Magazzino Coop Centro Italia: basta tagliare sui diritti dei lavoratori! - di Mauro Moriconi

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Lo sciopero del 5 e 6 maggio scorsi per il lavoro dignitoso e la salvaguardia del sito produttivo di Castiglione del Lago.

I lavoratori e le lavoratrici del magazzino Coop Centro Italia di Castiglione del Lago sono scesi di nuovo in lotta, il 5 e 6 maggio scorsi, a difesa del posto di lavoro e della dignità del proprio lavoro. L’azienda prova a dare una nuova spallata, restringendo la fascia oraria del personale diretto, che la avvicini all’obiettivo della terziarizzazione del centro di distribuzione con conseguente peggioramento delle condizioni di chi lavora, sia in termini di salario che di diritti.

Questi sono, a grandi linee, i termini della vertenza sindacale. Ma questa vicenda non può però essere ridotta solo a uno scontro tra lavoratori e azienda sull’organizzazione del lavoro. Il destino di Coop Centro Italia riguarda il futuro dello sviluppo del territorio. Ci auguriamo di sbagliarci, ma abbiamo la sensazione che questa azienda stia attraversando delle difficoltà. Qualche anno fa (nel 2016, se non ricordiamo male) Coop Centro Italia presentò in pompa magna un piano industriale fantasmagorico che prevedeva l’apertura di venti nuovi punti vendita e alcune centinaia di nuove assunzioni (dai 2.700 lavoratori del 2014 ai 4mila previsti nel 2019). A distanza di cinque anni il risultato è che non solo il piano è rimasto sulla carta, ma anzi sono stati ceduti 29 punti vendita (quelli dell’area senese), tra i più significativi per l’azienda in termini di redditività.

Ci dispiace dirlo, ma l’avevamo detto (è agli atti)! Già nel febbraio 2016 definimmo “il piano industriale di Coop Centro Italia penalizzante per l’economia del territorio del Trasimeno”. Fummo, purtroppo, facili profeti. Lo spostamento di due importanti reparti del Magazzino da Castiglione del Lago a Terni non poteva che essere l’inizio dello smembramento di un sito produttivo fondamentale per l’economia dell’intero territorio. E nel 2018, nell’esprimere preoccupazione per la prospettata uscita dei punti vendita del senese, sollecitavamo l’azienda e le istituzioni, a partire dalla Regione Umbria, ad attivarsi per favorire processi sinergici veri con Unicoop Firenze, anche con l’apertura di un confronto con la Regione Toscana, per un progetto di rilancio complessivo delle attività tra le due grandi cooperative. Ci spingemmo anche a proporre la fusione delle due aziende al fine di continuare a garantire un futuro certo ai lavoratori e prospettive di crescita al territorio.

Ecco, l’avevamo detto e torniamo a dirlo: la misura è colma, è il momento di scelte coraggiose, continuare a tagliare sulle condizioni di chi lavora non solo è ingiusto e intollerabile, ma anche del tutto inutile. E i fatti sono lì a dimostrarlo. Rilanciamo quindi un appello anche alle istituzioni, Comuni del Trasimeno e Regione Umbria. Troppo spesso hanno assecondato scelte imprenditoriali di questa azienda, rivelatesi poi sbagliate, che hanno scaricato tutti i costi sulle spalle dei lavoratori, e rischiano di compromettere il futuro del sito produttivo di Castiglione del Lago. È il momento di prendere iniziative concrete e di sostenere la lotta delle lavoratrici e dei lavoratori del magazzino. Non è una lotta a difesa di interessi corporativi, ma per la difesa dell’occupazione e lo sviluppo nel territorio.

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