Tebe dalle Sette Porte, chi la costruì? - di Maurizio Brotini

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Ancora sulla risoluzione del Parlamento europeo che equipara nazismo e comunismo. 

Il voto della maggioranza del Parlamento europeo a favore della risoluzione che riscrive la Storia ed oltraggia la Memoria non è passato senza sollevare nel nostro paese le giuste e doverose critiche.

Anpi ed Arci hanno fatto sentire la loro voce, assieme ad un numero significativo di prese di posizione della sinistra politica e dei sinceri democratici. La stessa Cgil vede un brulicare positivo di prese di posizione e di riflessioni, culminate nella nota della segreteria nazionale. Lo stesso Davide Sassoli, presidente del Parlamento europeo, sollecitato dal Comune di Marzabotto, vittima di una delle più feroci stragi naziste rese possibili dai fascisti locali, ha rimarcato con una evidente autocritica come non si possa mettere sullo stesso piano vittime e carnefici.

Una risoluzione, come è stato colto a freddo anche dai più distratti, che mina in realtà la stessa possibilità di una ripresa e rilancio dell’Unione. Non sono infatti valori condivisi quelli che animano paesi come Ungheria e Polonia, con i loro governi illiberali e xenofobi, e tanto meno vi è una prospettiva geopolitica significativa senza considerare la Russia come regione d’Europa. Non considerare gli enormi sacrifici militari e civili dell’Urss nella sconfitta del nazismo consegna inoltre a Putin un consenso immeritato.

Ma il punto decisivo, oltre a considerare il Patto Molotov-Ribbentrop come causa della Seconda guerra mondiale - è la subordinazione alla Nato, e quindi agli Usa, del destino dell’Europa. Al contrario, solo un profilo autonomo sul piano geopolitico e militare può garantire un ruolo e uno spazio in un mondo multipolare, che vede la Cina come assoluta protagonista.

Tralasciamo in queste righe l’apologia del libero mercato e del più trito liberismo economico come elemento unificante e costituente proposto. La risoluzione, tuttavia, solleva un più profondo interrogativo. Chi e cosa muove la Storia? Quali sono le forze alla base del divenire storico? Quanto pesano lunghe durate, strutture materiali, eventi? O la Storia torna ad essere quella dei grandi personaggi e delle diplomazie? La Storia evenemenziale, dove sono bandite cause profonde ed i senza voce perché senza storia? Per questa strada sparisce ed evapora l’azione collettiva che fa la Storia, regredendo addirittura ad una concezione fatalistica degli accadimenti, dimenticando quanto l’Umanesimo ed il Rinascimento ci hanno trasmesso al proposito. Non è la fortuna, come già diceva Machiavelli, a determinare i destini, ma le azioni consapevoli degli uomini artefici delle loro fortune. Ed ecco che il rifarsi ad un trattato rimanda agli “arcana imperi” degli antichi regimi, alle gesta, guerresche o diplomatiche, di re e imperatori. Una concezione di antico regime ibridata con una psicologia sociale d’accatto, dove conterebbero i tratti di personalità dei grandi personaggi e lo stile di direzione. La Storia guardata dal buco della serratura, insomma.

L’eternizzazione premoderna del realismo capitalista, del “non ci sono alternative”. Che non vanno addirittura cercate perché, riprendendo una concezione da destra cattolica, chi osa dare l’assalto al cielo viene colpito come sacrilego alla divinità. Ed è per questo che può dirsi che è il comunismo, ovvero l’aver messo in discussione l’ordine naturale del creato - dio, re e imperatori, patria e famiglia - ed aver con l’azione provato ad edificare società e uomini nuovi, la causa del nazismo. Il fascismo ed il nazismo sono causati, dunque, in questo asse di ragionamento: una risposta dura ma necessaria al ristabilimento dell’ordine e della disciplina. Che è tipico di tutto il pensiero reazionario moderno, quel pensiero che si oppone proprio alla modernità. Che è contro la Rivoluzione d’ottobre come a quella francese, che critica da destra lo stesso capitalismo delle origini perché distruttore del senso di comunità e dei legami di sangue, che considera l’origine di tutti i mali la rottura dell’unità dei cristiani perpetrata dalla riforma protestante.

Dei valori condivisi la risoluzione cancella come esecrabili tutti i passaggi che hanno fatto dell’Europa una delle culle della civiltà moderna: qualcuno informi chi l’ha proposta, e soprattutto chi l’ha votata e continua a difenderla.

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