Ricominciamo! Salute mentale e servizi di comunità: problemi, pratiche, proposte - di Stefano Cecconi

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Grande partecipazione alla video-assemblea convocata dal coordinamento nazionale della Conferenza Salute Mentale* il 30 maggio.  

Dall’assemblea che ha visto più di 400 persone collegate (e molte di più seguire la diretta streaming), sono emersi problemi, esperienze e proposte, raccolte in una speciale pagina web “30.5.2020”. L’iniziativa è stata concepita e costruita durante l’emergenza dell’epidemia Covid-19, che continua ad avere pesanti effetti sulla vita di tutti i cittadini, ancor più gravi per le persone con sofferenza mentale, per i più anziani, per le persone con disabilità e con malattie croniche. E sta causando danni economici e sociali. Per questo nelle scorse settimane, come coordinamento della Conferenza Sm, abbiamo lanciato al governo e alle istituzioni un appello perché la salute mentale – e i diritti delle persone più vulnerabili - fossero tutelati anche e proprio nel tempo del coronavirus.

Mentre veniva lanciata l’iniziativa italiana, è arrivato l’intervento del segretario generale dell’Onu, Guterres, che, in occasione dell’Assemblea mondiale della sanità (18-19 maggio) ha dichiarato: “I servizi di salute mentale sono una parte essenziale di tutte le risposte dei governi a Covid-19. Devono essere ampliati e interamente finanziati. Le politiche devono supportare e prendersi cura delle persone con disturbi mentali, e proteggere i loro diritti umani e la loro dignità”. Un intervento che rafforza la nostra mobilitazione per rilanciare in Italia i servizi presenti sul territorio, per superare le carenze culturali e le cattive pratiche che questa emergenza ha evidenziato, e per allargare le esperienze dei ‘buoni’ servizi e le pratiche positive esistenti.

Dopo anni di sottrazione di risorse e di riduzione di personale e servizi, va ribadito l’orizzonte di senso politico, culturale e tecnico nel quale operare, definire gli obiettivi operativi, indicare le priorità di investimento e la destinazione dei finanziamenti, per rilanciare il modello di salute mentale di comunità avviato con la riforma Basaglia. La legge 180/78 ha allargato gli spazi della cittadinanza e della democrazia sancendo la chiusura dei manicomi, liberando migliaia di uomini e donne rinchiusi, e restituendo diritti, dignità e cittadinanza alle persone con disturbo mentale. Anche ora, seppure ostacolata, solo parzialmente attuata e persino tradita, combinata alla legge 833, la legge 180 è un potente motore di trasformazione delle istituzioni e di affermazione dei diritti civili e sociali delle persone, a partire da quelle più fragili.

L’assemblea del 30 maggio, e la mobilitazione che la seguirà, intende coinvolgere le operatrici e gli operatori dei servizi territoriali, sanitari e sociali, delle realtà cooperative e associative, le persone che lavorano ed hanno esperienza della sofferenza psichica, della disabilità, dell’esclusione, perché a tutte e tutti, in ogni età della vita, siano riconosciuti pieni diritti di cittadinanza e di cura.

In estrema sintesi, dall’assemblea sono emersi alcuni temi che l’emergenza Covid 19 ha evidenziato come cruciali da affrontare, per contribuire a determinare strategie e politiche di intervento che orientino i finanziamenti per il rilancio del Servizio sanitario nazionale. Per il rilancio del Paese è centrale la salute mentale, occorre destinare risorse per i servizi territoriali di prossimità; la salute di comunità per includere e non escludere.

Le strutture residenziali sono un modello fallimentare, da riconvertire. Bisogna sostituire “i luoghi dell’esclusione con i luoghi della vita”, anche organizzando forme di abitare supportato per la vita autonoma delle persone anziane, delle persone con disturbi mentali, e con disabilità fisiche e mentali. Servono strumenti per l’autonomia delle persone: lavoro e reddito sono decisivi per prevenire l’insorgere o l’aggravarsi della sofferenza mentale e delle malattie fisiche, dovute anche ai disagi esistenziali e sociali provocati da questa pandemia.

Vanno fermate le pratiche repressive: stop alla contenzione e alla segregazione, e basta abusi nell’utilizzo del Tso. Serve una nuova formazione: nelle università mancano Basaglia e la riforma. I risultati dell’assemblea ora saranno portati all’attenzione del governo e della Conferenza delle Regioni per un momento pubblico di confronto. #salutementalericominciamo

 

*La Conferenza nazionale Salute Mentale è promossa da 114 associazioni di livello nazionale e locale, con l’adesione di Cgil Cisl e Uil e di numerosi altri soggetti della società civile e del volontariato. Nel 2019 si è svolta la I Conferenza nazionale, con un percorso di 31 iniziative locali, cui hanno partecipato migliaia di persone, culminato nell’assemblea nazionale a Roma del 14 e 15 giugno 2019, che ha visto una grande e appassionata partecipazione. In quell’occasione abbiamo discusso e presentato proposte riassunte nella Dichiarazione conclusiva. http://www.conferenzasalutementale.it/

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