Contro l’escalation della guerra, l’aumento delle spese militari e l’invio di armi - di Giacinto Botti

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Fermare la guerra è la priorità assoluta, la guerra rimane questione dirimente.

Con l’invasione russa dell’Ucraina si è concretizzato nel cuore dell’Europa uno scontro che covava da tempo tra gli imperi di Usa, Russia e Cina; un conflitto che, secondo la propaganda più becera, vedrebbe l’impero euroatlantico del “bene” contro quello russo del “male”.

Per giustificare una guerra che doveva essere evitata e per prefigurare il futuro, si sta riscrivendo e falsificando la storia. Stiamo ancora spalando le macerie della seconda guerra mondiale e c’è chi, politici, lobby, mercanti di morte, affaristi, ci sta portando follemente verso la terza. L’Europa sta perdendo sé stessa e il suo futuro, e l’Italia pagherà un prezzo alto.

La retorica antistorica, il fanatismo atlantista ed europeista stanno trasformando questa guerra per procura contro la Russia in una crociata. Con l’invio dei carri armati e di nuove armi l’Unione europea, succube degli Usa, si rende complice dell’escalation. Ma sappiamo che senza la Russia non esisterebbe l’Europa, e per un popolo che non dimentica i suoi 20 milioni di morti contro il nazifascismo, i Leopard tedeschi sono una intollerabile provocazione che alimenta odio e nazionalismo.

Dopo quasi un anno di distruzione e di morte non c’è alcuna volontà di un’azione diplomatica da parte dell’Ue o degli Stati occidentali che abbia come obiettivo la tregua subito e una Pace possibile. C’è chi pensa che la guerra possa finire con la vittoria dell’Ucraina e la riconquista della Crimea e del Donbass, rimuovendo lo scontro geopolitico in atto e quanto lo sbocco al mare sia ritenuto esssenziale dalla Russia.

I signori delle armi prosperano, mentre il mondo va in malora. La Ue ha inviato in Ucraina oltre 3,5 miliardi di armamenti, e l’aumento della vendita di armi Usa ai partner Nato ammonta a 22 miliardi di dollari. In Italia si tagliano le spese per sanità, istruzione, pensioni e si aumentano per le armi.

L’Italia è in guerra, coinvolta con l’invio di armi, con le basi militari Nato, con gli F35 pronti a partire. La maggioranza dei deputati italiani, in spregio alla Costituzione che ripudia la guerra, ha votato la proroga al 31 dicembre dell’invio a Kiev di più sofisticati armamenti, senza ulteriori passaggi parlamentari. Un pezzo del fronte progressista si è allineato alla destra bellicista. L’Italia sta contribuendo alla distruzione di un popolo e della stessa Europa, ma solo dei pazzi fondamentalisti atlantisti possono pensare che si possa vincere con le armi.

La Cgil, insieme al popolo della Pace, torni in piazza, chieda alla politica di non alimentare questa corsa folle alla guerra mondiale. Tacciano le armi e si costruiscano percorsi diplomatici per una trattativa di pace. Senza Pace non c’è futuro né vita degna.

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