Crisi energetica e sociale: la Regione Veneto faccia la sua parte di Paolo Righetti

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Si stanno purtroppo concretizzando gli effetti pesantissimi di una crisi produttiva, economica e sociale che sta mettendo a rischio la tenuta del sistema produttivo e dell’occupazione, e come sempre colpisce soprattutto lavoratori, lavoratrici, pensionate, pensionati e le fasce più deboli e fragili della popolazione.

La devastante guerra ancora in atto in Europa ha prodotto una riduzione degli scambi commerciali, un forte rallentamento nei tempi di approvvigionamento di materie prime e semilavorati, ha accentuato un incremento dei costi energetici ormai insostenibile per le imprese e per le persone, per la loro ricaduta sui costi di produzione, sui prezzi al consumo, sulle tariffe.

I dati più recenti già evidenziano un consistente aumento delle richieste di cassa integrazione e una diminuzione delle ore lavorate; diverse attività produttive stanno inoltre chiudendo o rischiano di chiudere a breve. Perdita di lavoro e di reddito, salari bassi, crescenti condizioni di povertà assoluta e relativa si stanno sommando a un aumento insostenibile delle bollette, delle rette, dei generi alimentari. Una miscela perversa che rischia di far esplodere il disagio sociale.

È evidente che per invertire questa situazione sia innanzitutto indispensabile fermare la guerra, interrompere il processo di continua e pericolosissima escalation, attivando un negoziato vero che progressivamente porti a una tregua e a possibili soluzioni di intesa per la fine del conflitto.

Così come è sempre più improrogabile intervenire, a livello europeo e nazionale, con misure strutturali per modificare i meccanismi di determinazione dei costi energetici, che sono la principale causa dell’intollerabile speculazione e crescita smisurata dei profitti tuttora in atto.

Ma intanto l’emergenza è in atto e servono, anche a livello regionale, misure urgenti e adeguate a sostenere le attività produttive e i redditi delle persone, a sostenere innanzitutto chi non ce la fa più ad arrivare a fine mese, ad accedere a beni e servizi essenziali.

Per questo Cgil Cisl Uil del Veneto hanno chiesto un confronto urgente su questi temi alla Regione, che ha dato riscontro convocando il Tavolo di concertazione regionale con le parti sociali. Come sindacati abbiamo rivendicato più risorse economiche per l’ambito sociale, ridefinendo i capitoli di spesa del bilancio regionale 2023 in fase di discussione e approvazione. Così come da tempo rivendichiamo l’applicazione dell’incremento dell’addizionale Irpef regionale sui redditi più alti per una destinazione vincolata nell’ambito sociale, che oggi va rivolta particolarmente alla copertura dell’aumento delle rette nelle case di riposo e negli asili nido, all’incremento dei fondi regionali per il sostegno agli affitti e all’assistenza domiciliare e territoriale, alla copertura degli aumenti nelle bollette energetiche in rapporto alla condizione di reddito dei nuclei familiari.

Abbiamo poi richiesto la costituzione di vari tavoli di confronto settoriali su sviluppo economico, transizione energetica, infrastrutture e mobilità, tutela dell’ambiente, sanità e sociale, e una ripresa più concreta e sostanziale del coinvolgimento dei partner sociali sugli investimenti e i progetti del Pnrr e sulla programmazione dei vari Fondi europei, risorse fondamentali per uno sviluppo sostenibile sul piano ambientale e sociale.

In questa fase abbiamo indicato come temi prioritari l’elaborazione di un nuovo Piano energetico regionale che imprima una forte accelerazione al processo di decarbonizzazione, alla produzione energetica da fonti rinnovabili, all’efficientamento e al risparmio energetico e la piena realizzazione di tutti gli interventi previsti dalle Missioni 5 e 6 e dal Dm 77 per il rafforzamento della filiera dell’assistenza territoriale in ambito sanitario, socio-sanitario e socio-assistenziale.

La Regione si è impegnata ad attivare tutte queste sedi di confronto e programmazione e, a sorpresa, dopo decenni di indisponibilità assoluta e quasi ideologica, ha fatto un’apertura sulla possibilità di incremento dell’addizionale Irpef per rispondere ai crescenti bisogni sociali.

Nei prossimi giorni verificheremo concretamente se questi impegni verranno rispettati e soprattutto se il confronto porterà a risposte e provvedimenti concreti in relazione alle sollecitazioni e alle richieste che abbiamo avanzato e valuteremo di conseguenza come dare continuità all’iniziativa sindacale e alla nostra azione contrattuale.

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