Più di 8.000 morti, gli ultimi a Cutro - di Riccardo Chiari

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Più di 8.000 morti sulle rotte del Mediterraneo verso l'Europa continuano a non turbare i sonni dei governanti continentali. Dei generali della Fortezza Europa, che al di là delle parole di circostanza insistono a ribadire un solo concetto di fondo: “Fermiamoli a casa loro”. Eppure questi uomini, donne e bambini sono vittime di guerre, violenze e persecuzioni, di carestie, siccità e condizioni di vita intollerabili. Tanto da decidere di fuggire, a qualsiasi costo e con rischi inimmaginabili.

Chi ha partecipato al corteo silenzioso che ha percorso la spiaggia di Steccato di Cutro, per ricordare le vittime dell'ultimo tragico naufragio, tutto questo lo sa. E sa quanta ipocrisia si nasconde dietro le dichiarazioni dei vertici politici del vecchio continente: “L’Italia e l’Europa stanno concentrando i loro sforzi sull’obiettivo di proteggere i confini e impedire le partenze – riassume pet tutti l'associazione umanitaria Save the Children - come se ogni volta quello che succede fosse un drammatico incidente, invece di mettere in campo un sistema di ricerca e soccorso coordinato e strutturato, e di predisporre vie di accesso legali e sicure per chi cerca salvezza e futuro”.

“Le persone in mare vanno sempre soccorse – ripete ancora una volta la Cgil - senza se e senza ma. Ed è una grande falsità pensare che si possano fermare i migranti nei paesi di provenienza”. Eppure i potenti del pianeta insistono, sordi e ciechi davanti all'evidenza dei fatti. Si costruiscono muri, come negli Usa. Si promuovono leggi folli e inumane, come successo in Australia e come sta accadendo oggi nella “civile” Inghilterra, progettando deportazioni in sperdute isole del Pacifico o nei più poveri paesi africani. Ma senza un radicale cambiamento delle politiche migratorie il mare continuerà a riportare a riva cadaveri, come accade sulla bella spiaggia bianca del crotonese dove, in estate, si prende il sole e si fa il bagno.

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