Logistica: la lotta sindacale conquista nuovi percorsi di internalizzazione - di Luca Benedetti

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A pochi mesi di distanza dall’iniziativa della Filt, che ha visto a Lodi la partecipazione di oltre mille lavoratrici e lavoratori della logistica, registriamo oggi un ulteriore avanzamento delle condizioni di lavoro in alcune tra le più importanti filiere del gruppo Dhl, multinazionale di proprietà di Deutsche Post.

Nel mese di agosto 2021 è stato infatti firmato uno storico accordo nazionale con la direzione della società Dhl Supply Chain, azienda del gruppo leader nel settore logistico, che prevede l’assunzione diretta di circa 800 lavoratori attualmente in appalto. A seguire, nei mesi successivi, sono stati siglati accordi analoghi con Dhl Freight (trasporti terrestri) e Dhl Global Forwarding (spedizioni marittime e aeree) per un totale di altri 150 lavoratori. Un processo di progressiva internalizzazione era stato avviato nella prima parte dell’anno anche all’interno dei magazzini di movimentazione merci di Fedex-Tnt.

La domanda che ci si pone è: siamo quindi finalmente giunti a un punto di svolta nel settore, e vedremo la progressiva scomparsa degli appalti nella logistica? È certamente presto per dirlo, ma la decisione assunta dal maggior operatore del settore apre concrete prospettive di miglioramento per il futuro. Siamo consapevoli che il processo non sarà facile da governare, viste le difficoltà incontrate a partire dalla sottoscrizione delle intese sindacali. Numerosi sono i soggetti che, seppur in maniera diversa, hanno interesse a ostacolare questo processo innovativo, partendo dagli appaltatori che vedono svanire un redditizia fonte di profitto, passando ad alcuni quadri intermedi delle aziende che hanno costruito il loro “potere” sul sistema degli appalti, arrivando ad alcune sigle del sindacalismo di base che predilige la sottoscrizione di accordi di carattere individuale a quelli collettivi.

Inutile nascondere che le inchieste giudiziarie e i sequestri operati della magistratura nella scorsa primavera hanno agito come acceleratore. Smascherando, semmai ce ne fosse ancora bisogno, il torbido che prolifera al di sotto del mondo degli appalti.

Comunque la si pensi, questo che consideriamo un importante passo avanti, e non ancora un punto di arrivo, è il risultato di anni e anni di azione del sindacato confederale, e in particolar modo della Filt Cgil, nel difficile mondo del trasporto merci e della logistica. Nel corso degli anni l’applicazione del Ccnl di filiera e l’ottenimento di accordi migliorativi sia a carattere territoriale che aziendale, ha portato il ricorso all’appalto ad essere sempre meno conveniente per i committenti, avendo notevolmente ridotto il divario retributivo tra lavoratori diretti e indiretti. Le internalizzazioni in questo senso sono quindi state quasi uno sviluppo naturale dell’importante lavoro svolto in passato.

Auspichiamo di conseguenza che questo fondamentale passaggio segni una svolta in quella che è ormai senza dubbio uno dei principali pilastri dei processi produttivi del paese. Settore, è bene ricordarlo ancora una volta, che ha mostrato la propria centralità e indispensabilità durante le fasi più critiche della pandemia. È bene quindi che queste lavoratrici e questi lavoratori abbiano un trattamento che vada a riconoscere l’impegno e la professionalità che hanno nel tempo dimostrato.

Allo stesso tempo è bene che rimangano protagoniste solo le aziende che sappiano dimostrare serietà anche nello svolgere il proprio ruolo di responsabilità sociale, garantendo buona occupazione e salari adeguati, mettendo fine a facili guadagni costruiti sulla riduzione del costo del lavoro, ricorrendo all’appalto.

I primi risultati sono già arrivati. A partire dal 1° dicembre oltre 300 lavoratori che operano all’interno del magazzino di Corteolona nel pavese sono diventati dipendenti Dhl; hanno apprezzato gli accordi sottoscritti da Cgil, Cisl e Uil, e hanno accettato la proposta di assunzione.

Il diventare dipendenti di una multinazionale, oltre a segnare un importante avanzamento di carattere normativo e salariale, riconosce per il futuro anche la necessaria stabilità occupazionale, arrestando il continuo ripetersi dei cambi di appalto che, nonostante le garanzie previste dal Ccnl, vede gli appaltatori di turno tentare di rimettere in discussione quanto precedentemente ottenuto. Ma come più volte ripetuto non ci fermeremo, e pretenderemo in futuro l’internalizzazione delle attività a tutte le più importanti aziende del settore. 

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