Regionali, le proposte di Cgil e Sunia per una nuova politica abitativa pubblica in Toscana - di Simone Porzio

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I  dati Istat e quelli socio-economici legati alla pandemia Covid-19 evidenziano in tutta la loro drammaticità l’aggravarsi del disagio abitativo. Sunia e Cgil della Toscana da tempo collaborano, denunciano e propongono soluzioni per risolvere l’annosa questione che condiziona pesantemente sempre più persone con redditi medi e bassi che vivono del loro lavoro, sempre più precario e mal retribuito.

La scadenza elettorale regionale è una delle occasioni che Cgil e Sunia hanno utilizzato per ricordare che è giunto il tempo, per la politica e le istituzioni regionali, di realizzare un nuovo modello di politiche abitative. Su questi temi, mai come adesso, le persone sono in attesa di soluzioni tangibili e strutturali, oltre quelle emergenziali che rischiano di decadere nel caritatevole e nell’inconsistente. I sindacati hanno proposto ai candidati presidenti e consiglieri un documento programmatico di indicazioni e richieste, con l’auspicio che possano essere condivise e attuate nel corso della prossima legislatura.

Il documento si apre con la richiesta di sostenere, al Parlamento e nella Conferenza Stato-Regioni, la necessità di un “Piano casa” nazionale, con strumenti finanziari (compresi quelli europei) e normativi per assicurare un flusso costante di risorse per l’incremento dell’offerta pubblica di abitazioni, per la riqualificazione delle periferie secondo criteri edificatori improntati al recupero di edifici ed aree dismessi, al risparmio energetico, alla bio-architettura, alla green economy, e privilegiando nel mercato privato il ricorso al canale di affitto “concordato”, disincentivando il libero mercato. Un piano nazionale che rivitalizzerebbe anche il settore dell’edilizia e il suo indotto.

In Toscana è giunto il tempo di rivalutare il sistema di edilizia pubblica quale volano principale delle politiche abitative regionali in risposta al disagio abitativo, attraverso la definizione di un piano di legislatura che preveda uno stanziamento annuo di 20 milioni di euro di risorse regionali per ristrutturare e riassegnare le migliaia di case popolari sfitte che si liberano ogni anno, oltre ad assicurare le manutenzioni straordinarie alle parti comuni degli edifici esistenti. In questo modo, ottimizzando il patrimonio esistente, si riassegnerebbero nel corso di 5 anni oltre 8.500 abitazioni, offrendo una risposta immediata ai casi più urgenti delle oltre 20mila famiglie collocate nelle graduatorie comunali.

Anche grazie all’iniziativa sindacale condotta a livello unitario con Cisl Uil e i sindacati inquilini, il Consiglio regionale uscente ha approvato la legge di settore che conferma il valore sociale della casa pubblica, la sua sostenibilità in termini di canoni e di strumento per l’emancipazione sociale delle famiglie in difficoltà, e il ruolo della rappresentanza sindacale. Ma sarà necessario al più presto provvedere ad alcune modifiche, che estendano ai cittadini stranieri la possibilità di autocertificare l’assenza di immobili all’estero nella presentazione delle domande di casa popolare e contributi per l’affitto. Inoltre l’intervento pubblico non deve concludersi con la consegna delle chiavi di una casa popolare, ma deve proseguire con strumenti regolamentari e di mediazione sociale per il rispetto delle regole di convivenza civile, del bene pubblico assegnato, e per intervenire tempestivamente sui problemi che determinano disagio sociale e difficoltà di inclusione.

Anche in Toscana, soprattutto nelle città ad alta vocazione turistica, Firenze in primis, la crescita esponenziale dei flussi di visitatori e delle attività economiche collegate ha stravolto i centri storici, e non solo quelli, escludendo la popolazione residente a causa dell’indisponibilità di alloggi da destinare ad abitazione principale e con canoni sostenibili.

Sono pertanto indifferibili interventi normativi e regolamentari atti a salvaguardare l’equilibrio socio-economico delle comunità delle città interessate e la loro relazione con il territorio circostante, a partire da un provvedimento regionale di distinzione univoca tra residenza abitativa ad uso di abitazione principale e altre forme di residenzialità temporanea ad uso speculativo-commerciale.

Su questi e altri punti hanno convenuto, il 16 settembre, tre dei candidati alla presidenza della Regione: Eugenio Giani, Irene Galletti e Tommaso Fattori. Nel corso di una riuscita iniziativa pubblica organizzata da Cgil e Sunia a Firenze i tre candidati hanno congiuntamente condiviso e sottoscritto tutti i contenuti del documento, impegnandosi a tradurlo in atti concreti nel corso della prossima legislatura, dalle posizioni di maggioranza o di opposizione che gli elettori assegneranno. Un primo risultato si può dire raggiunto: il documento di Cgil e Sunia è riuscito a mettere d’accordo i candidati di centrosinistra, sinistra e M5Stelle, che invece hanno deciso di procedere divisi nella competizione elettorale.

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