Altissima adesione allo sciopero Trenitalia del 14 aprile - di Alessio Bianchini

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È stato altissimo il tasso di adesione allo sciopero nazionale di tutti i lavoratori di Trenitalia del 14 aprile scorso, proclamato da Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl Ferrovieri, Fast Confsal e Orsa Ferrovie. Adesione che, in alcuni impianti, ha toccato quota 100%. Ma tutti e tutte hanno scioperato: manutenzione, equipaggi, vendita/assistenza, uffici. Il risultato è stato quasi sorprendente. I treni, ad un certo punto della giornata, non circolavano più e ci sono volute ore, dopo la fine dello sciopero, per tornare ad una situazione normalizzata.

Si è arrivati a questo sciopero esasperati, dopo anni di risposte parziali, quando non proprio inesistenti, su temi fondamentali. Senza un piano di assunzioni adeguato non si riescono ad appianare le carenze che contribuiscono a saturare i turni degli equipaggi rendendoli invivibili, senza considerare la difficoltà di poter prenotare le ferie. La qualità dei tempi di riposo è diventata un elemento risibile per l’azienda, quando proprio su quei tempi, per un mondo che vive quasi esclusivamente di turni, si costruisce la propria vita. Un tempo libero necessario per far sì che si riescano a creare relazioni, a seguire le passioni, a riposarsi, a leggere, a vivere, ad essere umani, non semplicemente unità produttive.

Le nuove generazioni stanno chiedendo con forza, lo hanno dimostrato scioperando, maggior qualità della vita. Chiedono, con sempre maggior vigore, un lavoro finalizzato a dare dignità e sostegno, non un lavoro totalizzante che ti tolga la voglia di fare qualsiasi altra cosa che non sia quella di riposare quando non si è in servizio.

Mancano prospettive su materie storiche per l’azienda. La manutenzione rotabili: chi fa manutenzione dei treni, per capirci, vive in un limbo da anni. Investimenti fermi sulla carta, riduzione dei livelli occupazionali con attività esternalizzate, e livelli di salario accessorio degli operai che sono immobili da anni. Non si capisce che piano di investimenti sia previsto per il settore. Non si vedono contropartite economiche, di valorizzazione professionale e di qualità dei turni per chi è operatore di manutenzione dei rotabili, nonostante la modifica dei turni e il loro peggioramento.

È necessario, per chi opera nel mondo della vendita e dell’assistenza, quei lavoratori e lavoratrici che lavorano nelle biglietterie e nei desk delle stazioni, vedere concretamente un numero di nuove assunzioni. Nuovi apporti che supportino il processo di digitalizzazione, che siano di aiuto alla salute e alla sicurezza del personale. Ridare slancio e centralità ad un settore che sembrava non essere più rilevante per Trenitalia, e che invece dimostra e ha dimostrato di essere basilare.

Da troppi anni si assiste ad un’azienda che ripete le stesse promesse e proposte. In tutto ciò sembra che alcuni accordi siano più di forma che di sostanza. Nelle intenzioni, pare almeno, il personale degli equipaggi ha dei tempi per fruire del pasto, ma nella pratica molte volte il pasto rimane solo sulla programmazione. Parliamo di uomini e donne che si alzano e lavorano a tutte le ore del giorno e della notte.

In Trenitalia è quasi impossibile intavolare trattative vere sul territorio, c’è una delegittimazione evidente della contrattazione territoriale e del ruolo delle Rsu. La prospettiva che ci si presenta di fronte per uscire da questo stato di cose è: assunzioni che comporterebbero come automatismo il miglioramento dei turni, valorizzazione del lavoro e delle questioni economiche, contrattazione territoriale vera.

Questo sciopero, in qualche modo, ha spostato degli equilibri. Un risultato di questo genere era solo sperato, deve essere capitalizzato e la necessità non è, e non può essere, una prerogativa esclusivamente sindacale ma anche aziendale. I processi si possono gestire o si può decidere di subirli. I lavoratori, in modo compatto, hanno deciso di viverli da protagonisti e probabilmente c’è anche un aspetto emotivo che non deve affatto essere sottovalutato. I lavoratori si sono sentiti parte di un insieme collettivo. I rapporti di forza sono un elemento essenziale, e i lavoratori con questa azione si sono dimostrati e si sono sentiti forti.

Ora si attende a breve una convocazione delle organizzazioni sindacali, con risposte concrete, oppure l’alternativa non può che essere la prosecuzione della vertenza.

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