Veneto: una discussione approfondita sul congresso - di Paolo Righetti

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Lunedì 13 febbraio si è tenuta la riunione del coordinamento regionale veneto di Lavoro Società per una Cgil unita e plurale, con la presenza del compagno Giacinto Botti. Un’importante occasione di approfondimento e confronto sulla fase congressuale e sul contesto generale in cui si colloca.

E’ emersa la grande preoccupazione per la guerra devastante tuttora in corso in Ucraina, a rischio di ulteriore e ancor più distruttiva escalation, e per una situazione geopolitica internazionale in cui la contrapposizione per blocchi, il ricorso alla forza militare e la corsa al riarmo stanno prevalendo sulla ricerca di una tregua e di un percorso di pacificazione, di dialogo e di cooperazione tra gli Stati e tra i popoli come strumenti per la risoluzione dei conflitti.

Uno scenario alimentato da un modello di sviluppo fondato sulla competizione sfrenata per accaparrarsi le fonti energetiche, le materie prime e i mercati, sul consumo senza limiti delle risorse naturali, sulla repressione dei processi migratori. Un modello che produce devastazione climatica e ambientale, diseguaglianze crescenti, una pericolosa regressione nei diritti sociali, nel lavoro, nella partecipazione democratica, un forte ridimensionamento dei sistemi pubblici di istruzione, salute e protezione sociale.

Una preoccupazione che si è espressa anche sul quadro politico-istituzionale del nostro Paese, sul governo di destra che già dalla prima legge di bilancio ha evidenziato i precisi interessi di classe che intende favorire, e ha introdotto i primi provvedimenti che declinano le ricette classiche della destra, a partire dalle politiche fiscali. E sta velocemente predisponendo un intreccio perverso e deleterio tra autonomia differenziata e presidenzialismo.

In questo quadro il Congresso è un momento fondamentale per ribadire e rilanciare l’obiettivo strategico di un nuovo modello di sviluppo che metta al centro la pace, la salvaguardia del clima, dell’ambiente, del territorio, dei beni comuni, la giusta transizione della riconversione green e dell’innovazione digitale, l’universalità dei diritti fondamentali e delle prestazioni essenziali, la dignità e la qualità del lavoro, una redistribuzione più equa della ricchezza.
Gli stessi valori e finalità della nostra Costituzione, del nostro Statuto, della nostra storia e del nostro presente, per i quali la Cgil è riconosciuta come un grande soggetto per la trasformazione e il progresso della società.

Sono anche un riferimento e un fattore decisivo per la nostra attrattività, per migliorare la nostra capacità di rappresentanza generale, di costruire e recuperare un maggiore consenso alla nostra proposta alternativa, per affrontare e superare le tante difficoltà oggettive, di rappresentanza, coinvolgimento e partecipazione, che riguardano anche noi e che non dobbiamo nascondere o sottovalutare.

Per questo il coordinamento regionale ritiene che ci siano alcuni ambiti prioritari: dare continuità e maggiore efficacia alla nostra iniziativa e mobilitazione, a partire dalle modalità degli scioperi generali; allargare la nostra rete di relazioni, di confronto, di alleanze e di costruzione di iniziative comuni con il grande e variegato mondo dell’associazionismo e delle rappresentanze sociali presenti a livello nazionale e territoriale; mantenere la piena autonomia della Cgil, che non è indifferenza rispetto al quadro politico-istituzionale, ma una condizione indispensabile per garantirci nel tempo una rappresentanza generale, una credibilità e un consenso di massa; mantenere l’unità della Cgil, che si fonda sul valore della democrazia e del pluralismo come ricchezza per tutta l’organizzazione.

Una pratica che dev’essere sostanziale e non solo formale e perseguita con coerenza e regole chiare, facendo prevalere l’ascolto, il confronto e la volontà di sintesi condivisa sulle contrapposizioni strumentali e sulle modalità di gestione autoritaria. E fare meglio quello che da tempo ci diciamo di fare sul piano politico-organizzativo: più confederalità, più contrattazione inclusiva, maggiore insediamento e contrattazione nel territorio, più sinergia tra tutela collettiva e individuale, maggiore efficacia comunicativa, più formazione, soprattutto valoriale e identitaria, a tutto il nostro gruppo dirigente, ai delegati, alle Rsu, alla nuova generazione dei nostri attivisti sindacali.

Nella discussione è stata ribadita la convinzione che il lungo percorso della sinistra sindacale in Cgil, la sua capacità di analisi, proposta e ricerca di sintesi avanzate abbiano contribuito a sviluppare le finalità strategiche e gli obiettivi politico-organizzativi che attualmente caratterizzano le scelte e la proposta congressuale della maggioranza della Cgil.

Una presenza organizzata che si ritiene utile continuare, dando il nostro contributo per perseguire e realizzare compiutamente e coerentemente le finalità e gli obiettivi comuni. E che sia riconosciuta nella sua dimensione di aggregazione collettiva anche nei diversi organismi dirigenti ed esecutivi, a partire dalla nuova Assemblea generale della Cgil nazionale.

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