Diritti universali, giustizia sociale nel mondo, ricchezza della interculturalità - di Selly Kane

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A Lecce la quinta edizione di Sabir, festival diffuso delle culture mediterranee.  

Sabir: era questo il nome della lingua franca parlata dai marinai di tutto il bacino del Mediterraneo, un misto di parole greche, spagnole, francesi, italiane, arabe, e di altri idiomi ancora. Ed è a questa origine che si richiama il nome del Festival diffuso delle Culture mediterranee.

La quinta edizione del Festival Sabir si è svolta a Lecce dal 16 al 18 maggio scorsi, dopo quelle tenute a Lampedusa (1-5 ottobre 2014), a Pozzallo (11-15 maggio 2016), a Siracusa (11-14 maggio 2017) e Palermo (11-14 ottobre 2018). Il Festival è stato promosso da Arci, Caritas Italiana, Acli e Cgil, con la collaborazione di Asgi, A Buon Diritto e Carta di Roma, e con il patrocinio di Anci, Rai, Regione Puglia.

Oltre 80 eventi nel Salento, migliaia di persone, tra partecipanti e relatori, da tutta Italia e dall’estero, per discutere di accoglienza, di flussi migratori, di relazioni culturali e integrazione. L’evento ha visto il susseguirsi di incontri internazionali, corsi di formazione, laboratori, eventi di intrattenimento e, per la prima volta, le “lezioni mediterranee” su temi specifici legati alla storia e alla cultura del Mediterraneo.

Un appuntamento per parlare di migrazioni, diritti, immigrazione e confini, con un’attenzione rivolta esplicitamente alle prossime elezioni europee, denunciando le politiche sbagliate e pericolose dell’Unione europea, in materia di immigrazione e di cooperazione, verso queste aree sofferenti del Mediterraneo e dell’Africa subsahariana. Politiche che hanno portato morte, disperazione e gravi violazioni dei diritti umani nei confronti di uomini, donne e bambini che scappano da guerre, conflitti, fame e povertà.

Il Mediterraneo e il Mezzogiorno sono sempre stati luoghi di opportunità, scambio e contaminazione culturale; la creazione del lavoro dignitoso e sicuro passa anche dalla valorizzazione e dal rafforzamento dei rapporti delle reti internazionali.

L’ultimo appuntamento del programma dei lavori è stato la cosiddetta “assemblea di convergenza”, con l’obiettivo di redigere un’agenda comune per i movimenti, le associazioni e le organizzazioni sindacali che operano nell’ambito delle politiche del lavoro, migratorie e dell’accoglienza.

Dagli interventi è emersa in maniera forte la necessità di creare una rete internazionale più solida e, per le prossime edizioni del Festival, si è deciso di allargare l’orizzonte anche a tematiche correlate a quella dei migranti, come la questione ambientale e del clima.

D’altronde le diverse mobilitazioni nazionali e internazionali di questi mesi per la giustizia sociale, per l’ambiente, per il rispetto di diritti umani, per l’accoglienza, contro la chiusura dei porti, per il soccorso e il salvataggio delle persone in pericolo di vita, sono tutte iniziative che dimostrano un risveglio della società che resiste, e che respinge ogni politica tesa a ridurre gli spazi di democrazia e a criminalizzare la solidarietà.

Il Festival Sabir è stata anche un’occasione per ribadire e rafforzare l’impegno delle forze democratiche e della società civile, avendo come orizzonte un mondo più giusto e di pace.

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