Quello della città lombarda è un chiaro episodio di razzismo istituzionale, tanto più grave perché discrimina dei bambini. La maggioranza politica “del cambiamento” è forte con i deboli e condona ricchi ed evasori. 

Nell’accingermi a scrivere alcune riflessioni sul caso della mensa e dei servizi scolastici a Lodi, avevo pensato, per onore di cronaca, di rivedere i fatti accaduti, per riportare le informazioni il più possibile corrette. Una correttezza anche verso coloro che stanno conducendo una battaglia di civiltà contro le discriminazioni a dei bambini. Ma non riesco a superare l’idea che, dietro l’apparente richiesta di “regole certe per tutti”, ci sia un preciso obiettivo politico: quello di rimarcare che gli “stranieri” chiederebbero favoritismi e deroghe nei loro confronti.

Il regolamento della sindaca leghista di Lodi chiede a tutti i residenti di dimostrare la loro condizione reddituale e patrimoniale per accedere a tariffe agevolate ai servizi di mensa e trasporto scolastico. Di per sé una richiesta lecita, nel principio che tutti devono rispettare le regole. In realtà, è oggettiva la difficoltà per chi proviene da altri paesi nel reperire la documentazione necessaria per attestare la loro effettiva condizione di reddito e di patrimonio nel paese d’origine.

Chi ha scritto quel regolamento non poteva non sapere che le conseguenze si sarebbero scaricate sicuramente su una fascia debole, come quella dei bambini, tanto è vero che non sono state previste deroghe, neppure per coloro che hanno prodotto i documenti richiesti, recandosi nel loro paese d’origine o presso ambasciate e consolati, documenti poi giudicati non conformi dallo stesso Comune che ha formulato il regolamento così restrittivo. Ma non dovrebbero essere rappresentanti del “governo del cambiamento”?

Nel frattempo, proprio dei bambini si trovano ad essere differenziati nel gesto più quotidiano e anche più umano, che è non solo di condividere un pasto, ma di potersi nutrire fisicamente e culturalmente, in un clima di condivisione e convivialità, che diventa la base del vivere e sentire comune. Garantire l’accesso a tutti i bambini è buonismo, o solo umanità e senso del diritto costituzionale del nostro paese?

Sono andato a rivedere la definizione etimologica di razzismo, sempre per onestà intellettuale: “Complesso di manifestazioni o atteggiamenti di intolleranza originati da profondi e radicati pregiudizi sociali, ed espressi attraverso forme di disprezzo ed emarginazione nei confronti di individui o gruppi appartenenti a comunità etniche e culturali diverse, spesso ritenute inferiori”.

Quindi, rileggendo gli episodi di Lodi, stabilire un regolamento e applicarlo rigidamente ben sapendo che una fascia ben identificata di persone non sarà in grado di ottemperarvi diventano forme di emarginazione scientemente ricercate. Sarebbe banale richiamare alla legalità e al rispetto delle leggi coloro che hanno ottenuto una dilazione di ben ottant’anni, dopo essere stati condannati a risarcire 49milioni di euro indebitamente sottratti agli “italiani”; cioè a quanti, italiani e stranieri, pagano regolarmente le tasse.

Eppure sono fatti che rispondono al vero, così come il segno di questa legge finanziaria, che oltre a introdurre un principio di iniquità fiscale, come la flat tax, stabilisce l’ennesimo condono agli evasori. Le forze politiche della maggioranza, quindi, sono contro gli immigrati ma favorevoli agli evasori e a coloro che la legge non la rispettano, come accertato da un tribunale. Sono forti con i deboli, come nel caso delle occupazioni immobiliari da parte degli immigrati, ma scelgono di non sgomberare l’occupazione abusiva da parte di Casa Pound, forza che dovrebbe essere messa fuori legge perché non rispetta la costituzione antifascista.

Essere forte con i deboli, lasciare dei bambini senza pasto è razzista e disumano. Come è stato disumano, e profondamente xenofobo, oscurare le pallavoliste Paola Egonu e Miriam Sylla, medaglia d’argento ai mondiali, da una pubblicità di acqua minerale. Per fortuna esistono persone che possono dare a tutti noi una lezione di dignità: grazie alla popolazione civile che ha raccolto fondi per consentire a tutti l’accesso alla mensa. E grazie anche a Ilaria Cucchi, una gran donna!

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