Ciao Beppe, grande sindacalista e uomo coerente e generoso - di Leopoldo Tartaglia

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È morto a Padova lo scorso 12 settembre il caro compagno Giuseppe Turudda. Beppe, come era universalmente conosciuto, è stato un importante e amato dirigente della Cgil di Padova, del Veneto e nazionale.

Era arrivato a Padova dall’amata Sardegna a 26 anni, dopo aver lavorato fin da giovanissimo in una tipografia. Lavoro che aveva continuato a Padova per mantenersi ai corsi di informatica. Ben presto è entrato nel sindacato dei poligrafici e cartai della Cgil, di cui è poi diventato segretario nella nuova categoria della Filis.

Sempre attivo a fianco delle organizzazioni e dei movimenti di sinistra, la sua vita, la sua militanza è indissolubilmente legata alla Cgil e alla Sinistra sindacale, di cui è stato tra i fondatori e assoluto protagonista, da Essere Sindacato ad Alternativa Sindacale, a Lavoro Società.

Beppe è stato sempre di una cristallina coerenza. Prima di tutto venivano le lavoratrici e i lavoratori, i loro bisogni e i loro interessi, da quelli più spiccioli e immediati a quelli strategici. Le posizioni critiche erano sempre a sostegno di quello che riteneva il bene dei lavoratori e il modo migliore per il suo – il loro – sindacato, la Cgil, di rappresentarli e organizzarli.

Beppe c’era sempre, era sempre punto di riferimento fondamentale, indipendentemente dal riconoscimento “formale” che gli veniva dato.

Nel 1996 è stato eletto nella segreteria regionale della Cgil, dove si è occupato di ambiente e territorio, salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, mercato del lavoro. Le competenze e le passioni che hanno sempre caratterizzato il suo impegno militante, a qualsiasi livello dell’organizzazione e fuori di essa. Sono gli anni dell’assalto separatista al campanile di San Marco e dell’organizzazione, da parte del sindacato veneto, della grande manifestazione a Venezia contro il secessionismo.

Sono anche gli anni delle prime misure di pesante precarizzazione del mercato del lavoro: nell’autunno del 1998 Beppe accompagna delegati e delegate delle fabbriche venete nell’organizzazione della manifestazione degli “inflessibili” a Treviso. Gli anni dell’attacco berlusconiamo all’articolo 18, e dell’imponente manifestazione del 23 marzo al Circo Massimo di Roma.

Ancora, mentre la Cgil non aveva metabolizzato il rapporto con il movimento altermondialista, Beppe era a Genova nel 2001 a manifestare contro il G8. Guidò la grande delegazione della Fiom e di Alternativa Sindacale del Veneto nell’enorme corteo del giorno seguente l’uccisione di Carlo Giuliani.

Beppe è indiscusso protagonista di una storia collettiva. Nella quale hanno un posto di rilievo compagne e compagni anch’essi purtroppo scomparsi. Era strettissimo il legame personale, di amicizia, di comunanza di valori e di idee con Giovanni Nalesso. Nanni è stato, ci è stato maestro, padre spirituale. Con Nanni, Beppe condivideva l’attenzione e l’impegno sul tema del rapporto tra lavoro e ambiente, l’inquinamento industriale, il consumo di suolo, l’ambiente di lavoro, l’amianto. Nanni e Beppe sono protagonisti della nascita dell’“Osservatorio sulle trasformazioni in Veneto”, uno “strano” centro studi dove si confrontano lavoratori e intellettuali, sindacalisti e docenti universitari per capire meglio cosa c’è dietro e dentro il “modello veneto”.

Di fronte all’avvento di Berlusconi – sulla scia della grande manifestazione del 25 Aprile a Milano promossa dal manifesto - Beppe e Nanni sono i promotori a Padova del “Comitato per la Costituzione”. E già prima, di fronte alla dissoluzione del Pci, sono gli animatori di “Laboratorio comunista”, un circolo di dibattito e riflessione per andare oltre la continuità dei partiti risultato della scissione, per una rifondazione del pensiero stesso del comunismo e dell’alternativa di sinistra.

Nel 2005 – terminato il secondo mandato nella segreteria regionale Cgil – Beppe viene nominato nel Consiglio di Indirizzo e Vigilanza dell’Inps e successivamente – fino al 2017 – nel Civ dell’Inail. Ha poi continuato la sua militanza come consulente volontario su salute e sicurezza presso l’Anmil di Padova, soprattutto impegnandosi per il riconoscimento dei risarcimenti e delle tutele per gli esposti all’amianto e i loro familiari.

Beppe è stato un uomo di sinistra, di sinistra radicale, sempre presente in tutte le mobilitazioni per la pace, l’ambiente, i diritti sociali e civili; ha dedicato tutta la sua vita alle lavoratrici e ai lavoratori, ai più deboli.

Era un compagno nel senso pieno e materiale di questa parola. Condivideva davvero con gli altri ogni sua idea, il suo tempo, la sua passione. Nella vita pubblica come in quella privata era un catalizzatore di compagni, amici, lavoratori, persone.

Era una persona di grande umanità e di infinita generosità, che si dedicava completamente e gratuitamente agli altri, ai familiari, agli amici, come a chiunque, anche sconosciuto, si rivolgesse a lui per qualsiasi necessità. Una innata disponibilità e generosità che, spesso, non gli è stata ricambiata, anche nella Cgil.

Buon viaggio Beppe! È stata una grande fortuna averti incontrato e aver fatto un tratto di strada con te.

 

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