Genova 2021: “Voi la malattia, noi la cura” - di Monica Di Sisto

Stella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattiva
 

Quattro giorni di iniziative fra memoria e proposta, due assemblee con realtà e gruppi nazionali e internazionali per condividere priorità e un calendario di appuntamenti, con l’obiettivo di delineare un percorso futuro comune anche in vista di una mobilitazione convergente in autunno. Il ventennale delle mobilitazioni in occasione del G8 di Genova 2001, organizzato dalla Società della Cura con una rete di vecchi e nuovissimi protagonisti dell’alternativa di sistema con lo slogan “Voi la malattia, noi la cura”, ha provato a rafforzare la convergenza fra gli attori sociali in un momento drammatico e importante. La scelta di aprire i circa sessanta interventi dell’assemblea nazionale, che si è tenuta sotto una tensostruttura in piazza Matteotti, con la voce di un delegato sindacale della Gkn di Campi Bisenzio licenziato via email come oltre 422 suoi colleghe e colleghi in vista di una delocalizzazione massiva, inquadra il perimetro della convergenza prossima ventura.

Le lezioni che la pandemia ha dato all’umanità rischiano di venire disperse, e rischiamo di tornare a una normalità peggiore di prima. Le centinaia di presenze comprese quelle sindacali, l’intensa discussione, e il bagaglio di proposte con cui si torna a casa, ci parlano ancora della necessità della convergenza, della costruzione di un campo di forze per l’alternativa capace di contenere in modo non gerarchico tante e diverse identità, culture, provenienze, generi, generazioni e tematiche, e di produrre un passo avanti insieme in questa direzione.

La pandemia ha dato l’ennesima dimostrazione di quanto sia essenziale rendere più forte e visibile una alternativa di sistema, nazionale e globale. Veniamo da un periodo dove si sono realizzate, in Italia e in tutto il pianeta, tante lotte, conflitti, pratiche di alternative, ma anche da una fase di frammentazione geografica e tematica.

Di fronte alla crisi globale che la pandemia ha acuito, mostrando tutta l’insostenibilità del sistema che distrugge la vita delle persone e del pianeta, sentiamo l’urgenza di un nuovo patto di convergenza, e di ricostruire una connessione fra movimenti e attori dell’alternativa a livello globale e continentale.

Per due giorni Genova è stata un laboratorio per la costruzione di una nuova convergenza dei movimenti sociali che si battono per una alternativa di sistema, uno spazio comune capace di offrire un punto di riferimento alle lotte e alle pratiche, e di produrre una contro-narrazione all’altezza delle sfide del presente.

Dall’assemblea internazionale, pur se ancora a distanza, è emerso forte un impegno collettivo. La speranza è che questi due giorni segnino un nuovo inizio che ci faccia uscire dalle dinamiche nazionali in cui ci siamo chiusi negli anni della crisi, e ci permetta di costruire una nuova fase di incontri di convergenza a livello europeo e globale, in presenza, a partire dal prossimo anno, nel ventesimo anniversario del primo grande Forum Sociale Europeo di Firenze.

Nell’assemblea nazionale sono state definite le tappe che porteranno alla grande mobilitazione del 30 ottobre: il G20 il 21 e 22 luglio, il 24 luglio davanti ai cancelli della Gkn a Campi Bisenzio, gli scioperi per il clima il 24 settembre, il 25 settembre con le donne in piazza, il 18 ottobre lo sciopero dei sindacati di base. Perché da solo non si salva nessuno.

I partecipanti alle due assemblee si sono mossi poi insieme da Piazza Matteotti a Piazza Alimonda, per partecipare alla mobilitazione promossa dal Comitato Carlo Giuliani, per stringersi alla sua famiglia e a tutte le vittime della repressione in Italia e nel mondo. Torniamo a casa con la necessità di fare di quella memoria futuro. Di condividere analisi e azioni con le donne e gli uomini che non dimenticano l’energia e la traiettoria politica vista in quei giorni. Perché oggi, davanti all’ennesima, smodata ristrutturazione estrattiva del capitalismo finanziario, manca un fronte democratico istituito che orienti verso i bisogni dei più. Dunque dobbiamo schierarci insieme, e fronteggiare l’esistente con quella capacità di ascolto, tessitura e organizzazione che in questi giorni siamo riusciti a mettere di nuovo in pratica.

©2024 Sinistra Sindacale Cgil. Tutti i diritti riservati. Realizzazione: mirko bozzato

Search