Storico accordo sindacale all’hub Amazon di Piacenza.

“Lavorate duro e fate la storia”. Forse mai come oggi lo slogan è appropriato, in una sorta di ribaltamento dei ruoli: non è Amazon a ribadirlo ma è il sindacato a farlo proprio. Infatti il 22 maggio scorso si è scritto un piccolo pezzo di moderna storia sindacale. E’ stato siglato a Piacenza, nell’hub di Castel San Giovanni, il primo accordo tra Amazon e le rappresentanze sindacali delle lavoratrici e lavoratori del comparto del commercio.

La Filcams Cgil è stata una delle protagoniste di questo accordo sindacale che introduce, primo e unico in Europa e a livello internazionale, elementi negoziati tra la multinazionale di Seattle e il sindacato. Le novità introdotte sono importanti avanzamenti per i lavoratori in tema di organizzazione del lavoro, accompagnati da maggiori riconoscimenti economici integrativi del contratto collettivo di lavoro.

L’accordo è stato firmato su mandato dei lavoratori, che hanno votato al referendum indetto dai sindacati a margine di cinque assemblee tenute a fine turno; al voto hanno partecipato circa un terzo degli aventi diritto, segnando un 70% di voti favorevoli. Il principio ispiratore dell’accordo è l’equità, con una redistribuzione dei carichi di lavoro che elimina l’obbligo per alcuni lavoratori del lavoro notturno o pomeridiano, e con una riorganizzazione più equa fra tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori dei turni di copertura lavorativa nei weekend.

Si è realizzato così un modello sostenibile, per l’impresa e per i lavoratori, in uno “scambio negoziale” dove si sono contemperate le esigenze degli uomini e donne che lì lavorano, e il cosiddetto “Modello Amazon” improntato alla totale dedizione delle esigenze dei consumatori. Un percorso difficile e complesso, che ha avuto anche momenti di tensione e conflittualità, culminati con la manifestazione di sciopero in concomitanza con il “Black Friday” dello scorso anno.

Nel dettaglio, l’accordo avrà durata annuale, e ne viene specificata la sperimentalità. La decorrenza sarà a partire dal prossimo 17 giugno e viene fissato un primo paletto, a quattro mesi dall’introduzione, per una verifica dei risultati ottenuti. E’ stata introdotta l’adesione volontaria al turno notturno, che viene retribuito con una maggiorazione percentuale supplementare del 25%, e il mantenimento dell’impegno lavorativo di 40 ore settimanali distribuite in cinque giorni, elemento che può sembrare “acclarato” (in altre tipologie di attività) ma che rappresenta invece per Amazon un modello differente da quello in uso in tanti suo hub a livello sovranazionale, dove si tende ad una articolazione oraria settimanale concentrata in pochi giorni lavorativi.

Il nuovo modello di organizzazione del lavoro offre ai lavoratori, condividendo con equità i disagi dei tempi di vita e di lavoro, uno schema di otto settimane, all’interno del quale viene lavorato un weekend intero (sabato e domenica); vengono rispettati quattro weekend di riposo; vengono lavorati due sabati; viene lavorata una domenica; viene concesso un riposo di tre giorni consecutivi comprendenti il weekend.

Ora la nuova sfida è il consolidamento del modello. Se la fase sperimentale avrà esiti positivi, questo dimostrerà come è possibile l’alternativa: un’alternativa costruita con il confronto continuo e l’ascolto attivo dei propri lavoratori e lavoratrici. Un modello di organizzazione esportabile e riproducibile alle altre realtà sparse per l’Europa.

Speriamo che quanto fatto a Piacenza possa spianare la strada nell’apertura di tanti altri tavoli di confronto in tutti i paesi dove Amazon ha una propria sede, e l’allargamento ad altri temi quali la prevenzione e sicurezza sul lavoro. L’attenzione è tanta, non solo da parte dei media. Quanto fatto a Piacenza ha riacceso la speranza in tutti quei lavoratori che da anni stanno portando avanti battaglie per la dignità del lavoro nei confronti delle grandi multinazionali. Tutto il mondo sindacale, dalla Confederazione Europea dei Sindacati (Ces) alle Federazioni globali e europee di categoria, si è unito in espressioni di riconoscimento e stima per quanto fatto in Italia.

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