Da Catania: documento di riconoscimento nel percorso di Lavoro Società

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Lo scenario che si configura dinnanzi a noi con l’esplosione di un conflitto che potrebbe assumere dimensioni globali è uno scenario non solo di morte e disperazione (…) ma rappresenta anche l’ennesimo attacco alle famiglie economicamente più deboli. Il governo decide, infatti, di innalzare a 104 milioni di euro al giorno le spese militari privando, di fatto, l’intero Paese degli investimenti di cui ci sarebbe realmente bisogno come quelli in infrastrutture, sanità, istruzione, formazione, riconversione energetica.

Nel quadro di un’Italia sempre più ingiusta e ineguale, colpiti dalla pandemia e dalla crisi economica e democratica di sistema che ha intaccato le condizioni di vita e di lavoro in particolare delle donne e dei giovani, che ha accentuato le differenze tra nord e sud, tra le classi sociali e all’interno del mondo del lavoro, che ha aumentato i dislivelli sociali, culturali e morali (…) sarebbe un errore rinchiuderci all’interno del nostro perimetro camerale. (…) Pensiamo che bisogna tornare a battersi perché la politica riprenda a condizionare e indirizzare le scelte programmatiche avendo come riferimento il bene e la salute pubblica, la difesa dell’occupazione e dell’ambiente. Occorre avere una visione generale e non corporativa, e una prospettiva che ridisegni radicalmente il modello sociale ed economico e indichi contemporaneamente la nostra idea di Paese e di futuro (…).

Con questo approccio e attraverso una riflessione condivisa intendiamo intervenire (…) all’interno del nostro territorio per contrastare il degrado e la marginalizzazione sociale, sempre più diffusi a Catania e in Sicilia. Il peso delle mafie, del lavoro nero e grigio, la disoccupazione, lo sfruttamento dei giovani, delle donne e dei migranti, rendono necessario un percorso di rafforzamento e unione all’interno della
nostra organizzazione affinché si riesca ad ascoltare i bisogni e le esigenze dei lavoratori e delle lavoratrici, dei giovani precari, dei disoccupati, dei pensionati, di tutti coloro che vivono in una condizione sociale e di vita non degna di un paese civile.

Nel corso degli ultimi decenni il già modesto tradizionale tessuto economico e produttivo del nostro territorio è entrato in crisi così come l’agricoltura. (…) Il tasso di occupazione a Catania (…) è sceso al 39%, e quello femminile al 28%; quello dei giovani con meno di trenta anni al 16% e quello delle ragazze al 12%. (…) Il lavoro delle donne, grande risorsa per la crescita economica del territorio, risulta dunque senza alcuna giustificazione al di sotto di qualsiasi parametro.

Uno dei principali fattori di disincentivazione degli investimenti e dello sviluppo è la presenza di una diffusa criminalità mafiosa e di istituzioni e partiti politici disinteressati a svolgere correttamente la loro funzione di contrasto alle cosche e incapaci di una proposta per la crescita economico-sociale e democratica del nostro territorio. (…)

(…) la Sicilia ha bisogno non solo di una nuova classe politica dirigente ma anche di un forte sindacato confederale radicato nei posti di lavoro e nel territorio, autonomo dai partiti e dai governi, portatore di una forte carica innovativa, dotato di una rinnovata capacità di cogliere l’evoluzione dei fenomeni sociali ed economici (…), un sindacato generale in grado di mettere in campo nuove soggettività e più incisive forme di lotta.

A Catania la Cgil attraversa una fase difficile non solo perché è difficile la situazione del mondo del lavoro ma anche perché rimangono al suo interno diversi nodi irrisolti. Siamo fermamente convinti che la Camera del Lavoro di Catania debba ritrovare la sua autonomia dai partiti e dalle istituzioni, (…). Vorremmo che l’azione sindacale della Cgil a Catania fosse più inclusiva e rappresentativa, nel rispetto della pluralità delle idee e della diversità di opinione (…). È necessario impegnarsi maggiormente nell’ascolto dei lavoratori e delle lavoratrici, tutti/e, a stare loro accanto, ad accoglierli e a non lasciarli soli con i loro problemi, a sostenerli nell’affermazione e nell’esercizio dei loro diritti, favorendo la loro partecipazione alla vita dell’organizzazione e il tesseramento all’organizzazione. (…) è bene ricordarlo, la Cgil è il sindacato non ‘per’ ma ‘delle’ lavoratrici e ‘dei’ lavoratori. (…)

Intendiamo partecipare attivamente al percorso congressuale valorizzando il confronto libero, l’ascolto e la ricerca unitaria di nuove e più efficaci risposte politiche e sindacali rispetto alla nuova e difficile situazione (…). Rimarchiamo con forza la nostra contrarietà a qualsiasi visione padronale e proprietaria dell’organizzazione, a una pratica che selezioni sulla base della fedeltà a qualcuno e non invece in base alla preparazione, all’esperienza maturata nei luoghi di lavoro e alla rappresentanza.

Con questi valori, con questo senso di appartenenza e di lealtà verso la nostra organizzazione, ci riconosciamo e condividiamo il percorso confederale di Lavoro Società per una Cgil unita e plurale (…).

 

Il testo integrale sul sito Sinistra sindacale https://www.sinistrasindacale.it/index.php/documenti/2360-documento-di-riconoscimento-nel-percorso-dell-aggregazione-programmatica-lavoro-societa-per-una-cgil-unita-e-plurale-di-compagne-e-compagne-della-cgil-di-catania

 

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