Il Congresso di Lato B: costruire ponti e relazioni per un mondo più giusto - di Eleonora Rossi

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Il 3 dicembre scorso si è tenuto il congresso dell’Associazione La Freccia, che da ventuno anni gestisce il circolo giovanile Lato B, circolo Arci.

Durante la plenaria della mattinata si sono susseguiti gli interventi di tante realtà con cui il circolo collabora da anni, tra cui la Cgil, con i quali ormai da quattro anni è attivo il corso “Work in Progress”, un corso di alfabetizzazione ai diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, per chi si trova a doversi affacciare al mondo del lavoro per la prima volta, giovane o meno giovane che sia.

In un momento storico come quello che stiamo vivendo, è quanto mai necessario fare rete tra realtà per provare a immaginare un nuovo modello di società e di sviluppo, che deve permeare ogni aspetto delle nostre vite. Veniamo da due anni di crisi geopolitiche ed economiche che hanno rotto l’illusione di pace e benessere del mondo occidentale, avvicinando all’Europa conflitti e povertà, arrivati dopo il faticoso periodo della pandemia. Il nostro paese è governato dalla peggior destra dai tempi del fascismo. Durante questo percorso congressuale, quindi, l’assemblea di Lato B ha voluto provare a mettere a sistema tutto quello che c’è da combattere.

Quest’estate, più che mai, ci ha ricordato ancora una volta quanto la crisi climatica sia ormai una realtà quotidiana che non si può ancora aspettare ad affrontare. Le grandi mobilitazioni di novembre contro la violenza maschile sulle donne hanno rialzato l’attenzione sulla società patriarcale che ancora affligge tutte e tutti noi, evidenziando il nostro esser ancora ben lontani da una reale uguaglianza. L’accesso all’istruzione e all’università rimane ancora dei privilegi per chi se li può permettere, con il diritto allo studio sempre più calpestato dalle istituzioni regionali e statali. Le politiche di destra di questo governo hanno già attaccato le fasce più povere e deboli della popolazione, a partire dalla cancellazione del reddito di cittadinanza e dal completo rifiuto di implementare un salario minimo dignitoso a tutte le azioni intraprese contro i migranti: procedure di respingimento sempre più rapide, e esternalizzazione delle frontiere in Albania in corso di trattativa.

In una città come Milano è ancora più urgente fare emergere tutte le contraddizioni della società capitalista in cui viviamo. Dietro la sua facciata progressista, la nostra città sta diventando sempre più escludente, animata dalla retorica produttivistica di “capitale economica d’Italia”. Nel frattempo, gli stipendi stagnano, gli affitti aumentano sempre di più, il trasporto pubblico viene tagliato e le persone vengono quindi spinte sempre più ai margini, se non fuori dalla città.

Partire dal modello di città in cui vogliamo vivere è stato uno dei punti fondamentali della discussione congressuale, provando a immaginare insieme un modello realmente per tutte e tutti, che permetta alle persone di vivere dignitosamente, di non dover vivere per lavorare per poter uscire di casa dei genitori prima dei trent’anni senza pesare sulle famiglie di origine: l’obiettivo di questo congresso è stato provare a immaginare un futuro diverso da questo presente, di marginalità e sfruttamento. Il problema dei working poors e della povertà più in generale non può più esser trascurato in città, dove tutti i lavoratori e le lavoratrici sfruttati sono necessari ad alimentare il modello Milano, la città vetrina delle week.

Noi di Lato B vogliamo opporci con tutte le nostre forze a quello che stiamo vivendo: per avere qualche speranza di riuscirci siamo convinti che non possiamo chiuderci al nostro interno, ma che sia necessario costruire ponti e relazioni con tutte le realtà animate dagli stessi ideali. Provare a costruire un mondo diverso, portare avanti processi realmente trasformativi della società in cui viviamo deve essere la priorità dei prossimi anni, per creare un mondo più giusto.

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