Ferrovie: siglata l’ipotesi d’accordo del rinnovo contrattuale - di Alessio Bianchini

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Il 22 marzo scorso è stata siglata l’ipotesi di accordo del Ccnl della Mobilità/Area contrattuale Attività Ferroviarie fra Agens e Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl Ferrovieri, Fast Confsal, Orsa Ferrovie. Il Ccnl in questione, scaduto il 31 dicembre 2017, viene applicato a circa 80mila lavoratori e lavoratrici, la maggior parte dei quali dipendenti delle aziende del Gruppo Fsi (Ferrovie dello Stato Italiane). Per questa ragione, di pari passo al confronto sul Ccnl, si è trattato anche il rinnovo del contratto aziendale del Gruppo Fsi. Tali ipotesi di accordo saranno sottoposte ai lavoratori interessati, attraverso passaggio referendario, entro la fine del mese di aprile.

In un contesto politico e sanitario complicato, il risultato del confronto è sostanzialmente di un rinnovo economico che prevede un aumento di 110 euro a parametro medio C1, che verrà a concretizzarsi in tre fasi: 45 euro dal 1° maggio 2022, 30 euro dal 1° novembre 2022 e 35 euro dal 1° agosto 2023. Sarà inoltre riconosciuto un importo una tantum pari a 500 euro, per la copertura del periodo di vacanza contrattuale, che comprende l’intero 2021 e fino al 30 aprile 2022. Il periodo precedente (1° gennaio 2018- 31 dicembre 2021) era stato sanato mediante accordo siglato in data 18 febbraio 2021.

Nella premessa dell’ipotesi d’accordo per il rinnovo del Ccnl, si evidenziano la “promozione di politiche di outplacement”, ovvero di ricollocazione, laddove necessario, compatibilmente al quadro normativo vigente, e l’impegno di realizzare il successivo rinnovo (triennio 2024-2026) entro la decorrenza di questo nuovo Ccnl.

Per i lavoratori delle aziende del Gruppo Fsi, che applicano il contratto aziendale dedicato, vista la mancata attribuzione del premio di risultato 2021, si è prevista, attraverso un verbale d’accordo parallelo, l’erogazione di una somma di 500 euro a parametro medio unitamente a ulteriori 350 euro in welfare. Per questi lavoratori, inoltre, il contributo del datore di lavoro per la pensione complementare passa dall’1% al 2%, e quanto versato da parte aziendale per l’assistenza sanitaria integrativa aumenta da 100 a 300 euro.

Da parte sindacale, la grande scommessa, per il periodo a partire dalla data della stipula del rinnovato Ccnl della Mobilità/Area contrattuale Attività Ferroviarie, sarà quella di riuscire ad affrontare tematiche quali la grande trasformazione del settore dovuta all’evoluzione digitale, la nascita di nuove attività e l’innovazione tecnologica, senza rinunciare ai livelli occupazionali e alla qualità del lavoro, attraverso idee moderne e proposte concrete. Tale scenario permette di capire la portata storica di tale sfida, ove le normali dinamiche lavorative dovranno confrontarsi con l’evoluzione digitale, i cambiamenti sociali ed economici, lo scenario europeo in continuo divenire. Le parti sociali dovranno quindi essere in grado di difendere il lavoro, attraverso l’eventuale modifica delle figure professionali esistenti e la creazione di nuovi profili nati dallo sviluppo futuro del settore.

In queste settimane, c’è grande attesa per la presentazione del Piano industriale del Gruppo Fsi e le ricadute che questo provocherà sul settore. Il procrastinarsi delle tempistiche di uscita causa notevoli difficoltà a livello territoriale, correlate all’impossibilità di stipula di accordi sui territori.

Un elemento emerso negli ultimi due anni di emergenza pandemica dimostra come il sistema precedente fosse basato poco sul servizio e rivolto molto al mercato, non certo per “colpa” di Fs ma per una imposizione sociale che vale per i trasporti su ferro come per moltissimi altri tipi di servizi universalistici, soprattutto a causa delle numerose attività svolte dal Gruppo Fsi senza contribuzione pubblica di alcun genere.

Queste in epoca pre-covid, si veda l’esempio dato dal comparto Alta velocità, venivano considerate come trainanti, mentre ora sono in difficoltà. Le nuove abitudini dei viaggiatori diventeranno tema centrale nei prossimi tempi, perché moltissime attività lavorative come congressi, meeting e iniziative varie oggi si svolgono in modalità remota, cambiando radicalmente le esigenze di mobilità.

Infine un argomento forte, che spesso emerge negli attuali confronti e riflessioni, è la mancata necessità di azioni di protesta per il rinnovo contrattuale da parte dei ferrovieri. Questo è sicuramente un elemento in parte positivo, ma dall’altro diventa una conquista senza sforzo, che può comportare mancanza di consapevolezza da parte dei lavoratori.

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