L'Europa si disintegra su Gaza - di Riccardo Chiari

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Il 12 dicembre, una risoluzione tesa al cessate il fuoco umanitario a Gaza, contestualmente al rilascio senza condizioni degli ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas, ha visto il voto a favore dell'Assemblea generale dell’Onu, con numeri - 153 paesi a favore, 10 contrari e 23 astenuti – che vista la schiacciante maggioranza dei favorevoli al cessate il fuoco non hanno bisogno di ulteriori commenti. La risoluzione si è poi infranta al Consiglio di sicurezza, a causa del voto contrario degli Stati Uniti e dell'astensione della Gran Bretagna.

Tre giorni dopo, Il Consiglio Europeo ha fatto molto peggio, archiviando senza prendere posizione il massacro in corso da due mesi, costato la vita al momento a quasi 20mila palestinesi, a circa 1.500 israeliani, e con atroci, inenarrabili sofferenze delle migliaia di feriti e dell'intera popolazione civile della Striscia di Gaza, come stanno testimoniando i medici dei pochi ospedali ancora in funzione, e i giornalisti che rischiando ogni giorno la vita raccontano la mattanza in corso.

La cosiddetta Unione europea ha addirittura fatto sparire la questione di Gaza nella dichiarazione finale del Consiglio Europeo. Perché alla richiesta di cessate il fuoco avanzata da Irlanda, Belgio, Spagna e Malta, motivata dal fatto che il governo israeliano di Netanyahu può dare la caccia ad Hamas senza per questo condurre l’azione bellica distruttiva che sta portando avanti, si contrapponeva la netta contrarietà di Austria e Repubblica Ceca, contrarietà già manifestata alle Nazioni Unite, così come l'astensione di Italia, Germania, Paesi Bassi, Romania, Slovacchia, Lituania e Ungheria.

Il capo del governo irlandese Leo Varadkar ha amaramente tirato le somme di quanto accaduto: “L’Unione europea ha perso la sua credibilità per non aver preso una linea forte e unitaria sul conflitto. Abbiamo perso credibilità di fronte al Sud globale a causa dei nostri doppi standard. E francamente, chi ci critica non ha tutti i torti”. 

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