Un ricordo di Rita Borsellino, scomparsa lo scorso 15 agosto.    

Due occhi blu, bellissimi, tristissimi. Questo il ricordo di quando la vidi per la prima volta. Questo il ricordo che ho di lei. Rita era una persona straordinariamente normale, moglie, mamma, nonna, una farmacista stimata. Una vita piena e normalissima sconvolta, in un torrido pomeriggio del luglio ‘92, dall’omicidio del fratello Paolo.

La vita di Rita cambia improvvisamente. Superato il trauma iniziale, decide sia doveroso tenere vivo il ricordo del fratello e di tutte le vittime di mafia, e per realizzare il suo progetto si impegna a diffondere una cultura di giustizia e solidarietà, affinché le nuove generazioni acquisiscano consapevolezza dei propri diritti e una coscienza critica che le aiuti a distinguere, con certezza la differenza tra il bene e il male.

Sono gli anni di collaborazione con l’Arci e con Libera, gli anni della Carovana Antimafie, con l’intento di portare per le strade la cultura dell’antimafia, quella vera, cioè quella capace di incidere positivamente sulla vita reale, politica e amministrativa. Sono anche gli anni in cui Rita scrive: “Nonostante Donna. Storie civili al femminile” (1996) , “La fatica della legalita” (1999), “I ragazzi di Paolo. Parole di resistenza civile” (2002), “Fare memoria. Per non dimenticare e per capire” (2003), “Il sorriso di Paolo” (2005).

Sono poi gli anni in cui la sinistra siciliana comincia a discutere delle imminenti elezioni regionali e, come al solito, non riesce a immaginare un candidato credibile. Ma ad un compagno (che non cito perché non so se gradirebbe) viene un’idea: e se candidassimo Rita Borsellino? Fra lo smarrimento generale e l’imbarazzo di alcuni, che forse pensavano ad altro; e tra i molti se e ma del tipo “è di destra”, “ha simpatie monarchiche”, “ma che esperienza ha?”, tutti capimmo che l’idea era straordinaria ma che mancava di un elemento fondamentale: ma lei accetterà?

Da qui inizierà una esperienza straordinaria, di vicinanza e conoscenza. Una esperienza diversa, che subito ci fece capire che facevamo parte di un’altra storia. E “Un altra storia” diventò il movimento di Rita, irripetibile esperienza politica con l’idea dominante di creare un luogo di democrazia partecipata e dal basso, con la sperimentazione dei “cantieri tematici”, e con la creazione di un luogo che ci vedeva appassionarci ad un progetto che riconosceva Rita leader indiscusso, e che metteva insieme comunisti, cattolici, laici, e soprattutto gente che non si riconosceva in nulla se non in Rita.

Fu entusiasmante l’esperienza delle primarie del centro sinistra che la vide vincere su altri candidati. Adesso Rita era la nostra candidata, e iniziava una sfida quasi impossibile che la vedeva contrapposta al governatore uscente, Salvatore Cuffaro. Non abbiamo vinto, ma con Rita abbiamo raggiunto quasi il 42% dei consensi, risultato davvero ragguardevole. Io ho sempre pensato che potevamo fare meglio, e che contro di noi un ruolo importante l’ha giocato chi, ufficialmente dalla nostra parte, cominciò a preoccuparsi di un possibile presidente della Regione di tale caratura. Ma quest’ultima resta solo una mia impressione.

Di quella esperienza resta un seggio all’Ars conquistato per due anni, fino allo scioglimento della stessa Assemblea regionale siciliana. Ma la voglia di Rita Borsellino in Sicilia c’è ancora, e nel 2009 lei viene eletta deputato europeo, con quasi 230.000 preferenze.

Nel 2012 infine l’avremmo voluta candidato sindaco di Palermo, ma non vinse le primarie e, a mio avviso, questa terra ha perso ancora una volta una grande possibilità. Il resto è storia recente, Rita continua il suo impegno nel sociale, continua ad essere l’instancabile motore del suo movimento e, per noi, la grande occasione persa.

Nei suoi interventi Rita amava dire che il dialetto siciliano non coniuga verbi al futuro, e che invece lei avrebbe voluto regalare a questa terra il futuro e la speranza, ed è per questo che una delle cose che più l’ha emozionata è stato uno striscione di uno studente fuorisede con scritto:”Non torno per votare ma voto per tornare”. Ci mancherai Rita, mancherà la tua statura morale, la tua timidezza, la tua gentilezza e il tuo rigore. A noi il privilegio di averti conosciuta e di esserti stata accanto. Ciao Rita.

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