Metalmeccanici: nessuno escluso - di Francesca Re David

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Il 14 giugno sciopero generale unitario dei metalmeccanici, con manifestazioni interregionali a Milano, Firenze e Napoli. 

I lavoratori metalmeccanici sciopereranno in tutta Italia venerdì 14 giugno, con tre grandi manifestazioni in contemporanea a Milano, Firenze e Napoli, per chiedere al governo e alle imprese di mettere al centro il lavoro e la sua qualità. Quindi la qualità delle persone, i salari, i diritti.

Le trasformazioni che stanno investendo il mondo delle imprese metalmeccaniche, e più in generale il sistema della manifattura, impongono scelte che devono essere in grado di rispondere alla necessità di crescita dei settori strategici, attraverso il rilancio degli investimenti pubblici e privati e il sostegno all’occupazione.

Ci troviamo in una condizione per cui ormai da anni mancano politiche industriali. Abbiamo perso asset strategici straordinari, e la concorrenza sul lavoro è stata fatta tutta sui costi e sulla precarizzazione del lavoro. I salari dei lavoratori sono sempre più bassi, la precarietà è sempre più alta, e manca un’idea di politica industriale, di investimenti pubblici che facciano da volano a investimenti privati. Manca una capacità di mettersi al passo con l’innovazione che tenga conto del lavoro che cambia.

Questo governo, come quelli che finora si sono succeduti, non si pone il tema di quali politiche industriali adottare, di quale modello di sviluppo, di come orientare l’innovazione, di quali strumenti dare alla riorganizzazione e alle ristrutturazioni delle imprese. E’ per questo che negli anni ci troviamo di fronte sempre alle stesse vertenze.

Negli anni della crisi, fra i metalmeccanici, si sono complessivamente persi circa 300mila posti di lavoro; negli anni della crisi si è perso circa il 25% della capacità produttiva istallata, in particolare in alcune aree industriali del sud del paese. Ci troviamo quindi in una condizione in cui il lavoro si è perso, e la capacità produttiva istallata si è abbassata.

Ci troviamo di fronte a processi in cui, da una parte, le imprese si riorganizzano nella globalizzazione evidenziando la debolezza del capitalismo italiano, dall’altra assistiamo all’indebolimento della legislazione sul lavoro, e alla frantumazione del lavoro. Occorre in questa fase superare la frammentazione del lavoro, ricomponendo la coalizione delle lavoratrici e dei lavoratori che garantisca gli stessi diritti a tutti.

La decisione di scioperare è determinata dalla sempre maggiore incertezza sul futuro, vista la contrazione della produzione industriale, la perdita di valore del lavoro, l’aumento degli infortuni e dei morti sul lavoro. Il governo e le imprese non possono scaricare sui lavoratori la nuova crisi che stiamo vivendo: per affrontare la situazione sono necessari investimenti pubblici e privati per l’innovazione, le competenze, l’ecosostenibilità, l’occupazione, la prevenzione e la salvaguardia di salute e sicurezza. Per rilanciare il mercato interno è indispensabile aumentare i salari, ridurre la tassazione, garantire lo stato sociale.

Il 14 giugno abbiamo indetto uno sciopero generale unitario delle metalmeccaniche e dei metalmeccanici. Tutti, nessuno escluso.

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