Uno spettro si aggira per Salisburgo: i comunisti - di Franco Ferrari

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Le elezioni regionali di Salisburgo del 23 aprile scorso hanno sollevato l’interesse della stampa internazionale, normalmente poco attenta alle vicende politiche di questa realtà austriaca dall’anima conservatrice. A richiamare l’attenzione è stato il successo della lista presentata dal Partito Comunista (Kpoe Plus). A livello di regione i comunisti hanno ottenuto un inaspettato 11,7% dei voti, che ha permesso l’elezione di quattro rappresentanti in un Landtag dal quale erano esclusi dal 1949.

Nel capoluogo regionale, il Kpoe Plus è balzato in un colpo solo al 21,5%, quando nelle elezioni precedenti aveva a malapena superato l’1%. Kay-Michael Dankl, eletto nel consiglio comunale di Salisburgo per la prima volta nel 2019, è stato il capolista e principale portavoce della lista e, secondo tutti i commentatori, ha costituito uno degli elementi decisivi del successo elettorale.

In un contesto politico in cui i principali partiti tradizionali, Conservatori, Socialdemocratici e Verdi, appaiono varianti di un unico establishment, Dankl, assieme agli altri esponenti della lista, molti dei quali giovani, ha saputo trasmettere un messaggio di onestà politica, vicinanza ai problemi dei cittadini, chiarezza e credibilità dei contenuti programmatici presentati.

Dopo essere stato leader nazionale dell’organizzazione giovanile nazionale dei Verdi, Dankl ne era stato allontanato per le sue critiche al profilo sempre più moderato del partito, soprattutto sulle questioni economico-sociali. Con un consistente gruppo di militanti ha dato vita alla Junge Linke (Giovane Sinistra) che è diventata di fatto l’organizzazione giovanile del Partito Comunista, a cui ha portato energie nuove e un rinvigorito spirito militante.

L’attività dei comunisti a Salisburgo ha seguito le orme dell’esperienza della Stiria, altra regione nella quale il Kpoe ha raggiunto sorprendenti vette di consenso. In particolare nella città di Graz dove ha raccolto, nelle ultime elezioni municipali, il 28,8% dei suffragi, consentendo l’elezione di Elke Kahr alla carica di sindaca della città, sostenuta da Verdi e Socialdemocratici.

L’iniziativa dei comunisti salisburghesi ha puntato soprattutto sul tema della casa, che rappresenta per molta parte dei ceti popolari una vera e propria emergenza. Il prevalere degli interessi speculativi, favoriti nel tempo da tutti i maggiori partiti, ha determinato una consistente crescita degli affitti. Questa situazione è stata aggravata negli ultimi mesi dalla crescita dell’inflazione. La battaglia che i comunisti hanno popolarizzato, attraverso un contatto diretto con i cittadini e con un ricco ventaglio di proposte concrete, è che gli affitti devono essere tali da garantire le condizioni di vita dei settori popolari.

Certamente l’essersi “appropriati” di un tema attorno al quale vi è una grande sensibilità ha favorito la crescita del consenso che si è cominciato a registrare nei sondaggi. Nel momento in cui è risultato chiaro che i comunisti sarebbero certamente entrati nel parlamento regionale, si è dissolto l’abituale effetto distorsivo del “voto utile”. Al contrario molti elettori socialdemocratici, verdi o astensionisti hanno visto concretamente la possibilità di esprimere un suffragio in grado di garantire effettivamente un concreto miglioramento delle proprie condizioni materiali.

Un altro elemento che caratterizza l’azione politica dei comunisti a Salisburgo, ripreso dall’esperienza pluriennale di Graz e che ha certamente contribuito alla loro popolarità, è la decisione di destinare ad un fondo speciale la parte del compenso di consiglieri che supera lo stipendio medio di un lavoratore. Questo viene utilizzato per aiutare cittadini che non riescono a pagare gli affitti e le bollette. Non si tratta evidentemente di un’iniziativa meramente assistenziale, quanto di un modo per riportare concretamente la politica a contatto con i problemi delle persone, dei lavoratori, dei cittadini in condizioni economiche difficili.

Il Partito Comunista ha potuto presentare una critica del capitalismo neoliberista, partendo dalle questioni concrete piuttosto che da discorsi considerati troppo ideologici. Alcuni commentatori vi vedono un esempio positivo di rilancio di una nuova “politica di classe”. I sondaggi cominciano a lasciare intravedere la possibilità che questo consenso locale possa trasferirsi, almeno in parte, nelle prossime elezioni politiche, permettendo il rientro anche nel Parlamento nazionale.

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