo motivo che il corteo è stato promosso non solo dalle associazioni, dalle comunità e dalle organizzazioni sindacali confederali, che storicamente animano le iniziative cittadine sui temi delle migrazioni e dell’antirazzismo, ma anche dalle associazioni antifasciste, studentesche, femministe e lgbtqi.

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